Chimica Analitica, l’esame più tosto

Chimica Analitica e Analisi dei Medicinali è l’esame più tosto della Facoltà. A decretarlo sono stati gli studenti dei Corsi di Laurea in Farmacia e CTF intervistati da Ateneapoli. “Mi sono accorta della difficoltà degli allievi – ammette la prof.ssa Maria Grazia Rimoli, docente del corso in CTF – Durante le prime lezioni dobbiamo riprendere nozioni di Chimica Generale altrimenti non possiamo andare avanti”. Secondo la docente gli studenti avrebbero bisogno di maggiori basi laboratoriali di Chimica: “Fino a qualche anno fa era previsto un laboratorio qualitativo in cui si prendeva dimestichezza con la vetreria. Si aveva modo di rimuginare su quello che si era imparato mentre si applicavano le nozioni apprese. Ora ci si ritrova ad approfondire cose che si sono studiate ma non si è avuto il tempo di assimilare”. Quello di Chimica Analitica è un laboratorio quantitativo: “Le esercitazioni richiedono grande concentrazione altrimenti si sbagliano le determinazioni. In precedenza il corso di Chimica Analitica era separato dal laboratorio di Analisi dei Medicinali. Ora sono stati accorpati”.
Il prof. Vincenzo Santagada, che insegna la stessa disciplina alle matricole dispari iscritte al Corso in Farmacia, dell’esame dice: “Fornisce gli elementi teorici per analizzare i farmaci. Se un giorno, per esempio, si trovasse una pasticca nello zainetto del proprio figlio, si avrebbero le competenze per fare un’analisi quantitativa e qualitativa della sostanza”. Anche Santagada conferma: la materia ha una certa complessità. “Gli argomenti trattati sono impegnativi. Si tratta di un esame da 14 crediti, dunque è anche vasto. Richiede concetti di base che vengono affrontati nel biennio. Perciò occorre ritornare su alcune nozioni di Chimica Generale e Organica”. La chimica analitica si basa su un procedimento logico, “non c’è niente da imparare a memoria”, assicura il professore. Gli studenti fanno due mesi di esercitazioni “su posto singolo” in laboratorio: “Lì hanno modo di applicare le conoscenze teoriche. E’ la prima volta che maneggiano la vetreria e non conoscono il funzionamento delle apparecchiature. Devono prestare molta attenzione”.
Sta nell’insufficiente padronanza delle conoscenze di base di Chimica Generale e Organica la difficoltà degli studenti per la prof.ssa Elisa Perissutti, docente per le matricole dispari del Corso in Farmacia. “Spesso i ragazzi non ricordano quanto appreso durante il primo anno. Cerchiamo di rinfrescare loro le idee. In molti esami accade che vi siano argomenti su cui ritornare: dal momento che i corsi sono trimestrali, si devono assimilare velocemente concetti che per essere digeriti  avrebbero bisogno di un lasso di tempo superiore”, afferma. Quando gli studenti arrivano in laboratorio “spesso non sanno neppure riconoscere una beuta da un becker”, ma sono entusiasti di imparare, frequentano con piacere il laboratorio e superano senza difficoltà la prova pratica. “Più complicati per loro risultano gli esercizi stechiometrici. La prova scritta contiene 13 quesiti tra domande ed esercizi numerici. Non sono pochi coloro che rispondono esattamente a tutte le domande – prosegue la prof.ssa Perissutti – Noi docenti cerchiamo di fare di tutto perché superino l’esame. Il corso ci impegna molto: ogni settimana sono previste 6 ore di lezione frontale, 3-4 ore di laboratorio per tre gruppi di 45 persone più le esercitazioni in aula ogni quindici giorni”. Il 30-40% dei frequentanti supera il corso al primo appello utile. Raro è invece il caso di chi viene promosso senza aver seguito le lezioni: “fermo restando che la presenza non è obbligatoria alle lezioni mentre lo è alle esercitazioni pratiche”.
Per sostenere in scioltezza l’esame, dunque, il segreto è studiare per bene quello di Chimica Organica. Il programma è più complesso per gli studenti di Farmacia, per i quali è previsto un unico corso molto corposo, mentre a CTF le prove di Chimica Organica I e II sono suddivise in semestri differenti. “Gli studenti di Farmacia sono spaventati dalla mole di lavoro anche se il corso è gestito da ottime mani – afferma la prof.ssa Angela Zampella – La percentuale di ragazzi che supera l’esame al primo appello è elevatissima: tra gennaio e febbraio il 70-80% degli studenti”. Vi sono una prova intercorso a novembre sulla prima parte del programma ed una a dicembre sulla seconda parte. Chi le supera entrambe, accede direttamente all’orale che può essere sostenuto anche a giugno, luglio o settembre. Il corso di Chimica Organica non prevede attività di laboratorio. Un aiuto anche dalla rete. Sul sito Federica si può scaricare il corso e-learning di Chimica Organica I della docente: “non è un sostituto del corso ma è una sintesi che può essere usata per la ripetizione o per compensare una spiegazione a cui non si è stati presenti”.
Manuela Pitterà
- Advertisement -




Articoli Correlati