Bene la teoria, pessime le strutture

Pieni voti per la teoria e per il rapporto studenti docenti; insufficienza per la mancanza di esperienza clinica effettiva svolta dagli studenti. La pagella del corso di laurea in Odontoiatria della Seconda Università redatta  dai visitatori di Den Ed – la commissione europea che lavora ad uniformare ed omogeneizzare le scuole di Odontoiatria in Europa – è in chiaroscuro. Per monitorare lo stato della didattica hanno rivoltato come un guanto il corso di laurea ed hanno incontrato gli studenti, durante la visita effettuata qualche mese fa. La relazione che hanno compilato porta la data del 6 luglio.
Le cliniche, si diceva, costituiscono il tasto dolente. Ecco cosa scrivono i visitatori di Den Ed: ”non sono adeguate neppure per 24 studenti che devono seguire un programma di laurea moderno in Odontoiatria”. In particolare, sotto il profilo delle strutture: ”la Scuola mostra segni di età; alcune unità (poltrona più riunito) sono state recentemente sostituite mentre altre sono prossime alla fine della loro vita utile”. Incalzano, in un altro passo della relazione: ”le 24 unità odontoiatriche vengono utilizzate dal personale sanitario laureato, dagli studenti che seguono il corso di laurea, dagli specializzandi e dagli igienisti dentari. Queste strutture sono di per sé stesse inadeguate e la situazione può solo peggiorare, dal momento che il numero di studenti si avvia alla fase clinica del Corso di laurea”. Aggiungono: ”per ora non esiste la possibilità di esercitare l’odontoiatria a quattro mani, visto che la nuova scuola di Caserta è in fase di progettazione; noi speriamo vivamente che passi siano intrapresi verso l’istituzione di questo aspetto dell’odontoiatria”. Capitolo laboratori: ”al loro interno ci ha fatto una buona impressione l’impianto destinato all’insegnamento sui fantocci. Ci sono 24 manichini ed un impianto televisivo per la dimostrazione pratica dal vivo”. Anche sui laboratori, peraltro, secondo i visitors europei incombe l’incognita del numero eccessivo di studenti, rispetto alle strutture disponibili. “Questi impianti eccellenti saranno insufficienti. Le aule sono appena adeguate per il numero di studenti che frequentano i corsi. E’ difficile capire come potranno affrontare le esigenze poste da un piano di lezioni più ampio e dall’eccessivo numero di studenti. Dobbiamo inoltre evidenziare l’esistenza di un laboratorio odontotecnico molto piccolo. Sono disponibili soltanto 4 posti per i tre odontotecnici e per tutti gli studenti. Le strutture permettono che si faccia lavoro unicamente di tipo acrilico; invece tutto il lavoro metallico deve essere richiesto a laboratori odontoiatrici privati”. Inadeguata la biblioteca, come sottolinea anche il documento di autovalutazione del Corso di laurea. La relazione della commissione europea evidenzia: ”la mancanza di un bibliotecario, l’accesso difficile ai libri, la soppressione, fin dal 1995, dell’abbonamento alle riviste”. Solo in parte attenua i disagi la possibilità di usufruire della biblioteca del corso di laurea in Odontoiatria della Federico II ed il prestito che alcuni docenti concedono agli studenti dei loro libri personali. 
Una sezione è dedicata agli esami. “Non sembra – rilevano i visitatori- che ci siano degli esami di discipline odontoiatriche nelle quali vengono visitati i pazienti; fa eccezione la clinica Odontostomatologica, dove l’esame è basato sulla vista del paziente, diagnosi e terapia dello stesso”. Dal corso di laurea, insomma, si esce ferratissimi sul piano teorico, ma con esperienza assai scarsa. Gli esperti lo ribadiscono quando passano a monitorare la qualità del piano di studio. ”Il problema fondamentale è rappresentato dalla mancanza, alla fine del corso, di esperienza clinica in termini pratici”. Oltre che dall’inadeguatezza delle strutture, secondo i saggi,  questa carenza deriva dal fatto che i pazienti pagano la stessa tariffa indipendentemente da chi esegue il trattamento, sia un laureato oppure uno studente. “Ciò inevitabilmente porta i pazienti al rifiuto di essere curati dagli studenti”. La proposta è di ridurre od abolire il ticket a carico dei pazienti, qualora il trattamento sia effettuato dagli studenti. Una pratica, sostengono, “di comune uso in altri paesi d’Europa”. Dall’esame sui singoli corsi, emergono poi altre emergenze. Qualche esempio: il pendolarismo forzato degli studenti di Medicina Generale per raggiungere gli ospedali dove si insegnano anche gli aspetti pratici, i vincoli che ostacolano l’insegnamento dell’Odontoiatria pediatrica (lo scarso numero di ore e la mancanza di una clinica destinata unicamente ai bimbi), l’insufficiente enfasi che viene attribuita alla prevenzione nel percorso del piano di studio, la mancanza di corsi specifici di assistenza integrata e di pronto soccorso odontoiatrico. L’ultimo esame, per tradizione curriculare, è Clinica odontostomatologica. Prima della laurea va espletato il tirocinio obbligatorio di sei mesi. Dopo la laurea va sostenuto l’esame di Stato. “Non è chiaro ai visitatori perché ci siano due esami dopo il tirocinio, mentre sarebbe logico che tra laurea ed esame di Stato ci sia un ulteriore periodo di pratica”, rileva sul punto la commissione.
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