Intervistare gli studenti significa raccogliere sempre una serie di dichiarazioni agro-dolci. Bella struttura, buoni servizi, ma in tutte le interviste ritornano sempre i problemi relativi alla didattica. “Con il sistema 3+2, è difficile studiare. Gli esami che ci servono per il futuro sono pochi e quello che possiamo apprendere in aula è limitato. In spazi per duecento persone si segue in trecento, tanti restano in piedi. Molti professori corrono durante le lezioni, si riesce solo a prendere appunti, ma non a capire quello che viene spiegato. Per il resto c’è una grande disponibilità di materiale, le biblioteche sono ben fornite e si trovano anche molti appunti, ma è difficile restare al passo”, dice Stefania Rainone, fuoricorso ad Economia Aziendale. “Dobbiamo svegliarci in orari indecenti per trovare un posto in aula e tantissimi sono costretti a sedersi a terra. Succede anche per i corsi importanti. Pensavo che al secondo anno le cose sarebbero andate meglio, invece, gli studenti che seguono sono diminuiti ma anche le aule sono diventate più piccole, perché ci hanno spostati dalle T alle A”, sottolinea Alberto Benigno, secondo anno di Economia Aziendale. “Il disagio che soffro di più è l’affollamento. Certe volte non si riesce nemmeno a respirare. Ho iniziato a seguire alcuni corsi due volte e, puntualmente, ho dovuto abbandonarli a metà. Un altro problema è rappresentato dagli appelli d’esame, disposti in maniera assurda: si è costretti a scegliere quale esame sostenere, perché nello stesso giorno ce n’è più d’uno. Una cosa frequentissima, soprattutto al secondo anno”, afferma Simona Caiazzo, terzo anno del Corso in Amministrazione delle imprese finanziarie. Il suo collega, Rocco Argentiere, è abbastanza contento del calendario d’esami: “mi sono trovato bene perché ho recuperato gli esami che non ho sostenuto l’anno scorso, però, sicuramente troverò delle difficoltà a gennaio-febbraio perché gli appelli sono concentrati in quindici giorni. Deve essere così per riuscire a restare al passo e sostenere trenta esami in tre anni, una cosa che ritengo impossibile. Sui professori niente da dire, sono sempre puntuali, pronti a scioglierti molti dubbi, anche durante le lezioni, a meno che non ci siano dei balordi a fare chiasso”. Balordi in un’aula universitaria? “Sì. Al primo anno sono capitati episodi di lanci di palline di carta o di aeroplanini”. Bagni e problemi di Segreteria sono gli altri disagi che Rocco lamenta: “praticamente puliscono solo il venerdì, mentre in Segreteria c’è sempre solo una povera signora che ha a che fare con diecimila persone”. Non solo una persona in Segreteria per tutti, ma anche un solo docente per mille persone. A partire dal primo dicembre, infatti, il corso di Strategia d’Impresa del prof. Luigi Cantone si è spostato dalle aule A alle T perché c’è un solo docente per tutte le cattedre. “Lui è una persona eccezionale, bravissimo, e si è impegnato per farci avere una sistemazione migliore, perché il sovraffollamento è pazzesco. A causa di questo spostamento è stato anche modificato l’orario delle lezioni”, racconta Elvira Bianco, iscritta al terzo anno di Economia Aziendale, che non può però far a meno di ripetere anche lei la solita critica all’organizzazione del calendario d’esame. “A novembre ci siamo trovati con tre esami fissati tutti il 10: Sociologia, Inglese e Organizzazione Aziendale. Quando se ne sono accorti, senza preavviso, hanno spostato tutte le date, alcune anche anticipate. Qualche studente non l’ha saputo in tempo, perché non si può stare sempre in rete a consultare il sito dei professori, o pensare che le cose possano andare sempre male. A gennaio e febbraio, poi, le date sono tutte concentrate. Per il resto sono contenta, questa è una bella struttura e non mi posso lamentare dei servizi”.
Tra gli studenti più indicati per valutare la Facoltà, ci sono probabilmente gli iscritti ai Corsi di Laurea Specialistica. Non solo hanno attraversato i primi anni dell’introduzione della nuova organizzazione, ma hanno anche vissuto sulla propria pelle le continue modifiche ed riorganizzazioni che si sono succedute negli anni. Giuseppe Catalano e Alessandra Sivero frequentano il secondo anno della Laurea Specialistica in Economia e Management. “Noi abbiamo attraversato diverse organizzazioni dei piani di studio e adesso, con il nuovissimo ordinamento, alcuni esami non esistono più e ci dobbiamo un po’ adattare anche perché né i professori né la Segreteria sanno dirci qualcosa. caso più eclatante è Analisi di Bilancio, l’esame si può ancora sostenere, si trova anche il libro, ma il corso non esiste più”, dice Giuseppe. “C’è totale smarrimento. Mi ricordo che fu così anche nel passaggio tra il vecchio e il nuovo ordinamento. Per fortuna si sono resi conto che gli esami erano troppi, mentre il tempo è diventato poco, e noi, poi, siamo messi peggio degli altri perché abbiamo i bimestri. Facciamo corsi di un mese e mezzo e dopo ci sono gli esami. Studiare e, soprattutto, spiegare un programma in quattro settimane è un massacro, una battaglia continua contro il tempo. Suggeriscono un rimedio: “raggruppare gli esami quelli che hanno un corso base al Triennio ed uno avanzato al Biennio. Per esempio, Diritto Commerciale o Statistica. Attualmente tra l’uno e l’altro passano due o tre anni e occorre rinfrescare gli argomenti studiati”.
(Si. Pa.)
Tra gli studenti più indicati per valutare la Facoltà, ci sono probabilmente gli iscritti ai Corsi di Laurea Specialistica. Non solo hanno attraversato i primi anni dell’introduzione della nuova organizzazione, ma hanno anche vissuto sulla propria pelle le continue modifiche ed riorganizzazioni che si sono succedute negli anni. Giuseppe Catalano e Alessandra Sivero frequentano il secondo anno della Laurea Specialistica in Economia e Management. “Noi abbiamo attraversato diverse organizzazioni dei piani di studio e adesso, con il nuovissimo ordinamento, alcuni esami non esistono più e ci dobbiamo un po’ adattare anche perché né i professori né la Segreteria sanno dirci qualcosa. caso più eclatante è Analisi di Bilancio, l’esame si può ancora sostenere, si trova anche il libro, ma il corso non esiste più”, dice Giuseppe. “C’è totale smarrimento. Mi ricordo che fu così anche nel passaggio tra il vecchio e il nuovo ordinamento. Per fortuna si sono resi conto che gli esami erano troppi, mentre il tempo è diventato poco, e noi, poi, siamo messi peggio degli altri perché abbiamo i bimestri. Facciamo corsi di un mese e mezzo e dopo ci sono gli esami. Studiare e, soprattutto, spiegare un programma in quattro settimane è un massacro, una battaglia continua contro il tempo. Suggeriscono un rimedio: “raggruppare gli esami quelli che hanno un corso base al Triennio ed uno avanzato al Biennio. Per esempio, Diritto Commerciale o Statistica. Attualmente tra l’uno e l’altro passano due o tre anni e occorre rinfrescare gli argomenti studiati”.
(Si. Pa.)