Cinema e architettura: lezioni magistrali del prof. Nicola Pagliara

Un viaggio nel tempo, per raccontare la vita attraverso l’architettura, il cinema, la musica, la poesia, i romanzi. Il nuovo appuntamento con le lezioni magistrali di Nicola Pagliara, dopo il ciclo di 14 incontri dell’anno scorso, riprende il filo di un discorso sempre affascinante e coinvolgente. Dopo l’esordio del 2 febbraio, con Senso di Luchino Visconti, il docente ha dato appuntamento ai suoi studenti il 2 marzo, con Blade Runner (1982, il regista è Ridley Scott). Il film prescelto per il 3 aprile è Le Iene, di Tarantino. Ultimo incontro il 4 maggio con Otto e Mezzo, di Federico Fellini. La frequenza dei 4 incontri frutterà agli studenti un credito formativo. Le lezioni si svolgono ad Ingegneria, nell’Aula Magna di Piazzale Tecchio. Le pellicole, per motivi di tempo, non sono proiettate in versione integrale, ma in formato ridotto, circa un’ora, realizzato personalmente dallo stesso Pagliara. 
Professore, partiamo da una curiosità. Perché si va ad Ingegneria per una iniziativa di Architettura?
“Perché – e mi lasci dire che è veramente inconcepibile – la mia Facoltà non ha neppure uno spazio idoneo ad accogliere 300 persone. Mi hanno detto che si arriva al massimo ad aule da 90. Non era disponibile neppure il cinema Astra, perché mi hanno fatto sapere che è scaduto il contratto con l’Ateneo. Devo dire grazie al Preside di Ingegneria, un mio carissimo amico, che mi ha offerto l’Aula Magna del Politecnico”.
Come è andato il primo incontro?
“Molto bene. Lo hanno seguito 300 persone: studenti della Laurea Magistrale e degli altri Corsi di Laurea, colleghi, curiosi. Vede, si dice molto spesso, oggi, che gli universitari sono impreparati, disinteressati e quant’altro. Io credo, invece, che il punto vero è di trovare il modo di stimolare passione, fantasia, creatività, intelligenza. Se ci si limita a dire di studiare da pagina tot a pagina tot, se noi docenti siamo i primi a non comunicare entusiasmo, sarà poi difficile chiedere ai giovani di averlo. Senza amore, però, senza passione, senza curiosità intellettuale e senza entusiasmo nessuno potrà mai diventare un buon architetto. Ecco, io credo che iniziative come la mia abbiano senso proprio perché, mi auguro, accendono una passione”.
Come si svolgono le lezioni?
“C’è una mia introduzione di un quarto d’ora circa, poi una cinquantina di minuti del film. La lezione vera e propria, che poi è un excursus aperto agli interventi ed alle domande, dura circa un’ora. Naturalmente, questo è solo un canovaccio, ma mi riservo la gioia di variazioni e di divagazioni. A cominciare, appunto, dalla lezione in programma il 2 marzo”. 
Cosa riserva il programma?
“Blade Runner è una pellicola che offre mille appigli, mille spunti. Ci sono il futurismo, l’espressionismo, scenari di architettura visionaria. C’è tutta l’utopia di Tommaso Moro. Ho pensato di introdurre la pellicola avvalendomi del contributo di un attore bravo e giovane, che reciterà brani di poesie di Marinetti e di Majakovsky”.
La chiusura felliniana la riporta ad una sua passione indomabile. E’ casuale?
“Certamente non lo è. Fellini è un regista che amo moltissimo. Pensi che ad aprile dello scorso anno, precisamente il 20, ho sfidato il lupo nella sua stessa tana. Tenni una conferenza sul regista proprio in quel di Rimini. Il lupo in questione era la Fondazione Fellini. Fu per me una sfida entusiasmante, anche perchè, anni fa, il regista non era affatto amato nella sua terra natale. Considerava i suoi concittadini alla stregua dei vitelloni. Adesso, invece, è un mito”.
(Fa.Ge.)
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