Concluse le lezioni, cominciano ufficialmente gli esami. I primi previsti nella settimana di giugno sono gli scritti di Lingua, il cui svolgimento resta garantito malgrado lo sciopero dei docenti. Più che lo scritto ormai è l’incognita del primo appello orale a suscitare l’ansia degli studenti in corso. “Forse per Storia moderna sto studiando inutilmente. Il mio docente ha aderito allo sciopero e mi preoccupo di preparare un esame fantasma, togliendo priorità agli altri”, dice Sebastiano Santaniello, iscritto a Mediazione Linguistica e Culturale. Scongiurando l’eventuale rimando dell’esame all’appello successivo, alcuni studenti di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali hanno già ben chiara la situazione. “La nostra docente di Scienza Politica – e lo stesso dicasi nel caso di Storia economica – ci ha confermato che sciopererà nella prima data in cui era previsto l’esame, garantendo però la possibilità a laureandi e studenti Erasmus in partenza di usufruire di un appello straordinario nei giorni successivi”, continua Gabriella De Stasio. “Studiare il più possibile e presentarsi comunque a giugno nella sede indicata per sostenere l’esame regolarmente sono i consigli che ci hanno fornito i docenti, del resto non sappiamo come tutto si evolverà nei prossimi giorni, quindi aspettiamo fiduciosi”. Alcuni la ritengono, però, una circostanza inaccettabile: “la lista che gira su Internet non è attendibile al 100%, poiché non raggruppa i nomi dei docenti scioperanti, bensì i firmatari della proclamazione emendata dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria”. Sono le parole di Leonardo De Biase, di Lingue e Culture Comparate, tra gli studenti che già l’anno scorso hanno affrontato l’imprevisto dello sciopero durante gli esami della sessione autunnale. “Molti docenti hanno firmato la petizione per sostegno morale ma poi nei fatti non hanno aderito allo sciopero. C’è chi ha cambiato idea all’ultimo momento rinunciando o chi ha avvisato il giorno stesso dell’appello”. In ogni caso, il secondo appello di ciascun esame è sicuramente assicurato e dalla metà di luglio tutto ritornerà alla normalità. È polemica, tuttavia, su un altro aspetto: “i docenti avrebbero potuto non aprire le prenotazioni per spianarci la strada. In questo modo, avremmo potuto prevedere l’astensione dal primo appello almeno una ventina di giorni prima”, riferisce Maria Merullo. In assenza di conferme ufficiali, si consiglia comunque di prenotarsi per l’esame. “Anche noi studenti, molti dei quali stanno studiando per accedere al percorso di insegnamento, comprendiamo bene che le richieste dei docenti sono assolutamente legittime. Nonostante ciò, ne facciamo comunque le spese, perché uno sciopero inevitabilmente crea disagi”. Da qui la proposta: non è possibile aprire gli appelli straordinari a tutti? “Alcuni docenti hanno scelto, per esempio, di aprire l’appello straordinario anche a coloro ai quali i crediti relativi a un certo esame siano necessari ai fini della borsa di studio oppure a studentesse in gravidanza e studenti con gravi problemi di salute”, spiega Mara. In periodo di scioperi, è stata assicurata per il momento una forma di garanzia ulteriore ai laureandi dell’11 luglio, i quali potranno sostenere l’ultimo esame (compreso il tirocinio o i laboratori per le Altre attività) anche oltre la scadenza dei 15 giorni previsti prima dell’appello della Prova finale, dopo aver inoltrato una richiesta di autorizzazione per la domanda di deroga. Però, “non tutti possono ottenerla, è improbabile che la concedano anche a chi mancano due esami o se questi sono previsti in una data troppo ravvicinata a quella della seduta di laurea. Purtroppo, rimanderò ad ottobre”, è l’amara conclusione di Chiara Ferraiuolo, laureanda in Lingue e Culture Orientali e Africane.