Alla larga dalle mode, “non esiste la lingua del futuro”

Presso il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati le procedure d’immatricolazione, aperte già dal 3 settembre, restano in stand-by solo per coloro che hanno intenzione di scegliere l’inglese come lingua curricolare. Circa duemila candidati hanno, infatti, sostenuto nella giornata del 12 settembre il Test selettivo. Non poche le lamentele che affiorano. “Il Test è durato un’ora di per sé, ma abbiamo iniziato molto dopo l’orario di convocazione. Ci sono volute almeno due ore e mezza per chiamare tutti, prendere posto, fare l’appello, distribuire le prove e spiegare tutti i passaggi”, racconta Rossella. Quanto al grado di difficoltà, “secondo me non è scontato possedere un B1 alla fine del liceo. Io ho frequentato un Linguistico, ma dubito di aver raggiunto un punteggio elevato, soprattutto perché in caso di errore subentra una penalità di -0,15. Ho risposto a circa 50 quesiti, lasciandone almeno una decina in bianco, perché ero indecisa tra più di due opzioni e avrei rischiato troppo. Mi aspetto di passare per un pelo, bastano almeno 36 punti per risultare idonei”. Le graduatorie si renderanno note verso la fine del mese. Per chi non supera la prova, in genere, le strade più battute sono: sostituire l’inglese con un’altra lingua oppure migrare verso i Corsi di primo livello innestati sugli altri due Dipartimenti. In particolare, Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e Lingue e Culture Orientali e Africane, poiché in entrambi è possibile sostenere annualità d’inglese senza l’obbligo preliminare del Test. 
Sebbene l’inizio dei corsi sia fissato ai primi di ottobre, è giusto che gli immatricolandi prendano già confidenza con l’organizzazione didattica, i metodi e i contenuti dei corsi. “Un quesito che mi hanno rivolto spesso è: ma i libri sono in italiano?”, dice Marcella Affuso, terzo anno di Scienze Politiche. “Con la variante ‘all’esame di Letteratura si conferisce in lingua?’. Effettivamente, a un neofita può sembrar strano che, non so, il manuale dell’esame di Letteratura Spagnola sia in italiano, ma dev’essere necessariamente così, perché non tutti partono con lo stesso livello, quindi – fatta eccezione per Inglese, dove si prevede che lo studente abbia alle spalle almeno 10 anni di solide nozioni (dopo averlo fatto alle elementari, medie e superiori) – l’apprendimento avviene per piccole fasi”. È chiaro che, dopo la Triennale, “non sarà più necessario fare incetta di traduzioni o utilizzare un testo a fronte, perché il laureato avrà acquisito maggiore dimestichezza con le strutture della lingua che ha assimilato gradualmente”. 
Numerosissimi durante le prime tre settimane settembrine gli studenti che hanno approfittato degli incontri di orientamento, suddivisi per Corso di Laurea, mediante i quali hanno potuto incontrare referenti, tutor e docenti, e dialogare per mettere a punto una scelta universitaria consapevole. In particolare, hanno avuto un buon seguito i seminari metodologici susseguitisi dal 10 al 14 settembre. “Non sapevo che esistesse una branca chiamata letteratura comparata né conoscevo in maniera così approfondita l’oggetto del discorso di materie quali la glottologia o la filologia – continua Angela – Mi è servito molto partecipare a questi ‘piccoli assaggi’ in vista di quello che ci aspetterà il mese prossimo. Inoltre, le lezioni mi hanno chiarito le idee sul modo di insegnare e spiegare dei docenti. A scuola si crede erroneamente che ‘all’Università si corre’. Non è affatto vero, anzi si scava a fondo nelle cose”. E, aggiunge nuovamente Marcella, “lo studente deve metterci del suo, esercitarsi molto a casa, rileggere gli appunti per stare al passo”. Altro punto di riferimento durante il periodo immatricolazioni è lo Sportello matricole, ubicato presso l’Ufficio del SOrT (Servizio di Orientamento e Tutorato), dove esperti tutorandi e studenti senior accolgono e guidano le nuove leve offrendo loro assistenza sia dal punto di vista burocratico e informativo che in senso più strettamente decisionale. 
“Agire 
d’astuzia”
‘Qual è il Corso di Laurea adatto a me?’, la domanda che attanaglia più o meno tutti: in effetti, considerata la tradizione d’insegnamento di oltre 40 lingue e culture del mondo, c’è l’imbarazzo della scelta. “All’inizio avevo intenzione di iscrivermi a Lingue e Culture Comparate, avevo perciò pagato il bollettino per partecipare al Test di Inglese”, riferisce Maria Rita. “Dopo un po’ ho pensato che per me fosse più adatto il Corso di Lingue e Culture Orientali e Africane, ma ho sostenuto comunque la prova, perché avrò la certezza di aver fatto bene solo a corsi avviati, quando avremo la possibilità di toccare con mano e seguire gli insegnamenti previsti al primo anno”. Le immatricolazioni si considerano ufficialmente chiuse verso la fine di dicembre. Attenzione a non strafare: “Russo e Arabo? Sicuramente tra le lingue straniere più parlate al mondo, ma non sarebbe saggio, potreste boicottarvi da soli”, il consiglio di Luca Santoriello. Piuttosto, “conviene agire d’astuzia, affiancando una lingua europea di cui si hanno già solide basi grammaticali con una lingua del tutto nuova, africana o asiatica per esempio, e magari al terzo anno usare il jolly dell’esame a scelta per approfondirne ancora un’altra”.
“Sarà per tre anni 
la vostra 
seconda casa”
Insomma, la scelta deve essere orientata a seconda delle proprie conoscenze e passioni che s’intende coltivare. “Alla larga dalle mode del momento, perché non esiste la ‘lingua del futuro’: ieri era il cinese, oggi può essere l’hindi. Possiamo solo insistere affinché anche le lingue più rare o minori siano considerate alla pari delle più diffuse, e quindi più studiate”. Anzi, alle volte sono proprio queste a sorprendere, dunque ben venga lo studio di bulgaro, ceco, albanese, romeno, serbo-croato e ungherese, “purché si ammetta di essere disposti a seguire e non perdere neanche una spiegazione”, sottolinea Raffaella Russo, di Mediazione Linguistica e Culturale. A breve saranno resi noti gli orari dei corsi, in giro il dubbio permane: quanto dura la giornata tipo dell’universitario? “Qui viene il bello, non lo saprete mai. Il primo corso della giornata potrebbe iniziare alle 8.30 e l’ultimo finire alle 18.30 e tra i due potrebbe esserci uno spacco di quattro ore. Non disperate, perché nessuna lezione prevede la frequenza obbligatoria. E non abbiate fretta di fuggire subito via dall’Università: sarà per i prossimi tre anni la vostra seconda casa”.
Sabrina Sabatino
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