Una rosa di 15 studenti che oggi concorre per il Premio Matricola Sun. Sono ragazzi al secondo anno del Corso di Medicina a Caserta selezionati dalla Segreteria Studenti sulla base dei crediti formativi acquisiti e la media aritmetica dei voti ottenuti e che ora, in occasione delle elezioni del 16 e 17 novembre, saranno designati dai loro colleghi sulla base invece delle qualità umane e relazionali. Perché, secondo l’ideatore dell’iniziativa, il prof. Ludovico Docimo, Ordinario di Chirurgia Generale e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche, Neurologiche, Metaboliche e dell’Invecchiamento, “lo studente modello è colui che raggiunge risultati importanti
non solo sul piano del profitto ma anche su quello personale”. In palio cinque tablet per i cinque futuri medici che avranno totalizzato il maggior numero di voti da parte dei loro compagni di corso. Al di là dell’impegno nello studio, ad essere riconosciute sono una serie di doti personali, a partire dalla disponibilità verso gli altri e dallo spirito di collaborazione. Ma chi sono questi ragazzi che prendono 30 agli esami e hanno un cuore nobile? Conosciamone qualcuno. Claudio Visco, l’ultimo dell’elenco in ordine alfabetico, viene da San Nicola la Strada, in provincia di Caserta, ha superato brillantemente tutti gli esami del primo anno e si appresta a vivere il secondo anno con lo
stesso entusiasmo e la testa sulle spalle con cui si è avvicinato ai test d’ingresso: “Ho deciso di iscrivermi solo pochi mesi prima dei test, dopo una lunga riflessione. Sono sempre stato affascinato, però, dall’ambiente medico, a partire dallo studio del corpo umano fino ad arrivare all’idea di rappresentare una persona su cui i pazienti possano fare affidamento”. Claudio ha le idee chiare anche su come dovrebbe essere un bravo medico: “credo che sia necessaria tanta umiltà e la capacità di non dare nulla per scontato, mettendo sempre in gioco se stessi e le proprie conoscenze”. Dello stesso avviso è Emanuele Renga, di Maddaloni: “il medico, ancor prima di avere una preparazione quanto più ampia possibile, deve essere umano, umile e accorto ai propri pazienti. La comprensione
del paziente è tanto importante quanto la preparazione scientifica. L’umiltà poi penso sia l’ingrediente principale. Un medico deve essere sempre umile e aperto a nuove prospettive scientifiche, senza mai illudersi di essere giunto a un livello insormontabile, pensando sempre che ogni nuovo giorno può smentire le intuizioni scientifiche del giorno prima”. Emanuele ha sempre desiderato studiare Medicina: “è da sempre stata la mia ambizione e il mio sogno più grande. La possibilità di mettere a disposizione il mio sapere per il bene degli altri mi ha sempre affascinato ed è tuttora il mio obiettivo. Sono stato dal primo momento contento della mia scelta e dell’ambiente in cui mi sono trovato”. Ha viaggiato ogni giorno da Chiaiano, quartiere periferico di Napoli, Gaetano Di Guida, che oggi si gode il trasferimento nella sede partenopea e il ricordo di un primo anno non affatto semplice: “vivere a
Napoli e spostarsi a Caserta tutti i giorni o quasi non è stato di certo un punto a mio favore, soprattutto considerando tutto il tempo speso all’università a causa di orari non molto flessibili. Tuttavia, se penso alle persone che ho conosciuto e a quanto mi hanno donato, non ho nulla di cui lamentarmi. Ho imparato tantissime cose e ho approfondito ciò che già sapevo, e tutto ciò non ha fatto altro che confermare il mio interesse per l’ambito medico”. Gaetano sa perfettamente cosa rende uno studente il professionista di domani: “lo studente di Medicina non ha nulla in più a uno studente di qualsiasi altra Facoltà. Se vuole essere vincente deve dare il meglio di sé e, soprattutto, deve essere capace di studiare sempre in più del dovuto, non per un voto ma per arricchirsi. Un giorno porterà il suo bagaglio di conoscenze con sé e lo porrà al servizio degli altri. Un medico si riconosce da un camice,
un buon medico si riconosce da tanta preparazione, coraggio e tantissima umiltà”. Fuori sede Elisa Giordano, pugliese doc della provincia di Brindisi, precisamente dal paesino di Torchiarolo, che tira le somme del primo anno accademico lontano dagli affetti e dalla famiglia, il primo anno prevede 5 esami: “durante il primo semestre il carico
di lavoro è sicuramente minore rispetto al secondo in cui si devono affrontare tre esami con crediti molto elevati e contemporaneamente conciliare studio e frequenze universitarie obbligatorie”. La passione fa superare, però, tutte le difficoltà: “ho sempre considerato la vita il bene più prezioso. La figura del medico è quella che meglio riesce
a preservare questo dono, a migliorarne la qualità. Da un punto di vista umano adoro il contatto con la gente, offrire un semplice sorriso, una speranza, diventando un’ancora di salvezza. Il risultato più bello non è il guadagno ma vedere negli occhi delle persone gratitudine e felicità e sapere di aver fatto del bene”. La nobiltà d’animo e il candore dei sogni accomuna un po’ tutti i ragazzi in corsa per il Premio che per quanto riguarda il piano di studi si trovano d’accordo sull’esame più ostico del primo anno, il primo grande scoglio della loro carriera universitaria. Embriologia ed Istologia medica è un unico esame che incorpora due sezioni completamente differenti, da una parte lo studio della formazione di un embrione e dall’altra la composizione e la struttura dei tessuti, e che in un certo senso proietta le matricole verso l’esame di Anatomia Umana. Ma ritorniamo al Premio: le probabilità di aggiudicarsi l’ambìto riconoscimento sono aumentate visto che almeno tre studenti si sono trasferiti altrove, fuori provincia, e sono stati quindi esclusi. Chi avrà conquistato i cuori dei loro colleghi?
Claudia Monaco
non solo sul piano del profitto ma anche su quello personale”. In palio cinque tablet per i cinque futuri medici che avranno totalizzato il maggior numero di voti da parte dei loro compagni di corso. Al di là dell’impegno nello studio, ad essere riconosciute sono una serie di doti personali, a partire dalla disponibilità verso gli altri e dallo spirito di collaborazione. Ma chi sono questi ragazzi che prendono 30 agli esami e hanno un cuore nobile? Conosciamone qualcuno. Claudio Visco, l’ultimo dell’elenco in ordine alfabetico, viene da San Nicola la Strada, in provincia di Caserta, ha superato brillantemente tutti gli esami del primo anno e si appresta a vivere il secondo anno con lo
stesso entusiasmo e la testa sulle spalle con cui si è avvicinato ai test d’ingresso: “Ho deciso di iscrivermi solo pochi mesi prima dei test, dopo una lunga riflessione. Sono sempre stato affascinato, però, dall’ambiente medico, a partire dallo studio del corpo umano fino ad arrivare all’idea di rappresentare una persona su cui i pazienti possano fare affidamento”. Claudio ha le idee chiare anche su come dovrebbe essere un bravo medico: “credo che sia necessaria tanta umiltà e la capacità di non dare nulla per scontato, mettendo sempre in gioco se stessi e le proprie conoscenze”. Dello stesso avviso è Emanuele Renga, di Maddaloni: “il medico, ancor prima di avere una preparazione quanto più ampia possibile, deve essere umano, umile e accorto ai propri pazienti. La comprensione
del paziente è tanto importante quanto la preparazione scientifica. L’umiltà poi penso sia l’ingrediente principale. Un medico deve essere sempre umile e aperto a nuove prospettive scientifiche, senza mai illudersi di essere giunto a un livello insormontabile, pensando sempre che ogni nuovo giorno può smentire le intuizioni scientifiche del giorno prima”. Emanuele ha sempre desiderato studiare Medicina: “è da sempre stata la mia ambizione e il mio sogno più grande. La possibilità di mettere a disposizione il mio sapere per il bene degli altri mi ha sempre affascinato ed è tuttora il mio obiettivo. Sono stato dal primo momento contento della mia scelta e dell’ambiente in cui mi sono trovato”. Ha viaggiato ogni giorno da Chiaiano, quartiere periferico di Napoli, Gaetano Di Guida, che oggi si gode il trasferimento nella sede partenopea e il ricordo di un primo anno non affatto semplice: “vivere a
Napoli e spostarsi a Caserta tutti i giorni o quasi non è stato di certo un punto a mio favore, soprattutto considerando tutto il tempo speso all’università a causa di orari non molto flessibili. Tuttavia, se penso alle persone che ho conosciuto e a quanto mi hanno donato, non ho nulla di cui lamentarmi. Ho imparato tantissime cose e ho approfondito ciò che già sapevo, e tutto ciò non ha fatto altro che confermare il mio interesse per l’ambito medico”. Gaetano sa perfettamente cosa rende uno studente il professionista di domani: “lo studente di Medicina non ha nulla in più a uno studente di qualsiasi altra Facoltà. Se vuole essere vincente deve dare il meglio di sé e, soprattutto, deve essere capace di studiare sempre in più del dovuto, non per un voto ma per arricchirsi. Un giorno porterà il suo bagaglio di conoscenze con sé e lo porrà al servizio degli altri. Un medico si riconosce da un camice,
un buon medico si riconosce da tanta preparazione, coraggio e tantissima umiltà”. Fuori sede Elisa Giordano, pugliese doc della provincia di Brindisi, precisamente dal paesino di Torchiarolo, che tira le somme del primo anno accademico lontano dagli affetti e dalla famiglia, il primo anno prevede 5 esami: “durante il primo semestre il carico
di lavoro è sicuramente minore rispetto al secondo in cui si devono affrontare tre esami con crediti molto elevati e contemporaneamente conciliare studio e frequenze universitarie obbligatorie”. La passione fa superare, però, tutte le difficoltà: “ho sempre considerato la vita il bene più prezioso. La figura del medico è quella che meglio riesce
a preservare questo dono, a migliorarne la qualità. Da un punto di vista umano adoro il contatto con la gente, offrire un semplice sorriso, una speranza, diventando un’ancora di salvezza. Il risultato più bello non è il guadagno ma vedere negli occhi delle persone gratitudine e felicità e sapere di aver fatto del bene”. La nobiltà d’animo e il candore dei sogni accomuna un po’ tutti i ragazzi in corsa per il Premio che per quanto riguarda il piano di studi si trovano d’accordo sull’esame più ostico del primo anno, il primo grande scoglio della loro carriera universitaria. Embriologia ed Istologia medica è un unico esame che incorpora due sezioni completamente differenti, da una parte lo studio della formazione di un embrione e dall’altra la composizione e la struttura dei tessuti, e che in un certo senso proietta le matricole verso l’esame di Anatomia Umana. Ma ritorniamo al Premio: le probabilità di aggiudicarsi l’ambìto riconoscimento sono aumentate visto che almeno tre studenti si sono trasferiti altrove, fuori provincia, e sono stati quindi esclusi. Chi avrà conquistato i cuori dei loro colleghi?
Claudia Monaco