Alloggi e la lingua, le difficoltà di dottorandi e docenti stranieri a Napoli

Non solo studenti. Anche dottorandi e docenti stranieri scelgono, ogni anno, le università partenopee per approfondimenti e studio di specifiche tematiche. Ma trasferirsi – seppur nella città del sole – e comunque a migliaia di chilometri dalla propria casa, comporta sempre qualche problema, quanto meno inizialmente. Se gli studenti universitari si accontentano facilmente e non danno un eccessivo peso alla sistemazione temporanea, i docenti risultano più esigenti “cercano appartamenti in buone condizioni, in posti tranquilli, hanno necessità di aprire un conto corrente bancario –commenta Francesco Giannattasio, socio del gruppo ‘Performance’, il punto nato per l’accoglienza a studenti e docenti stranieri a Napoli– di avere un’assicurazione medica, ci chiedono convenzioni con teatri, di sconti su trasporti urbani e interurbani, etc.”.
Raj Vishnu Durai arriva dall’Università di Madras, in India, ed è nel capoluogo campano da circa tre mesi, per lavorare ad un progetto di Oncologia molecolare, si occupa, più in specifico dei tumori della tiroide. “Non conosco bene Napoli – ci dice – ma mi trovo bene, in quanto le persone sono molto gentili e vivo in un ambiente divertente. Al mio arrivo, avevo serie difficoltà soprattutto a trovare un alloggio. Mi sono rivolto allo staff di Performance, e, solo grazie a loro, ho risolto molte questioni anche relative alle formalità da sbrigare per il mio permesso di soggiorno. Sono molto grato a loro”. Tutor universitario di Raj è la prof.ssa Rosa Melillo, docente di Oncologia e Immunologia alla Facoltà di Biotecnologie del Federico II. “Sono stati promossi scambi internazionali con Paesi emergenti, scelti tra quelli più arretrati – dice la Melillo – Seguo Raj nel progetto a cui stiamo lavorando e devo dire che è molto preparato, ha un buon background di Biologia molecolare. Essendo il suo tutor, mi accerto anche che abbia i soldi necessari per il suo soggiorno…”. Raj è a Napoli da poco ma ci espone una triste differenza  che salta subito all’occhio. “Gli studenti italiani hanno la possibilità di studiare ma anche di divertirsi, gli studenti indiani faticano molto a divertirsi durante il loro periodo di studi”. 
Il prof. Giuseppe Palumbo ha accolto la dott.ssa Lucia Grada Kulikova. “Lucia – dice Palumbo, docente di Patologia generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Federico II – ha letto alcuni lavori pubblicati on line relativi al dottorato internazionale in Oncologia molecolare ed Endocrinologia, e ha manifestato la volontà di entrare nel gruppo di ricerca”. Lucia proviene dalla Facoltà di Scienze ‘Pavol jozef Safarik’ di Kosice, in Slovacchia ed ora collabora a tempo pieno presso il Dipartimento di Biologia e Patologia cellulare e molecolare ‘Califano’. “Al mio arrivo – ci racconta –  i ragazzi di ‘Performance’ mi hanno aiutato molto. Annabel Llevolet (segretaria del punto ‘Performance’) ha atteso il mio arrivo alla fermata dell’autobus, mi ha aiutato a trovare subito una sistemazione e a redigere alcune documentazioni necessarie. Senza il loro aiuto, credo che sarebbe stato molto più difficile iniziare una permanenza in una grande città quale Napoli. Anche imparare la lingua italiana è stato faticoso; oltretutto, escludendo l’Università, nessuno parla Inglese. Anche il prof. Palumbo e il gruppo di ricerca hanno fatto il possibile per me, aiutandomi anche per questioni che non riguardavano il lavoro”.  Spesso, tra i cambiamenti a cui bisogna adeguarsi, c’è anche il clima. “Sono passato da una temperatura di venti gradi sotto lo zero a quindici gradi centigradi – afferma Bjorg Berg, di origine svedese, giunto a Napoli nello scorso febbraio – si sta bene durante questi inverni caldi”. Il dott. Berg si occupa dei processi di dispersione del carbonio, e, attualmente, lavora presso il Dipartimento di Biologia strutturale e funzionale con la prof.ssa Amalia Virzo De Santo, ordinario di Ecologia. “Mi trovo abbastanza bene a Napoli: le persone sono aperte, il cibo è buono ma c’è un traffico terribile! Appena arrivato, avevo logicamente bisogno di tante cose, in quanto diventa tutto più problematico per uno straniero che non conosce la lingua”. Buona permanenza.
Maddalena Esposito
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