Applicare la qualità anche ai Servizi Amministrativi

Il contributo che offre un Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) applicato ad un Ente o Azienda, in termini di efficacia ed efficienza è patrimonio comune tanto nel settore privato quanto in quello pubblico. La nascita anche nell’ateneo fridericiano del Centro Qualità d’Ateneo ne è la prova. 
La mission del Centro, almeno per il momento, sarà il settore della ricerca e solo minimamente coinvolgerà l’ambito della didattica, ponendosi quale “consulente” al servizio dei vari centri economici dell’Ateneo, eventuali “commissionari”, al fine di ottenere la certificazione di qualità attestata da un organismo terzo, preposto allo scopo.
Il tema della qualità potrebbe, altresì, essere applicato anche ai servizi amministrativi offerti dall’Ateneo agli studenti nonché ai fornitori e più in generale a tutti gli utenti, quali ad esempio le segreterie, le biblioteche, i laboratori, gli uffici tecnici, la ragioneria e i centri informatici e poi esteso, in un progetto di lungo periodo, a tutte le strutture universitarie.
Il Sistema di Gestione della Qualità per i servizi amministrativi dovrebbe essere diretto dal Direttore Amministrativo quale principale responsabile, coadiuvato da un Quality Manager individuato tra il personale tecnico-amministrativo con idonee ed adeguate competenze, al fine di formare progressivamente un team di Responsabili della Qualità individuati tra i funzionari del personale tecnico-amministrativo che hanno la peculiare funzione di applicare e far penetrare capillarmente la cultura della qualità in tutti i settori dell’Ateneo.
Considerato il beneficio apportato all’azione amministrativa, di gran lunga superiore all’investimento occorso, come dimostrato da indagini espletate su aziende private dotate di un SGQ rispetto ad altre loro concorrenti prive di quest’ultimo, ritengo urgente un intervento in tal senso da parte  dell’Università Federico II.
Un’ultima riflessione la vorrei dedicare ad una delle implicazioni concrete che un tale Sistema comporterebbe, ad esempio, ai fini della gestione economica dei fondi destinati alla incentivazione del personale tecnico-amministrativo quale trattamento accessorio. 
L’amministrazione universitaria si troverebbe, infatti, di fronte a criteri oggettivi di valutazione delle prestazioni amministrative, ovvero di fronte a standards qualitativi misurabili, correlati ai processi amministrativi, tali da consentire la distribuzione dei fondi incentivanti in maniera equa, superando in tal modo la discrezionalità che ha caratterizzato la distribuzione degli stessi in tutti i casi in cui è stata affidata ai Responsabili degli Uffici.
L’applicazione di un SGQ, infine, comporterebbe di fatto un aggiornamento e una qualificazione professionale costante e duratura del personale con ripercussioni positive sui destinatari dei servizi offerti dall’Ateneo.
Dott. Ciro Borrelli
(Dottorando di Ricerca nei Servizi Pubblici, in tema
di qualità, nonché funzionario del Federico II e 
Presidente del Cral, già nella segreteria d’Ateneo della UIL con incarico alla “qualità dell’amministrazione”) 
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