C’è troppa fisica a Fisiologia Generale

Programma non aggiornato e difficoltà di comprensione delle domande d’esame: le contestazioni che gli studenti di Scienze Biologiche muovono alla cattedra di Fisiologia Generale del prof. Sergio Di Meo. “Il programma non è al passo con le esigenze della Triennale ed è articolato male. Anche se ridotto all’osso, dopo le nostre numerose sollecitazioni, risulta ancora poco comprensibile”, sostiene Marcello G, al secondo anno di Magistrale in Biologia del Differenziamento e della Riproduzione. L’esame è altrettanto ostico: “c’è troppa fisica, poca fisiologia ed è impossibile da superare. C’è chi l’ha ripetuto 17 volte. Le domande non si riescono a capire, è necessaria una parafrasi solo per comprenderne il testo”, sottolinea Piero, al terzo anno della Triennale. Critiche riguardano anche la scelta del libro di riferimento. “È lo stesso da anni ormai, ma per lo più l’esame si articola sugli appunti del docente. Non li ha aggiornati minimamente e tende a bocciare all’orale anche se ti presenti con 28 allo scritto”, aggiunge il collega Marcello P. 
Si difende e contrattacca il prof. Di Meo: “Se il mio programma risulta poco all’avanguardia, non è perché non sia aggiornato, piuttosto perché parte è dedicata ai risultati che illustri scienziati hanno raggiunto nel tempo, attraverso esperimenti, per giungere alla fisiologia odierna”. Il risultato degli esperimenti va illustrato attraverso grafici ed equazioni. “La materia si fonda  su principi fisici, matematici e chimici impossibili da ignorare. Il problema principale è che gli studenti non hanno le basi per comprenderli, abituati come sono ad esami semplici, che non richiedono molto impegno o applicazione”. Le basi sono essenziali, “non è colpa loro se il liceo non le ha fornite, ma lo diventa se non recuperano autonomamente il gap all’Università”. L’esame, infatti, ha, per il docente, una difficoltà idonea ad uno studente universitario. “Non sono troppo esigente, ma non mi va di abbassare il livello del corso. A che serve parlare di Paperino e Topolino, quando già questa laurea viene svalutata abbastanza?”. I ragazzi di oggi non hanno voglia di impegnarsi “per abbattere quel muro che gli consentirebbe di imparare la materia. La maggior parte forse punta ad uscire di qui per avere una raccomandazione e lavorare nel laboratorio privato del papà. Io li formo per renderli competenti e qualificati ad entrare nel mercato del lavoro italiano ed estero. Dal 1974 vedo le cose allo stesso modo, qualcuno mi ricorderà con piacere, qualcun altro no”. La mancanza di volontà si rileva anche all’esame “che consiste in 20 domande, di cui 12 a risposta multipla, il resto aperta. Do 1,50 punti per ogni risposta esatta, per cui riesci ad ottenere il minimo, anche senza toccare quelle aperte. Nessuno le tocca perché puntano al minimo”. Riguardo la difficoltà di comprensione delle domande, replica: “se non le capiscono hanno problemi con l’italiano, sono chiarissime per chi ha studiato. In ogni caso, se hanno problemi, perché non mi chiedono nulla al ricevimento o a lezione? Io sono disponibile al dialogo”.
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