Appello di novembre non per tutti

“È un’ottima notizia, ma credo che sarebbe stato giusto estendere questa possibilità a tutti, visto che gli appelli sono pochi rispetto ad altri Corsi di Laurea. Io sfrutterò l’opportunità per sostenere l’esame di Farmaceutica”. Soddisfazione per l’opportunità concessa dal Dipartimento e solidarietà per i colleghi che dovranno restare fermi
ai box. A parlare è una studentessa che preferisce rimanere anonima e che cercherà di far fruttare l’appello di novembre. Una data in più per liberarsi di qualche zavorra accumulatasi durate gli anni di studio concessa, come si legge negli avvisi affissi nella sede di via Montesano, soltanto ai fuori corso, ai ripetenti e a chi nell’anno accademico 2015/2016 era iscritto all’ultimo anno del corso di appartenenza. Si prova con questa decisione a impedire un eventuale esodo dalle aule da parte dei frequentanti, ma, per la studentessa in questione, il pericolo
non è reale: “non mi assenterò dai corsi perché sto preparando da un po’ di tempo l’esame che intendo sostenere. La data di novembre è utile, ma non si può partire da zero con lo studio. La concomitanza dei corsi deve limitare lo studio a una ripetizione, altrimenti si abbandona l’aula. In un mese non si può fare molto”. Un collega che è nelle sue stesse condizioni aggiunge: “penso che sfrutterò l’appello a novembre, è una notizia che mi ha reso felice. Mi dispiace però che non sia concesso a tutti”. Non nasconde un certo malcontento Andrea, studente del quarto anno: “sono deluso da questa decisione. Avevo elaborato un piano di studi che contemplava la data di novembre. Mi toccherà cestinarlo e riprogrammare tutto”. A suo avviso, sarebbe opportuno concedere maggiore autonomia agli studenti: “da un lato i professori hanno ragione a non volerla concedere, perché a novembre i corsi si svuotano. Dall’altro lato, credo che lo studente debba avere la possibilità di organizzare il proprio studio come meglio crede. Potrebbe commettere un errore, assentandosi alle lezioni, ma ha tutto il diritto di sbagliare”. Gli si prospetta un anno duro: “gli esami del quarto anno sono molto complessi. C’è preoccupazione, ma è normale sia così. Gli orari pure non aiutano perché prevedono una presenza massiccia in aula. Non so se seguirò”. È iniziato il quarto anno anche per Laura, che in merito all’appello di novembre aggiunge: “è una brutta notizia per noi. Una data in più ci avrebbe permesso di recuperare parte del terreno perduto. Ho esami arretrati e un appello aggiuntivo mi avrebbe
fatto comodo, trovo ingiusto che non possa avvalermene. Adesso sarò costretta ad accumulare lavoro a gennaio”. Accanto a lei, Chiara, più cauta nei commenti: “l’appello a novembre di sicuro influenza negativamente la presenza in aula, quindi andrebbe gestito bene”. Sull’inizio dei corsi: “è un semestre difficile. Seguiamo quasi tutti i giorni
fino alle 7 di sera e conciliare lezioni e studio a casa è impresa ardua”. Si unisce al coro Giovanna: “credo sia
sbagliato non concedere una data in più a tutti. Gli appelli sono pochissimi. Ci dovrebbero mettere in condizione di recuperare”. Adesso: “c’è la paura di non farcela visto che gli esami sono molto tosti. A questa si aggiunge il timore di lasciare indietro altre materie”. Pericolo serio visto che, almeno al quarto anno, il lavoro in aula arriva fino a sera. Sugli orari si sofferma Antonia: “conciliare frequenza e studio è pesante. Venendo qui e finendo alle sette di sera, non credo di potermi mettere sui libri al ritorno a casa”.
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