La vita del diplomatico non è “tutta caviale e champagne”

Open Week al Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet della Sun. È cominciata lunedì 24 ottobre nell’aula Liccardo per le giovani matricole l’iniziativa dedicata all’orientamento. Una tradizione che si rinnova anche quest’anno per approfondire l’offerta formativa certo, ma anche per dare entusiasmo, in particolare con questo primo incontro, agli studenti che hanno intenzione di intraprendere la strada delle relazioni internazionali. Ad introdurre la giornata di accoglienza, guida e orientamento è stato il prof. Gian Maria Piccinelli, Direttore del Dipartimento, che ha posto l’accento sulla interdisciplinarietà del Corso di Studi, croce e delizia dei ragazzi che si trovano a fronteggiare in un unico percorso storia, geografia, economia, diritto, politica, lingue straniere. L’elasticità mentale è tutto. “Scienze Politiche offre i più svariati strumenti per leggere la complessità contemporanea che
deve essere dapprima scomposta e poi ricomposta attraverso di essi”, ha spiegato il Direttore che per l’occasione
è stato affiancato dal prof. Pasquale Femia, Presidente del Corso di Laurea Triennale in Scienze Politiche, il quale, proveniente dal Dipartimento di Giurisprudenza, ha confermato quella marcia in più del Jean Monnet che lo rende unico nel panorama universitario: “Non ho mai incontrato così tanti professionisti e cultori diversi come in questo Dipartimento – economisti, filosofi, storici, giuristi – e questa è la sua forza”.
Per la carriera internazionale “dovrete padroneggiare tre lingue”
Non esistono esami propedeutici ma per proseguire nel percorso di studi occorre aver terminato tutti gli esami del precedente anno. Solo così non si va avanti con debiti o lacune invalidanti per la corsa alla laurea. Alla fine del secondo anno vi è la fatidica scelta tra tre curricula (Istituzionale, Internazionale e Politiche per il territorio, l’ambiente e l’energia) che segnano in via definitiva la futura carriera lavorativa. “Se vi piace la carriera internazionale – ha affermato la professoressa Ida Caracciolo, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in
Relazioni ed Organizzazioni Internazionali (R.O.I) – dovete essere consci che dovrete padroneggiare tre lingue, due occidentali (inglese, francese, tedesco, spagnolo) e almeno una esotica per essere sopra le righe (cinese, giapponese, russo, arabo). Ma certamente non basta. Alle lingue dobbiamo dare contenuto e conoscenza”. La Laurea Magistrale R.O.I è dunque una finestra sul mondo che consente di approfondire le relazioni internazionali
a 360 gradi e di lavorare ovunque nel mondo. A dare preziosi consigli ai futuri diplomatici e consoli tre ex studenti che ce l’hanno fatta: Valeria Lonati dell’associazione Diplomatici, Benedetto Reitano, diplomatico alla Farnesina (Maeci) e Fabrizio Damiani dell’Istituto Internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la Giustizia
(Unicri). Non si tratta di un percorso impossibile, come spesso si pensa, ma di una strada accidentata e difficile
da percorrere, dipende molto dalla passione e dalla motivazione alla base. Per fare il diplomatico un giorno, oggi tutto fa può far brodo e contribuire a creare un biglietto da visita valido e invitante. “Si comincia a costruire il curriculum – spiega Damiani – perciò fare tirocini, partecipare ad attività di volontariato della propria città, prendere parte a campagne elettorali o frequentare associazioni del proprio territorio non solo è utile ma necessario affinché ci si possa presentare con un curriculum già nutrito”, un curriculum che deve essere chiaro, sintetico ed esteticamente facile. Per diventare funzionari internazionali si vincono concorsi o si accede tramite ‘vacancies’, offerte di lavoro proposte dalle organizzazioni per cui vi è una selezione basata su scritto e orale. Fondamentale è il saper comunicare le proprie esperienze e abilità al di là del titolo di studi e delle competenze linguistiche ed informatiche che sono ovviamente scontate. La strada futura si traccia già da oggi. Per fare centro domani bisogna individuare l’area tematica giusta oggi: il giovane studente deve informarsi ed approfondire sin da ora quella tematica che sta emergendo o è emersa a livello internazionale attraverso una accurata analisi del contesto che va
oltre lo studio accademico. Solo in questo modo si riesce ad indirizzare il proprio cammino nella direzione vincente e a facilitare un eventuale inserimento nel mondo del lavoro. Ancora più ostica è la carriera diplomatica sulla quale si è soffermato Reitano: “non pensate che la vita del diplomatico sia tutta caviale e champagne. È una vita spesso solitaria in cui si lavora intensamente dalla mattina alla sera, spesso anche nel fine settimana”. Al concorso
si accede se si ha meno di 35 anni, una laurea in Giurisprudenza o in Economia o in Scienze Politiche e la cittadinanza italiana. Le prove concorsuali sono abbastanza complesse: due scritti, un test di 60
domande e 5 temi (e due lingue da conoscere), e l’orale. I risultati delle statistiche dicono che i laureati in
Scienze Politiche hanno maggiore successo proprio perché la preparazione interdisciplinare che li contraddistingue
risulta vincente. Gli incontri dell’Open Week, fino al 28 ottobre, hanno sostituito le lezioni della settimana e hanno validità di frequenza per le matricole.
Claudia Monaco
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