Far breccia nel cuore di uno studente alle prese con materie corpose, esercitazioni complesse e ansia da esame non è mai semplice, ogni professore lo sa. Ma con tanta passione per la propria disciplina, attitudine alla docenza e capacità di catturare l’attenzione si può. E i Corsi, Triennale in Scienza e Ingegneria dei Materiali e Magistrale in Ingegneria dei Materiali, hanno premiato con il titolo di miglior docente, anno accademico 2018/2019, i professori Luis a Toscano, Mario Terzo e Domenico Ninno, che hanno ottenuto i punteggi più alti nelle schede di valutazione stilate dai loro severissimi allievi. I tre professori, il 25 settembre, hanno anche premiato, in occasione della giornata online dedicata alla presentazione dei due Corsi di Laurea, i migliori laureati Stefano Tagliaferri e Marco Barretta. Fiera e felice di aver raccolto quanto ha seminato, la prof.ssa Luisa Toscano, ricercatrice di Analisi Matematica, in Triennale insegna questa disciplina, ritenuta tra le più ostiche e temute da tutti gli studenti. “Quando spiego un argomento, che siano i limiti o le derivate o gli integrali, cerco sempre di far comprendere loro l’aspetto pratico di questi concetti e a cosa servirà, in un secondo momento, la teoria che stanno imparando – spiega la docente – All’inizio non ne capiscono l’utilità, ma con gli esami di, ad esempio, Analisi II, Economia, Elettrotecnica, Fisica, Chimica cominciano a vedere le applicazioni pratiche dello studio di Analisi I”. Originali, e per questo molto apprezzate, le simulazioni d’esame che la professoressa propone: “Proibisco ai ragazzi di utilizzare libri o appunti e faccio indossare loro delle cuffie per ascoltare la musica. In questo modo si concentrano solo su se stessi e si isolano dai compagni. Possono scegliere il tipo di musica che preferiscono, ma io suggerisco sempre dei temi motivazionali o epici. Gli studenti devono imparare ad essere decisi e sicuri di sé e, per aiutarli a ripassare, sottopongo esercizi anche un po’ più complessi di quelli che poi troveranno all’esame”. La prof.ssa Toscano è stata studentessa tra la SUN, attuale Vanvitelli, e la Federico II: “Ero molto timida – ricorda – E avrei voluto che i miei profesori fossero un po’ meno freddi nei nostri confronti. In quegli anni non c’erano le email e interfacciarsi con loro non era semplice”. Oggi, invece, “il rapporto docente-studente è molto cambiato: i ragazzi sono più espansivi, forse anche un pochino più invadenti. A volte mi capita, se non rispondo in breve tempo ad un’email, di vedermela recapitare di nuovo dallo studente un po’ in ansia e, soprattutto in prossimità degli esami, mi scrivono tantissimo chiedendomi chiarimenti e correzioni”. Bravi docenti si nasce o si diventa? “Lo si diventa con l’esperienza. Io ho sempre avuto passione per l’insegnamento anche se, dopo la laurea, sono stata indecisa se proseguire con un dottorato o con la libera professione. Per un po’ mi sono dedicata anche alla libera professione, ma poi ho cambiato strada”. Non si può trascurare che “di anno in anno gli studenti cambiano e ci espongono nuovi bisogni. Quelli degli ultimi tre anni, ad esempio, sono diventati più curiosi, vogliono sapere sempre di più. Mi chiedono più esercizi e quando io assegno un argomento da studiare a piacere lo fanno tutti. Di contro, però, mi sembrano un po’ più insicuri e ansiosi ed è proprio questo aspetto che cerco di correggere”. La didattica a distanza non ha cambiato il rapporto della docente con i suoi allievi, anzi lo ha intensificato: “A volte mi capitava di fare ricevimento online alle otto di sera o il sabato”, ricorda con un sorriso. Il suo consiglio: “Studiare. Solo chi studia e approfondisce è padrone delle sue conoscenze e potrà sfruttarle nel migliore dei modi”. Sempre in Triennale, insegna il prof. Mario Terzo, docente di Meccanica Applicata alle Macchine. Per fare una buona didattica è necessario “instaurare un canale di comunicazione con i propri allievi, canale che si basa anche sulla passione che il professore ha per la sua disciplina e per l’insegnamento. Aver ricevuto questo riconoscimento sarà un ulteriore incremento in direzione di un sempre maggiore aggiornamento della didattica sia nei contenuti che nelle forme”. Miglior docente si nasce o si diventa? “Lungi da me attribuirmi questo titolo, spero di esserlo diventato. Questo è un percorso che si costruisce nel tempo e con l’esperienza, anche se penso che, di base, debbano esserci l’innato amore per l’entrare in aula e il desiderio di avvicinare alla propria materia qualcuno che, in quel momento, ne è lontano”. La metodologia del prof. Terzo si fonda proprio sul portare l’allievo a diventare attore del processo di apprendimento: “Cerco di presentare in maniera semplice anche quella materia che è complessa per far sì che lo studente arrivi, alla fine del corso, a padroneggiarla. Molto importanti sono i feedback che riceviamo in aula: quanti allievi rispondono alle domande che vengono poste, quanto velocemente, quali sono le loro reazioni. È un indice immediato che ci dice se il nostro lavoro sta funzionando”. Ma, probabilmente, “la mia disciplina, Meccanica Applicata alle Macchine, piace anche perché prevede una fusione tra gli aspetti teorici e pratici e, si sa, lo studente di Ingegneria vive come un’entusiasmante scoperta la possibilità di poter cominciare ad applicare concretamente i concetti appresi negli esami di base dei primi due anni”. Chi lo conosce da tempo lo definisce una “persona rigorosa e, se necessario, severa durante gli esami. Ma voglio che i ragazzi instaurino un canale di comunicazione con me e mi riconoscano disponibile a comprendere le loro esigenze”. Studente federiciano di Ingegneria anch’egli, il docente si riconosce nella platea che oggi ha di fronte: “Negli anni gli allievi sono cambiati, ma il fulcro è sempre quello: passione, curiosità, desiderio di apprendere per superare ogni ostacolo. I nostri ragazzi sono un’opportunità, la più grande risorsa che abbiamo ed è nostro dovere formarli al meglio”.
Carol Simeoli