Anno accademico ormai iniziato, volti nuovi e sconosciuti si aggirano in massa, più o meno spaesati, tra le tre sedi principali. Una vera e propria inondazione di matricole di provenienza eteroclita accomunate dalla passione verso lingue, culture e letterature specialistiche. “Una giungla di insegnamenti. Letteralmente”, questo l’esordio di Alfredo
De Pasquale, disorientato dal caos delle aule piene. Sovraffollamento e intersezione degli orari sono le inevitabili criticità con cui i neoiscritti devono andare a impattarsi. Parlano alcuni degli immatricolandi a Mediazione Linguistica e Culturale. “Per trovare posto sto pensando di accamparmi la sera prima. Ma sarebbe necessario innanzitutto un corso di geometria per capire come possano tante matricole stare tutte assieme nella stessa aula”, afferma con sarcasmo Rosa Capuano a proposito di Arabo I. A poco è valsa, infatti, la divisione in tre gruppi
distinti per cognome e assegnati a docenti diversi. “Lo smistamento non fa differenza. La lezione di martedì
nell’aula 3.1 di Palazzo Giusso resta comunque invivibile”. Stesso discorso per un altro insegnamento obbligatorio al primo anno: Linguistica generale, diviso in 5 gruppi. “Mezz’ora prima? Tutto inutile. Non ho avuto ancora il privilegio di assistere seduta a una lezione. Mi aspetto che prossimamente molti abbandonino. Troppo presto per giudicare la fattibilità della vita da frequentante. È necessario un po’ ditempo prima che il corso assuma un
equilibrio definitivo”, riferisce Maria Laura Lettieri. Le fa eco la collega Rita Miniaci, anche lei tra i frequentanti
del gruppo G-M. “È una vera e propria corsa folle. Accade spesso che alcuni studenti entrino già nel corso della lezione precedente e lascino oggetti a mo’ di segnaposto per assicurarsi che dopo i posti siano già prenotati”.
De Pasquale, disorientato dal caos delle aule piene. Sovraffollamento e intersezione degli orari sono le inevitabili criticità con cui i neoiscritti devono andare a impattarsi. Parlano alcuni degli immatricolandi a Mediazione Linguistica e Culturale. “Per trovare posto sto pensando di accamparmi la sera prima. Ma sarebbe necessario innanzitutto un corso di geometria per capire come possano tante matricole stare tutte assieme nella stessa aula”, afferma con sarcasmo Rosa Capuano a proposito di Arabo I. A poco è valsa, infatti, la divisione in tre gruppi
distinti per cognome e assegnati a docenti diversi. “Lo smistamento non fa differenza. La lezione di martedì
nell’aula 3.1 di Palazzo Giusso resta comunque invivibile”. Stesso discorso per un altro insegnamento obbligatorio al primo anno: Linguistica generale, diviso in 5 gruppi. “Mezz’ora prima? Tutto inutile. Non ho avuto ancora il privilegio di assistere seduta a una lezione. Mi aspetto che prossimamente molti abbandonino. Troppo presto per giudicare la fattibilità della vita da frequentante. È necessario un po’ ditempo prima che il corso assuma un
equilibrio definitivo”, riferisce Maria Laura Lettieri. Le fa eco la collega Rita Miniaci, anche lei tra i frequentanti
del gruppo G-M. “È una vera e propria corsa folle. Accade spesso che alcuni studenti entrino già nel corso della lezione precedente e lascino oggetti a mo’ di segnaposto per assicurarsi che dopo i posti siano già prenotati”.
“Seguire non è mai tempo perso”
Problematica aggiuntiva sono i corsi che ancora non hanno un docente prefissato, tra cui Letteratura Inglese nella divisione A-L. “Tutto tace. Non ci resta che aspettare. Si accettano intanto scommesse”, scherza Raffaele Cirillo. Una questione abituale e comune anche alle annualità successive. “Etnolinguistica (gruppo M-Z). Il corso non è ancora cominciato. Non si sa ancora quale sia il docente che debba tenerlo. Comincio a credere che non si farà più nel primo semestre”, sostiene Saverio Vitiello al terzo anno. Il che ha indotto alcuni dei suoi compagni ad attivarsi. “Ci siamo messi in contatto con il Polo Didattico. E ci hanno spiegato per l’ennesima volta che il docente sarà un professore a contratto, per questo non è stato ancora nominato. Ma qui si aspetta da un mese”. Altri, al contrario, non sono ugualmente impazienti: “avete tanta fretta di aggiungere altre 4 ore al vostro orario?”. Ci sono poi coloro che in fase di corsi avviati non ne sono poi troppo soddisfatti, è il caso di Linguistica generale. “Nel 2012 già ho frequentato quest’Università per poi abbandonare per motivi familiari. All’epoca seguivo sempre le lezioni. Niente ne capivo allora, niente ne capisco oggi”, il parere di Federico Di Frenna. Il disorientamento non sembra limitato al singolo corso, poiché le esercitazioni linguistiche costituiscono in seconda battuta una fonte di interrogativi e dubbi. “Il lettorato di Arabo? Arabo! Ma nel senso che si capisce poco e niente. Alcuni madrelingua hanno un’impostazione prevalentemente discorsiva, servendosi poco di lavagna o mezzi scritti. Questo può spaventare al principio, ma bisogna farci l’orecchio”. Gli studenti navigati rimettono il tutto nelle giuste proporzioni: “un po’ di pazienza e vedrete che andrà alla grande”, rassicura Giovanna Russo, laureanda. “Non abbandonate i lettorati perché ve ne pentireste, davvero. La grammatica, il lessico, si imparano soltanto ai corsi dei lettori. Seguire non è mai tempo perso e agli esami ne sarete lautamente compensati, sia per il risparmio del lavoro sia per quel concerne la sua sedimentazione”. Anche perché “le ore non sono tantissime, vale perciò la pena seguire sfruttando ogni singolo minuto di lezione”. Qual è, dunque, il tempo medio per l’apprendimento delle conoscenze basilari nell’uso di una lingua? “Tre anni di laurea non garantiscono una comunicazione orale fluente da parlante medio, ma già al secondo anno si dovrebbe avere un quadro completo della grammatica appresa. Non bisogna avere fretta”. Concorda la collega Teresa Cascone, appena iscritta alla Magistrale in Linguistica e Traduzione Specialistica: “frequentareconviene. Anche se all’inizio non riuscivo a comprendere tutto per filo e per segno, ero comunque entusiasta. Si trattava del primo impatto, poi le cose sono migliorate pian piano”. In sostanza, quel che conta in partenza è: “non avvilirsi, resistere alla tentazione di cambiare lingua al primo ostacolo. La prova del nove è arrivare alla fine del corso. Soltanto allora, a freddo, si può prendere una decisione che consideri il percorso in modo, se non obiettivo, almeno completo”.
Strategia da adottare quando corsi e lettorati si accavallano
Problematica aggiuntiva sono i corsi che ancora non hanno un docente prefissato, tra cui Letteratura Inglese nella divisione A-L. “Tutto tace. Non ci resta che aspettare. Si accettano intanto scommesse”, scherza Raffaele Cirillo. Una questione abituale e comune anche alle annualità successive. “Etnolinguistica (gruppo M-Z). Il corso non è ancora cominciato. Non si sa ancora quale sia il docente che debba tenerlo. Comincio a credere che non si farà più nel primo semestre”, sostiene Saverio Vitiello al terzo anno. Il che ha indotto alcuni dei suoi compagni ad attivarsi. “Ci siamo messi in contatto con il Polo Didattico. E ci hanno spiegato per l’ennesima volta che il docente sarà un professore a contratto, per questo non è stato ancora nominato. Ma qui si aspetta da un mese”. Altri, al contrario, non sono ugualmente impazienti: “avete tanta fretta di aggiungere altre 4 ore al vostro orario?”. Ci sono poi coloro che in fase di corsi avviati non ne sono poi troppo soddisfatti, è il caso di Linguistica generale. “Nel 2012 già ho frequentato quest’Università per poi abbandonare per motivi familiari. All’epoca seguivo sempre le lezioni. Niente ne capivo allora, niente ne capisco oggi”, il parere di Federico Di Frenna. Il disorientamento non sembra limitato al singolo corso, poiché le esercitazioni linguistiche costituiscono in seconda battuta una fonte di interrogativi e dubbi. “Il lettorato di Arabo? Arabo! Ma nel senso che si capisce poco e niente. Alcuni madrelingua hanno un’impostazione prevalentemente discorsiva, servendosi poco di lavagna o mezzi scritti. Questo può spaventare al principio, ma bisogna farci l’orecchio”. Gli studenti navigati rimettono il tutto nelle giuste proporzioni: “un po’ di pazienza e vedrete che andrà alla grande”, rassicura Giovanna Russo, laureanda. “Non abbandonate i lettorati perché ve ne pentireste, davvero. La grammatica, il lessico, si imparano soltanto ai corsi dei lettori. Seguire non è mai tempo perso e agli esami ne sarete lautamente compensati, sia per il risparmio del lavoro sia per quel concerne la sua sedimentazione”. Anche perché “le ore non sono tantissime, vale perciò la pena seguire sfruttando ogni singolo minuto di lezione”. Qual è, dunque, il tempo medio per l’apprendimento delle conoscenze basilari nell’uso di una lingua? “Tre anni di laurea non garantiscono una comunicazione orale fluente da parlante medio, ma già al secondo anno si dovrebbe avere un quadro completo della grammatica appresa. Non bisogna avere fretta”. Concorda la collega Teresa Cascone, appena iscritta alla Magistrale in Linguistica e Traduzione Specialistica: “frequentareconviene. Anche se all’inizio non riuscivo a comprendere tutto per filo e per segno, ero comunque entusiasta. Si trattava del primo impatto, poi le cose sono migliorate pian piano”. In sostanza, quel che conta in partenza è: “non avvilirsi, resistere alla tentazione di cambiare lingua al primo ostacolo. La prova del nove è arrivare alla fine del corso. Soltanto allora, a freddo, si può prendere una decisione che consideri il percorso in modo, se non obiettivo, almeno completo”.
Strategia da adottare quando corsi e lettorati si accavallano
Tra corsi che hanno ingranato la marcia e insegnamenti che, in attesa di definizione, ancora tacciono, emergono i problemi pragmatici dello studente stesso. In particolare, di chi è ancora in dubbio sulla scelta della seconda lingua, in crisi in vista dell’imminente chiusura delle immatricolazioni. Funge da controparte chi questa scelta l’ha già effettuata ma, nell’indecisione, pensa di modificarla al più presto. “Problemi sul lavoro, sto pensando di commutare russo con un’altra lingua più semplice”, medita Debora Festa. A tal proposito, conviene ricordare
che fino al 31 dicembre sarà possibile compilare per la prima volta il piano di studi, oppure modificarlo per coloro già immatricolati. Alle difficoltà d’ordine logistico si aggiungono quelle di comunicazione: “è successo spesso che le informazioni e gli avvisi siano gli stessi docenti a comunicarli in aula, lì dove il sito in certi casi è laconico oppure
non ne tiene conto”, segnala Marta Gallo. E non è tutto: “quand’anche si fosse sicuri della scelta dei propri corsi, spesso non è materialmente possibile seguirli. A meno che non si abbiano ali ai piedi o ci si possa clonare,
per essere in più aule contemporaneamente”, le parole di Salina Sorrentino. Gli accavallamenti di orario si presentano addirittura tra corsi della medesima area linguistica. “Il lettorato di Inglese III coincide con Letteratura Inglese III, e in realtà anche con le lezioni di russo, ma sarebbe folle pretendere che non ci siano sovrapposizioni
tra più di quaranta lingue impartite”. Non da meno è lo spagnolo, il cui laboratorio “si accavalla con il corso
di Lingua. Ora, io non ho studiato spagnolo al liceo. Non so quale dei due seguire”, si interroga Chiara Iavazzo.
Da scardinare il pregiudizio “che la grammatica spagnola sia meno ardua da studiare. Proprio per questo, paradossalmente, i docenti sono molto severi”. Come fare se un corso si accavalla con il lettorato? “Seguire il lettore di un altro gruppo! Oppure rivolgersi al Polo. Questi accavallamenti si verificano per l’ampia offerta di insegnamenti. Sembra una trappola, ma è così. Fa parte del gioco, laddove sono favorito nell’orario ci sarà qualcun altro che lo sarà meno. E naturalmente viceversa”, asserisce linearmente Luigi Padovano. Significativi
gli interventi dei rappresentanti degli studenti per trovare una soluzione. “Circa 250 le segnalazioni che abbiamo ricevuto finora. Ma non sarà possibile esaudire tutte le richieste. È inevitabile perché si tratta di corsi trasversali”, in pratica uno stesso insegnamento è innestato su una o più annualità di più Corsi di Laurea. “Solitamente
accade che neppure il Polo riesca a prendere provvedimenti, se il problema abbraccia solo un numero ridotto di studenti. D’altra parte, la soluzione in alcuni casi si può concordare parlando faccia a faccia col docente responsabile”. Nel frattempo, le matricole che tirano le fila dei pro e contro si trovano condizionati ad assegnare alcune priorità. “Spiego la mia situazione: il mercoledì mi si accavalla il lettorato di tedesco con quello di russo ma anche con Linguistica Italiana. E il lettorato di russo, come se non bastasse, coincide con Lingua Cinese”, dunque riguarda diversi iscritti a Lingue e Culture Comparate. Ripensamenti a parte, la vita accademica dopo un mese sembra già presentare i primi piccoli intralci. “Ma anche questo è formazione. E noi de L’Orientale, con spirito nomade, lo sappiamo bene. Lo studente è invitato così ad adoperare un’intelligenza reale, a dover risolvere problemi concreti correlati alla logistica dello studio, ancora prima che ai suoi contenuti”, conclude Giovanna.
Sabrina Sabatino
che fino al 31 dicembre sarà possibile compilare per la prima volta il piano di studi, oppure modificarlo per coloro già immatricolati. Alle difficoltà d’ordine logistico si aggiungono quelle di comunicazione: “è successo spesso che le informazioni e gli avvisi siano gli stessi docenti a comunicarli in aula, lì dove il sito in certi casi è laconico oppure
non ne tiene conto”, segnala Marta Gallo. E non è tutto: “quand’anche si fosse sicuri della scelta dei propri corsi, spesso non è materialmente possibile seguirli. A meno che non si abbiano ali ai piedi o ci si possa clonare,
per essere in più aule contemporaneamente”, le parole di Salina Sorrentino. Gli accavallamenti di orario si presentano addirittura tra corsi della medesima area linguistica. “Il lettorato di Inglese III coincide con Letteratura Inglese III, e in realtà anche con le lezioni di russo, ma sarebbe folle pretendere che non ci siano sovrapposizioni
tra più di quaranta lingue impartite”. Non da meno è lo spagnolo, il cui laboratorio “si accavalla con il corso
di Lingua. Ora, io non ho studiato spagnolo al liceo. Non so quale dei due seguire”, si interroga Chiara Iavazzo.
Da scardinare il pregiudizio “che la grammatica spagnola sia meno ardua da studiare. Proprio per questo, paradossalmente, i docenti sono molto severi”. Come fare se un corso si accavalla con il lettorato? “Seguire il lettore di un altro gruppo! Oppure rivolgersi al Polo. Questi accavallamenti si verificano per l’ampia offerta di insegnamenti. Sembra una trappola, ma è così. Fa parte del gioco, laddove sono favorito nell’orario ci sarà qualcun altro che lo sarà meno. E naturalmente viceversa”, asserisce linearmente Luigi Padovano. Significativi
gli interventi dei rappresentanti degli studenti per trovare una soluzione. “Circa 250 le segnalazioni che abbiamo ricevuto finora. Ma non sarà possibile esaudire tutte le richieste. È inevitabile perché si tratta di corsi trasversali”, in pratica uno stesso insegnamento è innestato su una o più annualità di più Corsi di Laurea. “Solitamente
accade che neppure il Polo riesca a prendere provvedimenti, se il problema abbraccia solo un numero ridotto di studenti. D’altra parte, la soluzione in alcuni casi si può concordare parlando faccia a faccia col docente responsabile”. Nel frattempo, le matricole che tirano le fila dei pro e contro si trovano condizionati ad assegnare alcune priorità. “Spiego la mia situazione: il mercoledì mi si accavalla il lettorato di tedesco con quello di russo ma anche con Linguistica Italiana. E il lettorato di russo, come se non bastasse, coincide con Lingua Cinese”, dunque riguarda diversi iscritti a Lingue e Culture Comparate. Ripensamenti a parte, la vita accademica dopo un mese sembra già presentare i primi piccoli intralci. “Ma anche questo è formazione. E noi de L’Orientale, con spirito nomade, lo sappiamo bene. Lo studente è invitato così ad adoperare un’intelligenza reale, a dover risolvere problemi concreti correlati alla logistica dello studio, ancora prima che ai suoi contenuti”, conclude Giovanna.
Sabrina Sabatino