Lo vogliono già imitare in molti, a partire dalle Università di Stanford ed Harvard, il progetto di catalogo in linked open data che vede coinvolti gli Atenei Parthenope, Federico II, L’Orientale, Salerno, Sannio, Basilicata, nell’ambito della Convenzione interuniversitaria 2013-2015, e che nel rinnovo in programma vedrà anche l’adesione dell’Università del Salento. “Si tratta di un’iniziativa di altissimo livello, che ha riscosso grande attenzione anche all’estero e di cui siamo il progetto pilota”, commenta il prof. Elio Dovere, delegato di Ateneo alle Biblioteche. “Il progetto, tra i primi al mondo di questo tipo, è stato presentato alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e alcuni atenei statunitensi stanno prendendo spunto per una realizzazione analoga. La tecnologia open data permette a chiunque l’accesso alle informazioni presenti nel catalogo, e soprattutto il loro riutilizzo”, spiega la dott.ssa Rosa Maiello, responsabile della Biblioteca d’Ateneo e presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche. Il primo catalogo bibliografico open data in Italia crea un punto di accesso unificato al posseduto di tutte le biblioteche facenti parte della Convenzione, con attualmente circa due milioni di record bibliotecari. Il catalogo rientra nel Progetto Share Campus (sharecampus.it), nato dalla Convenzione interuniversitaria, e che prevede anche altre opportunità tra le quali si riconosce l’utenza di ciascun Ateneo aderente come utente interno. “Vale a dire che uno studente può accedere al patrimonio librario di un Ateneo diverso dal suo liberamente – sottolinea la dott.ssa Maiello – Noi avevamo già delle politiche di apertura in tal senso, ma in questo modo si è voluto ufficializzare la procedura di accesso, e devo dire che abbiamo riscontrato un notevole successo fin da subito, con un incremento di circa il 10% dell’utenza esterna”.
La Parthenope vuole dare un contributo ulteriore attraverso una digitalizzazione del patrimonio interno: “Come Ateneo vorremmo mettere a disposizione un’apparecchiatura per la digitalizzazione, visto che nelle nostre realtà ci sono sia libri antichi che meritano di essere valorizzati, che opere fuori commercio di nostri autori, le quali, compatibilmente con il diritto d’autore, potranno essere rimesse in circolazione con questa modalità digitale”. Grazie ad un finanziamento di 50 mila euro la Parthenope potrà, quindi, mettere a disposizione una nuovissima apparecchiatura per la digitalizzazione e la metadatazione. Ricordiamo che il patrimonio librario dell’Ateneo ammonta a circa 60 mila unità tra periodici, libri e monografie, 35 mila e-book ed e-journals, in abbonamento, mentre sono 4 mila i libri del ‘Fondo Borbonico’, di cui 2 mila antichi, cioè anteriori al 1830 e che potrebbero essere messi in condivisione attraverso la digitalizzazione.
Un altro progetto per il futuro che il prof. Dovere e la dott.ssa Maiello coltivano con la dott.ssa Livia Mauro, dirigente della Ripartizione legale e sistema bibliotecario, è di valorizzare la storia di Napoli e quella degli autori che hanno dato lustro all’Ateneo, mediante una collana on line di ‘reprints’, opere antiche o fuori diritti, o per le quali si è ottenuta l’autorizzazione dei titolari, che meritano di essere diffuse on line.
Sfuma invece la possibilità di ottenere in dono i circa 35 mila volumi appartenuti all’avvocato Marotta. Spiega il prof. Dovere: “Non si è ritenuta un’operazione fattibile in quanto tra i volumi, che ci sarebbero stati dati in comodato d’uso, non erano presenti testi di diritto o inerenti alle discipline insegnate in Ateneo, ma solo volumi di letteratura o filosofia”.
Prosegue, invece, il progetto di creazione di un Polo Bibliotecario unico a Palazzo Pacanowski, anche se, dice il prof. Dovere, “non ci sono molti spazi e quelli che avevamo individuato ai piani B e C sono in gran parte occupati da aule studio. Per adesso siamo, quindi, in attesa di trasportare l’archivio da Via Acton. Una volta sistemato quello si potrà valutare quanto spazio rimane. Inoltre, sta avvenendo il trasferimento di 5 mila volumi in deposito presso la biblioteca del Comune di Nola. Attualmente vengono ospitati nei corridoi del Dipartimento di Giurisprudenza al II piano e in quello di Economia all’ultimo piano. Non sappiamo se riusciremo a trasferire tutto in un’unica area nei piani seminterrati”.
La Parthenope vuole dare un contributo ulteriore attraverso una digitalizzazione del patrimonio interno: “Come Ateneo vorremmo mettere a disposizione un’apparecchiatura per la digitalizzazione, visto che nelle nostre realtà ci sono sia libri antichi che meritano di essere valorizzati, che opere fuori commercio di nostri autori, le quali, compatibilmente con il diritto d’autore, potranno essere rimesse in circolazione con questa modalità digitale”. Grazie ad un finanziamento di 50 mila euro la Parthenope potrà, quindi, mettere a disposizione una nuovissima apparecchiatura per la digitalizzazione e la metadatazione. Ricordiamo che il patrimonio librario dell’Ateneo ammonta a circa 60 mila unità tra periodici, libri e monografie, 35 mila e-book ed e-journals, in abbonamento, mentre sono 4 mila i libri del ‘Fondo Borbonico’, di cui 2 mila antichi, cioè anteriori al 1830 e che potrebbero essere messi in condivisione attraverso la digitalizzazione.
Un altro progetto per il futuro che il prof. Dovere e la dott.ssa Maiello coltivano con la dott.ssa Livia Mauro, dirigente della Ripartizione legale e sistema bibliotecario, è di valorizzare la storia di Napoli e quella degli autori che hanno dato lustro all’Ateneo, mediante una collana on line di ‘reprints’, opere antiche o fuori diritti, o per le quali si è ottenuta l’autorizzazione dei titolari, che meritano di essere diffuse on line.
Sfuma invece la possibilità di ottenere in dono i circa 35 mila volumi appartenuti all’avvocato Marotta. Spiega il prof. Dovere: “Non si è ritenuta un’operazione fattibile in quanto tra i volumi, che ci sarebbero stati dati in comodato d’uso, non erano presenti testi di diritto o inerenti alle discipline insegnate in Ateneo, ma solo volumi di letteratura o filosofia”.
Prosegue, invece, il progetto di creazione di un Polo Bibliotecario unico a Palazzo Pacanowski, anche se, dice il prof. Dovere, “non ci sono molti spazi e quelli che avevamo individuato ai piani B e C sono in gran parte occupati da aule studio. Per adesso siamo, quindi, in attesa di trasportare l’archivio da Via Acton. Una volta sistemato quello si potrà valutare quanto spazio rimane. Inoltre, sta avvenendo il trasferimento di 5 mila volumi in deposito presso la biblioteca del Comune di Nola. Attualmente vengono ospitati nei corridoi del Dipartimento di Giurisprudenza al II piano e in quello di Economia all’ultimo piano. Non sappiamo se riusciremo a trasferire tutto in un’unica area nei piani seminterrati”.