Borse DAAD, opportunità di studio e ricerca presso 400 università tedesche

Il programma DAAD, l’ente tedesco rinomato su scala mondiale per il supporto agli scambi accademici, eroga per l’anno 2017/2018 borse di studio al fine di promuovere la mobilità di studenti, dottorandi, ricercatori e professori in Germania. “Le borse di studio offrono a tutti coloro in grado di interagire in tedesco o in inglese la possibilità di svolgere un periodo di specializzazione presso circa 400 Università tedesche”, informa Thomas Mildenberger, lettore DAAD a L’Orientale. Per potervi accedere occorre che al momento della candidatura non siano trascorsi più di 6 anni dal conseguimento dell’ultimo titolo. Di natura eterogenea i programmi messi a disposizione: soggiorni studio da 1 a 2 anni (750 euro al mese), di ricerca da 1 a 18 mesi (1.000-2.300 euro), di lingua da 3 a 8 settimane, e ancora viaggi-studio da 7 a 12 settimane. “Il periodo più breve è quello delle sessioni estive di un mese, all’occorrenza prolungabili dai ricercatori. Vi sono poi anche borse di un anno che possono essere richieste per un Master”. La conoscenza del tedesco è un requisito preferenziale ma non obbligatorio. A meno che non si studi questa lingua in un Corso di Laurea a sfondo prettamente umanistico. In tal caso, gli Atenei richiedono “almeno un livello di B1”, secondo il Quadro Comune Europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER). In alternativa, “bisogna possedere un certo grado di competenza in inglese, che viene testato dall’Università
di origine”.
La lettera motivazionale, un importante biglietto da visita
Non sono dunque necessarie ulteriori certificazioni di lingua riconosciute a livello internazionale. Alla preparazione linguistica, che rientra in linea di massima nei requisiti per l’assegnamento della borsa, si sommano ulteriori titoli di eleggibilità, ciascuno dei quali dipende dall’ordinamento didattico e dal regolamento di ammissione dell’Università
selezionata. Un ottimo biglietto da visita per il candidato è la lettera motivazionale “insieme alla lettera di presentazione che va stilata da un docente di riferimento del proprio Ateneo”. In fase di compilazione della domanda, “è importante che lo studente formuli nella maniera più esplicita possibile le sue motivazioni e gli obiettivi che lo conducono a intraprendere un percorso di studi all’estero. Insomma, far capire a chi legge perché la borsa
sia più necessaria a lui anziché ad altri”. Tra i quesiti più ricorrenti, “la formulazione della domanda è oggetto di numerosi dubbi. La cosa fondamentale è chiarire perché si sta facendo richiesta proprio per quell’Università di destinazione”. Come per altri programmi di scambio, “spesso gli studenti si trovano davanti a bandi relativamente complessi, quindi possono riscontrare qualche difficoltà nella comprensione di certe dinamiche burocratiche”.
Con l’obiettivo di ovviare ai fraintendimenti è stato, perciò, organizzato un incontro informativo lo scorso 25 ottobre. “Abbiamo convenuto di illustrare agli interessati tutte le indicazioni passo passo, poiché si tratta comunque di un’impostazione di studi differente e di un sistema universitario relativo a un altro paese”. Per i dottorati il discorso si fa più complesso. “In Germania ci sono due modi per accedere a un dottorato: c’è il tipo ‘strutturato’ che funziona come una scuola e poi quello ‘libero’ all’interno del quale si può concordare un programma di ricerca con il docente al quale si è affidati”. In genere, “il primo è finanziato dall’Istituto ospitante, laddove il secondo non prevede alcuna remunerazione”. Come individuare l’Università giusta? “Bisogna orientarsi secondo criteri diversi: la scelta della cattedra, il costo dellavita, la posizione della città ove è situato l’Istituto”. In sostanza, fare appello alla lungimiranza per immaginare quale potrebbe essere il clima più congeniale al proprio stile di vita e ai propri interessi scientifico- disciplinari. “A mio avviso, il problema principale quando ci si trasferisce in un paese straniero è conciliare l’esperienza di vita con la routine accademica. All’inizio è sempre un po’ faticoso organizzarsi. Ancora oggi io stesso ho difficoltà a trovare casa in Germania”. In conclusione, perché si tratta di un’opportunità unica e irripetibile? “È un’esperienza personale di formazione costruttiva non soltanto a livello accademico. Gli studenti al ritorno sono molto più sicuri del proprio percorso ma anche di se stessi”. Vivere in un altro paese sprona, in particolare, il filantropo che ne studia la rispettiva lingua, letteratura e cultura a immergersi nella quotidianità dei suoi parlanti nativi. “Gli studenti hanno sempre un’idea molto astratta e manualistica di ciò che poi si trovano a
studiare sul campo in forma reale. È soltanto tramite l’analisi esperienziale e diretta che lo stereotipo va in frantumi”. Per qualsiasi necessità di chiarimento, “non esitare a venire ad approfittare delle ore di consulenza”.
Il servizio resta attivo fino alla data di scadenza dei singoli bandi ai primi di dicembre e si tiene il martedì dalle 14.30 alle 16.30 su appuntamento presso la sede di Santa Maria Porta Coeli nella stanza 302.
- Advertisement -





Articoli Correlati