Ciro: a Giurisprudenza con il sogno di diventare Magistrato

Solo vent’anni, cinque lodi, 11 esami già in cascina e una passione intensa fin da piccolo: la giustizia. Ciro Gaita, studente al secondo anno di Giurisprudenza e chiamato nell’occasione a premiare il procuratore Giovanni Melillo come laureato illustre, si racconta. “Sono onorato per il riconoscimento ma non è un punto d’approdo. Sto vivendo il mio percorso con passione e interesse a prescindere dai risultati. Il rischio sarebbe quello di soffermarsi su una piccola parte di una strada ancora lunga. Chiaramente ricevere questo premio da un’università con tale storia e grandezza è emozionante, ma mi piace interpretarlo come un incentivo a fare sempre meglio”. Ambizione, passione e forza di volontà. Tutte componenti che affondano le radici “nel fare ciò che si sente proprio prescindendo dal singolo esame, altrimenti risulterebbe un’attività fine a se stessa” e pure nella storia del nostro Paese, dove “tanti magistrati hanno speso la loro vita per rinforzare i concetti di giustizia e meritocrazia”. Tuttavia le difficoltà non sono mancate, soprattutto “durante i lockdown, con la dad che ha impedito di vivere a pieno l’università”. L’alto significato che il diritto riveste nella vita di Ciro, lo spinge ad integrare nel proprio percorso anche altri interessi: “mi piace informarmi costantemente su ciò che accade e getto sempre uno sguardo verso la filosofia. Il diritto è immerso nella nostra quotidianità, sarebbe un errore chiudersi nello studio”. Il futuro, inevitabilmente, si snoda lungo il sottile filo a doppio giro di aspirazioni e realtà: “Sono entrato nell’università con tanti sogni, tra i quali quello ancora vivo di fare il magistrato, poi, studiando, mi sono reso conto che le cose possono cambiare. C’è un rinnovamento di idee, nascono nuovi orientamenti. Sono aperto a tanti sbocchi lavorativi”.
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