“Si parla non solo in Ungheria, ma anche in Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e altri Paesi dove vivono ancora forti minoranze con una vivace e interessante vita culturale”, afferma il prof. Amedeo Di Francesco, ordinario di Lingua e Letteratura Ungherese, delineando tout court le tappe di diffusione di una lingua che permea l’Europa Centro-Orientale. Una perla rara a L’Orientale il cui insegnamento odierno raccoglie l’eredità culturale
della cattedra di magiaristica istituita negli anni Sessanta. Perché studiare Ungherese? “Per contribuire a ridurre la diffusa non conoscenza, in Italia, di un’area così vicina al nostro Paese. È impensabile la costruzione di un’Europa unita senza conoscere a fondo l’Ungheria, grande realtà politica del passato e grande opportunità economica del presente”. Per non parlare poi della sua cultura, “originalissima perché europea e asiatica allo stesso tempo, collocata sempre fra apertura all’Occidente e nostalgia dell’Oriente”. La lingua magiara, depositaria di una storia millenaria ed espressione identitaria dell’etnia omonima, è parlata oggi da 15 milioni di persone e può aprire
dunque orizzonti inaspettati. “In un periodo storico come il nostro, caratterizzato da forte competitività, la conoscenza di cose poco note può risultare un elemento vincente”. Anche il numero di corsisti, infatti, può divenire strategico in sede di lezione: “Gli studenti sono stati sempre pochi, ma ciò può costituire un enorme vantaggio per loro”. Ma quali sono le curiosità più inattese a proposito della lingua ugrica? “È una lingua non indoeuropea, bensì appartenente alla famiglia ugrofinnica, quindi ha origini asiatiche”. In quanto ramo del ceppo uralico, l’ungherese è geneticamente e genealogicamente estraneo alla maggior parte delle parlate europee. “Questo aspetto arricchisce notevolmente le competenze di chi è interessato alle lingue e alla linguistica”. D’altronde, in fase di apprendimento tradizionale, dal punto di vista della grammatica, “non si riscontrano particolari difficoltà e la struttura agglutinante – ossia l’uso dei suffissi al posto dei casi – ha suscitato sempre grande interesse e novità”. A disposizione degli studenti, inoltre, “ogni anno sono offerte borse di studio estive di un mese e/o invernali da due a otto mesi dalla
Repubblica di Ungheria”, senza sottovalutare le ulteriori opportunità di usufruire degli accordi con le Università di Budapest, Debrecen, Seghedino, Miskolc e Veszprém nella cornice del programma Erasmus. Durante i soggiorni all’estero “gli studenti si sono sempre trovati molto bene e hanno conosciuto un sistema universitario efficiente”. Molti di questi successivamente “hanno trovato lavoro e continuano tuttora a lavorare e a vivere in Ungheria”. Peculiarità spiccata delle lezioni in aula è, invece, la propensione verso un approccio di tipo comparatistico che guarda all’interazione tra gli influssi della cultura letteraria occidentale sulla produzione ungherese. “A breve, ad esempio, parteciperò a un convegno internazionale su Cervantes dove parlerò della sua ricezione in Ungheria.
Questo, come altri temi simili in rapporto con le letterature europee, da la possibilità agli studenti di Ungherese di scrivere le loro tesi di laurea anche sotto un profilo comparatistico”. Analogamente, si prospettano come ogni anno “cicli di lezioni e seminari tenuti da docenti ungheresi in mobilità”. Attualmente, il prof. Di Francesco è impegnato nella stesura di due manuali – una grammatica elementare della lingua e una breve storia della letteratura ungheresi – che “consentiranno agli allievi di studiare in modo agile e produttivo”. Intanto, nei prossimi mesi “si continuerà con maggiore incisività, e in un rapporto più stretto con altri Atenei italiani, a portare avanti la pubblicazione dei nostri ‘Studi Finno-Ugrici’, un annuario de L’Orientale che abbiamo aperto anche alle collaborazioni di giovani traduttori e studiosi”.
Sabrina Sabatino
della cattedra di magiaristica istituita negli anni Sessanta. Perché studiare Ungherese? “Per contribuire a ridurre la diffusa non conoscenza, in Italia, di un’area così vicina al nostro Paese. È impensabile la costruzione di un’Europa unita senza conoscere a fondo l’Ungheria, grande realtà politica del passato e grande opportunità economica del presente”. Per non parlare poi della sua cultura, “originalissima perché europea e asiatica allo stesso tempo, collocata sempre fra apertura all’Occidente e nostalgia dell’Oriente”. La lingua magiara, depositaria di una storia millenaria ed espressione identitaria dell’etnia omonima, è parlata oggi da 15 milioni di persone e può aprire
dunque orizzonti inaspettati. “In un periodo storico come il nostro, caratterizzato da forte competitività, la conoscenza di cose poco note può risultare un elemento vincente”. Anche il numero di corsisti, infatti, può divenire strategico in sede di lezione: “Gli studenti sono stati sempre pochi, ma ciò può costituire un enorme vantaggio per loro”. Ma quali sono le curiosità più inattese a proposito della lingua ugrica? “È una lingua non indoeuropea, bensì appartenente alla famiglia ugrofinnica, quindi ha origini asiatiche”. In quanto ramo del ceppo uralico, l’ungherese è geneticamente e genealogicamente estraneo alla maggior parte delle parlate europee. “Questo aspetto arricchisce notevolmente le competenze di chi è interessato alle lingue e alla linguistica”. D’altronde, in fase di apprendimento tradizionale, dal punto di vista della grammatica, “non si riscontrano particolari difficoltà e la struttura agglutinante – ossia l’uso dei suffissi al posto dei casi – ha suscitato sempre grande interesse e novità”. A disposizione degli studenti, inoltre, “ogni anno sono offerte borse di studio estive di un mese e/o invernali da due a otto mesi dalla
Repubblica di Ungheria”, senza sottovalutare le ulteriori opportunità di usufruire degli accordi con le Università di Budapest, Debrecen, Seghedino, Miskolc e Veszprém nella cornice del programma Erasmus. Durante i soggiorni all’estero “gli studenti si sono sempre trovati molto bene e hanno conosciuto un sistema universitario efficiente”. Molti di questi successivamente “hanno trovato lavoro e continuano tuttora a lavorare e a vivere in Ungheria”. Peculiarità spiccata delle lezioni in aula è, invece, la propensione verso un approccio di tipo comparatistico che guarda all’interazione tra gli influssi della cultura letteraria occidentale sulla produzione ungherese. “A breve, ad esempio, parteciperò a un convegno internazionale su Cervantes dove parlerò della sua ricezione in Ungheria.
Questo, come altri temi simili in rapporto con le letterature europee, da la possibilità agli studenti di Ungherese di scrivere le loro tesi di laurea anche sotto un profilo comparatistico”. Analogamente, si prospettano come ogni anno “cicli di lezioni e seminari tenuti da docenti ungheresi in mobilità”. Attualmente, il prof. Di Francesco è impegnato nella stesura di due manuali – una grammatica elementare della lingua e una breve storia della letteratura ungheresi – che “consentiranno agli allievi di studiare in modo agile e produttivo”. Intanto, nei prossimi mesi “si continuerà con maggiore incisività, e in un rapporto più stretto con altri Atenei italiani, a portare avanti la pubblicazione dei nostri ‘Studi Finno-Ugrici’, un annuario de L’Orientale che abbiamo aperto anche alle collaborazioni di giovani traduttori e studiosi”.
Sabrina Sabatino