Architetti, pianificatori, arredatori

Tra tutti i Corsi di Laurea attivati dalla Facoltà, quello quinquennale in Architettura “può definirsi una laurea ancora alla vecchia maniera, forse meno all’avanguardia rispetto agli altri percorsi triennali, caratterizzati invece da una connotazione molto più specialistica – dichiara il suo Presidente, il prof. Fabrizio Spirito – Ciononostante, gli studenti preferiscono la struttura quinquennale perché si fidano del percorso più lungo, perché si sentono accompagnati sino alla fine degli studi, perché nel modello riformato del 3+2 gli sbocchi occupazionali non hanno ancora contorni ben definiti”.
A detta del prof. Spirito, “rispetto alle altre nostre lauree triennali, questo Corso tiene meno conto delle richieste del mercato del lavoro. Accanto alla libera professione, che occupa appena il 4% dei nostri laureati, il titolo consente di trovare impiego negli organismi decisionali pubblici, come enti ed uffici, le sovraintendenze, per esempio”. In ogni caso, “per fare questo mestiere ci vuole passione. È ciò che cerchiamo di trasmettere ai nostri studenti durante le lezioni in aula”.
L’intero percorso, spalmato su cinque anni, si articola in un biennio dedicato allo studio di materie di base. Matematica, Storia dell’arte, Disegno, Composizione, Urbanistica, Tecnologia e Fisica tecnica, gli esami del primo anno. Dal secondo si cominciano le discipline strutturali, tra cui l’esame di Statica. “Il terzo anno – spiega il prof. Spirito – è un momento di sintesi degli argomenti analizzati nel biennio, dedicato ad una serie di laboratori integrati, che continuano al quarto e quinto anno, dove si affrontano anche le discipline più professionalizzanti”.  
“Consiglio di iscriversi al CdL triennale in Scienze dell’architettura  solamente a quei ragazzi che non hanno ancora le idee chiare. Se, invece, si sa già di voler diventare architetti nel senso tradizionale del termine, è preferibile seguire il Corso quinquennale”. A parlare è il suo Presidente, il prof. Antonio Lavaggi. “La triennale in Scienze dell’architettura – chiarisce il docente – permette a chi non volesse continuare gli studi di fermarsi. Il titolo, infatti, offre diverse possibilità occupazionali, quali la redazione di progetti di edifici di piccola volumetria, assistenza ai cantieri, impiego in enti pubblici”. 
Il Presidente respinge le accuse – che circolano da tempo in Facoltà – di sfornare semplici “geometroni”, figure professionali che ne sanno un po’ di più dei geometri ma un po’ di meno degli architetti. “Possono scherzare quanto vogliono – ribatte divertito, ma poi si fa serio – Sta di fatto che la laurea di primo livello garantisce reali sbocchi occupazionali. Altrimenti non si spiegherebbe perché altri importanti Atenei italiani hanno investito su questo titolo, vedi Milano e Roma tre. E poi i docenti sono gli stessi che per tanti anni hanno insegnato al CdL tradizionale; i contenuti formativi sono chiaramente ridotti perché il percorso si svolge in tre e non in cinque anni”.
Due le Specialistiche, l’una in Progettazione architettonica, l’altra in Restauro, con la prima che offre la stessa competenza e gli stessi diritti della quinquennale. Otto gli esami da superare ogni anno nel percorso triennale. Tra le materie del primo, Matematica, Disegno, Storia dell’arte, Inglese, Costruzione delle opere di Architettura, laboratorio di Progettazione, un corso integrato di Urbanistica, Pianificazione e Diritto urbanistico. Un suggerimento alle matricole: non perdetevi l’incontro che il prof. Lavaggi fissa ogni anno ad inizio corsi in cui riferisce ai neo iscritti le “istruzioni per l’uso” della Facoltà. In ogni caso, “sino a fine luglio ogni giovedì dalle 11 alle 14 sono al Dipartimento di Progettazione architettonica, al quinto piano di via Forno vecchio per qualsiasi consiglio sulla scelta alla Facoltà o per risolvere qualunque altro tipo di dubbio”.                                                                                                      
Il CdL in Edilizia ha sede nel complesso di S. Maria del Rifugio a Cava dei Tirreni. La sua peculiarità consiste nel formare un laureato “che dopo tre anni di corso sappia concretamente fare qualcosa”, afferma il suo Presidente, la prof.ssa Gabriella Caterina. In particolare, “il laureato triennale sarà capace di valutare e governare un progetto edilizio; chi proseguirà con la Specialistica (in Manutenzione e gestione edilizia e urbana, ndr) imparerà a conservare nel tempo e, quindi, a manutenere l’edificato”. 
Un Corso che offre ottime chance occupazionali, secondo la docente, “se si pensa che in Italia ci sono molte più cose da riqualificare che da costruire ex novo”. E aggiunge: “entrambi i Corsi sono nati grazie ad una partnership fra la Facoltà di Architettura della Federico II, il Comune di Cava de’ Tirreni e la Provincia di Salerno. Ebbene, il 20% dei crediti sono stati concordati con imprese esterne. Trovare lavoro in strutture private ma anche in enti pubblici, pertanto, dovrebbe essere alquanto agevole”. .
Estimo, Matematica, Strutture, Tecnologie dei materiali, Storia dell’arte, Composizione architettonica, laboratorio di Costruzione, alcuni degli esami del primo anno, tutti con frequenza obbligatoria nella sede di Cava. “La struttura è ben collegata col trasporto pubblico sia da Napoli che da Salerno – riporta il Presidente – Inoltre, c’è anche un Ostello della gioventù per chi avesse la necessità di pernottare un giorno”. Tutti i corsi si svolgono durante il pomeriggio, dalle 14 alle 19, “per agevolare chi già lavora. La sede, comunque, è sempre aperta”.
Il CdL in Edilizia, inoltre, organizza una serie di precorsi su elementi basilari di Matematica, Fisica e Statica, “affinché gli studenti partano tutti con la stessa formazione”. Gli interessati devono segnalare la loro adesione all’atto dell’iscrizione alla Facoltà. I corsi durano, in media, una ventina di giorni e vanno seguiti circa tre volte a settimana.
Rispetto agli altri Corsi di Laurea attivati ad Architettura, Scienze urbanistiche e della pianificazione territoriale e ambientale “è l’unico veramente diverso, perché con la laurea non si diventa architetti ma pianificatori, cioè figure specializzate nel controllo di qualsiasi tipo di operazione urbanistica”. A sostenerlo, la prof.ssa Daniela Lepore, referente del Corso che è presieduto dal prof. Attilio Belli. 
Un laureato triennale in Urbanistica, dunque, può trovare lavoro nelle pubbliche amministrazioni, “soprattutto negli Uffici di piano o Uffici tecnici comunali, dove ancora ci si avvale di professionisti ‘autoformati’ per la gestione di programmi innovativi in materia urbanistica, finanziati dall’Unione europea e dal Governo centrale”. La Specialistica in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale, invece, “forma un pianificatore senior, colui che può realizzare, e firmare, un piano urbanistico. Inoltre, può svolgere attività di consulenza per studi privati, dal momento che molti di questi progetti sono elaborati proprio nel privato”.
Gli esami del primo anno prevedono un pacchetto d’ingresso da dieci crediti in cui lo studente deve dimostrare di possedere conoscenze basilari su argomenti quali capacità espressiva, mezzi tecnici e rudimenti di matematica. C’è poi un laboratorio di Impostazione, “in cui i ragazzi sono chiamati a smontare un caso reale di processo di trasformazione urbana”, seguito da esami di Matematica e Statistica, Informatica, Storia della città, Inglese e due laboratori integrati, uno di Ecologia e Geologia, l’altro di Economia e Geografia.
Le lezioni si svolgono sempre nella stessa aula, “presumibilmente nel plesso di via Forno Vecchio”. “Seguite con profitto – l’esortazione della prof.ssa Lepore alle prossime matricole – e leggete i giornali, perché per il mestiere del pianificatore è fondamentale capire dove si vive e cosa succede intorno”. 
Arredare casa potrà essere più semplice se ci si affida ad un esperto in Arredamento, interno architettonico e design. Dai tratti del tutto atipici rispetto alla tradizionale offerta formativa della Facoltà di Architettura, questo CdL triennale è completamente dedicato agli interni, laddove l’arredamento “diventa parte integrante di tutto il processo di progettazione”, spiega il prof. Agostino Bossi, ideatore del percorso insieme al suo attuale presidente, il prof. Filippo Alison. 
Istituito lo scorso anno accademico, Arredamento è stato letteralmente preso d’assalto da centinaia di studenti (oltre 300 per appena 50 posti disponibili) per via della sua originalità e delle prospettive occupazionali. “In Italia si costruisce pochissimo e il mercato delle ristrutturazioni si svolge sempre un po’ in ombra. Questo titolo, invece, promette opportunità di lavoro nel settore del restauro, garantisce assistenza specialistica negli studi di architettura, offre possibilità di lavoro nel commercio del mobile e delle attrezzature domestiche”. In cantiere anche più di un biennio specialistico, ancora al vaglio del corpo docente. 
Ben dieci gli esami del primo anno, tra cui laboratorio di Arredamento, laboratorio di Progettazione architettonica, Storia dell’arte, Estetica, Storia dell’arredamento, Filosofia dei linguaggi, Tecnologia dell’architettura, Disegno, Matematica ed Informatica. “Va da sé – commenta il prof. Bossi – che è un Corso dove si studia molto”. Le lezioni si seguono all’ultimo piano di Palazzo Gravina, in una deliziosa aula che può ospitare al massimo cinquanta studenti, tanti quanto i posti banditi dalla Facoltà per la frequenza al Corso. “Il nostro organico è scarsissimo, non possiamo accogliere altri ragazzi, sebbene ci sia una grande richiesta”. Dal prossimo anno accademico, il CdL in Arredamento usufruirà anche di un’altra aula, “la numero 31 sempre di Palazzo Gravina, che verrà presto ristrutturata”, promette il Preside Benedetto Gravagnuolo. 
Paola Mantovano
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