È un’Aula Magna gremita, dove si fatica ad individuare un posto a sedere libero, quella che lo scorso 19 novembre ha accolto Edoardo Boncinelli. Il genetista e neuroscienziato è stato ospite del Dipartimento di Psicologia per una lectio magistralis dal titolo “Mente e Coscienza”. L’incontro, come ha ricordato il ProRettore Rosanna Cioffi, rientra tra le iniziative di “Dialoghi oltre le due culture”, ciclo di eventi che l’Ateneo propone a docenti, studenti, ma anche al territorio, aprendosi a dialogare con esso attraverso autorevoli esponenti della cultura italiana e internazionale. “Con la presenza di Boncinelli – ha dichiarato la Cioffi – intendiamo mostrare come il mondo della ricerca scientifica e quello degli studi umanistici, talvolta assai distanti, siano in realtà legati”. E in effetti Boncinelli, greco di nascita ma toscano d’adozione, rappresenta appieno un sapere multidisciplinare. Lo sottolinea il prof. Dario Grossi, Direttore del Dipartimento di Psicologia: “Siamo onorati di presentare ai nostri studenti, soprattutto a quelli più giovani, Boncinelli, una delle eccellenze del nostro Paese. Genetista, neuroscienziato, psicoanalista, saggista e perfino grecista, Boncinelli è una persona incredibilmente versatile, un modello per gli studenti”. È dunque con queste premesse che la parola è passata allo studioso. Con un linguaggio semplice e perfino con qualche punta di ironia, l’ospite ha condotto i presenti in un viaggio alla scoperta del complesso funzionamento della mente umana. “Quando mi sono approcciato alla psicologia per la prima volta il mio primo interesse era capire cosa passasse nella testa di mio padre”, racconta il professore, oggi docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Porta quindi l’attenzione subito su due termini di cui parliamo quotidianamente: mente e coscienza. “Spesso ne parliamo a vanvera, mentre mi occuperò in modo analitico di questi due argomenti”. La spiegazione prosegue tra dati ed esempi elementari, per rendere accessibile e attraente il suo discorso alla platea. “Nella testa abbiamo un cervello composto da cento miliardi di cellule nervose, i neuroni, il cui numero è pari a quello delle stelle della galassia. I neuroni entrano in contatto tra loro, con una media di almeno diecimila contatti. Ma nessuno di noi ha dei contatti cerebrali uguali, ed è per questo che l’umanità può contare una infinità di punti di vista differenti. Del resto, basta aprire i social network per avere un’idea di questa ricchezza. Ma anche se siamo tutti diversi, abbiamo qualcosa che ci distingue come esseri umani. È la cultura, la continua possibilità di imparare”. Boncinelli passa quindi a illustrare i segreti meccanismi dell’apprendimento: “Il cervello, solo per restare vivo, consuma il 20% della nostra razione energetica. La parte superiore dell’attività del nostro cervello non è altro che la mente. Essa rappresenta la crema dell’attività delle cellule nervose, è apprendimento, creazione, comparazione e ragionamento”. Altro tassello importante è la definizione di cosa sia la coscienza. “Oltre il 99% dei nostri processi mentali non è consapevole. Questo è una risorsa, in quanto ci permette di essere sempre attenti a quello che succede. La coscienza è figlia dell’attenzione, illumina i processi psichici che affiorano dal mare magnum dell’incoscienza”. Il genetista invita a pensare a noi stessi e agli altri come a delle aree cerebrali in continua comunicazione, per poi mutuare un paragone dal mondo che pensiamo di conoscere piuttosto bene, quello dei computer. “I computer lavorano in due maniere diverse: seriale o parallela. Il nostro sistema nervoso da sempre lavora in parallelo. Ho immaginato la coscienza come un mazzetto di processi mentali che si restringono per poi riallargarsi, dunque da paralleli diventano forzatamente seriali”. Negli ultimi passaggi della sua lezione Boncinelli fa crollare una certezza di tanti: “Non è vero che l’uomo è un animale razionale, la nostra vita è guidata dalle emozioni e dai sentimenti, ovvero una serie di emozioni legate da un tema”. Infine, sottolinea come non si debba tenere separato il sapere dal creare, poiché i grandi scienziati sono anche grandi poeti e viceversa. Al termine della lectio non sono mancate le domande dei presenti, che hanno dato modo a Boncinelli di approfondire il tema dei ricordi: “I ricordi, che sono il nostro patrimonio, sono in parte dovuti ad episodi di coscienza. Esistono ricordi dichiarativi ed aneddotici. I primi non si perdono mai: anche una persona anziana, purché in condizioni normali di salute, non perde mai i suoi ricordi, impiega solo più tempo a richiamarli alla mente”. Al docente è stata chiesta anche la differenza tra conoscenza e coscienza: “Ci vorrebbe un convegno per affrontare l’argomento, ma risponderò alla Boncinelli, ovvero con disinvoltura. La coscienza è l’uso di una parte della nostra conoscenza”. Per concludere il professore ha colmato curiosità sull’uso della genetica nei processi e sul rapporto tra scienza e tecnologia. Su quest’ultimo punto si è così espresso: “In questo momento sembra che la scienza sia la mamma della tecnologia, dimenticandoci che la tecnica è venuta prima. La tecnica è l’uomo, pensiamo alle piramidi, ai templi. Oggi abbiamo la fortuna che a volte accanto alla tecnica c’è anche la conoscenza”. Numerosissimi gli spunti offerti in quasi due ore intense che, come ha ribadito la prof.ssa Cioffi in chiusura, “si spera siano una occasione per continuare a riflettere”.
Angela Lonardo
Angela Lonardo