Anatomia I in spiaggia

“Quest’anno le vacanze non le vedrò nemmeno con il binocolo, perché mi dedicherò a un esame che ho deciso di lasciare per ultimo, Anatomia I”. Ha già scelto il suo compagno di ombrellone Francesco Taraldo, matricola di Medicina. Troppo poco il tempo per affrontare subito un esame tanto complesso: “l’organizzazione un po’ vacilla. Gli orari mettono in difficoltà. Abbiamo dei corsi dalle 8 alle 10 e poi dalle 13 alle 15. Basterebbe concentrare gli orari per poi lasciare qualche giorno libero in più”. Insiste su questo aspetto Saverio Simonelli: “sto cercando di studiare di pari passo con le spiegazioni. Poi, appena finiranno i corsi, ripeterò. Gli appelli, oltre ad essere troppo a ridosso dei corsi, sono anche troppo vicini tra loro”. La conseguenza, definita da Antonio Brunetti, è che “bisogna sfruttare tutti i pomeriggi. Le date non sono disposte benissimo. I corsi, inoltre, comportano una grande spesa di tempo, soprattutto per i fuorisede. Secondo me dovrebbero finire un paio di settimane prima degli esami”. Il suo programma? “Biologia e Istologia subito. A settembre Anatomia”. Stessa scaletta per Vittorio Di Martino, che dà una spiegazione possibile di questa scelta tanto condivisa: “Anatomia è divisa in due parti, quindi si cerca di prendere un bel voto al primo modulo per partire con il piede giusto con il secondo. Forse per questo molti lo lasciano come ultimo da fare”. È decisamente fuori dal coro, invece, la voce di un’altra matricola, Oriana: “a mio avviso l’esame più difficile è quello di Istologia. È duro già lo scritto, perché vengono proiettate delle immagini dalle quali bisogna dedurre le nozioni principali. In seguito sono previste due prove al microscopio e poi l’orale vero e proprio”. Invece, “per Anatomia, si tratta di uno scritto, quindi chi è abile con i test può farcela tranquillamente. Pure Biologia è difficile, però il corso è organizzato molto bene”. Marica, invece, è preoccupata soprattutto dalla “propedeuticità di Biologia per Biochimica e di Anatomia I per il secondo modulo di questa materia. Perciò darò la priorità a questi esami”. Uno l’handicap vissuto durante le lezioni: “non ci sono state prove in itinere, perché eravamo in tanti in aula. Per fortuna siamo riusciti comunque a seguire molto bene”. Su questo si è soffermato anche Stefano Iavarone: “i problemi sono derivati dal numero di studenti. Gli anni scorsi, ad esempio, per Istologia ci sono state circa 8 esercitazioni. Quest’anno sono state ridotte a 5 perché i gruppi da 21 sono passati a 39. L’esame prevede che tu riconosca un vetrino, ma c’è stato meno esercizio per impararlo. Lo stesso discorso vale anche per le ADI, che sono state diminuite”. Il suo programma per i prossimi due mesi: “voglio dare nella sessione estiva tutti gli esami del secondo semestre. Poi ci saranno solo le vacanze, altrimenti si va al manicomio. Quel che resta si dà a settembre. Vietato dare esami a ottobre, altrimenti ci si accavalla”. Sta cercando di ambientarsi a Napoli Emilia D’Angelo: “sto trovando un po’ di difficoltà perché mi sono trasferita da Palermo e secondo me qui la mole di studio è nettamente superiore”. Per lei, del secondo anno, le preoccupazioni rispondono al nome di propedeuticità e blocco: “vorrei sostenere prima Biochimica, perché è propedeutico per molte materie. Se non lo si passa, si rischia di restare fermi. Poi vorrei dare, dopo dieci giorni, Genetica, che mi sembra più leggero”. E per l’estate? “Anatomia I”. Vita dura anche al quarto anno. A parlarne è Raffaele Cimmino: “le difficoltà sono parecchie. Troppi, e anche molto difficili, gli esami. Ci sono Farmacologia I e II, Anatomia Patologica I e II, Cardio, che si suddivide in cinque colloqui, e altri. In totale nel semestre sono cinque, cioè molti sia per numero che per mole. Si cerca di partire il prima possibile con lo studio, mantenendo ritmi serrati, visto che abbiamo poche pause”. Nessun problema con gli appelli: “le date del quarto anno sono distribuite bene. Ovviamente, con qualche esame arretrato, si può creare un accavallamento. Però, da questo punto di vista, i docenti sono disponibili a venire incontro alle nostre esigenze”. 
Ciro Baldini
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