Come diventare sociologi, psicologi, assistenti sociali, comunicatori

A giudicare dalle domande, tante, che gli studenti hanno indirizzato ai docenti, a conclusione dell’incontro di presentazione, l’interesse dei neodiplomati verso Psicologia, Scienze della comunicazione, Sociologia e Scienze del servizio sociale è pari almeno alla confusione circa quel che si studia, gli sbocchi lavorativi, le professionalità legate a questi percorsi formativi. La Preside Alida Labella e la prof.ssa Maria Francesca Freda (Psicologia), il Preside Lucio D’Alessandro e la prof.ssa Maria D’Ambrosio (Scienze della comunicazione), la prof.ssa Annamaria Zaccaria (Sociologia) ed il prof. Paolo Varvaro (Scienze del servizio sociale) hanno risposto a moltissimi quesiti ed hanno provato così a diradare almeno i principali equivoci che condizionano chi si affaccia in questi giorni alla realtà universitaria.
Per quanto concerne Psicologia, in particolare, non poche studentesse e altrettanti studenti ritengono, a torto, che la laurea abiliti a svolgere la professione di psicoterapeuta. “Non è così”, ha avvertito la Preside Labella, “per praticare la psicoterapia il laureato magistrale in Psicologia, quindi colui il quale ha conseguito la laurea di secondo livello, deve frequentare una specializzazione in psicoterapia. Mettersi in proprio, per lo psicologo, non vuol dire svolgere l’attività di psicoterapeuta”. Come può essere spesa al meglio, dunque, una laurea in Psicologia? “I settori sono tanti – ha sottolineato la prof.ssa Freda- in particolare, il laureato può prestare la sua attività nelle Asl, nelle imprese, nelle scuole, nell’ambito dei servizi sociali”.  Molti erano interessati a sapere se esiste un indirizzo in Psicologia infantile. “C’è il settore disciplinare relativo alla psicologia dello sviluppo e dell’educazione- ha risposto la prof.ssa Freda- che approfondisce appunto il tema dello sviluppo nell’infanzia. E’ diverso, però, dalla psicoterapia infantile, che rientra ovviamente nell’ambito psicoterapeutico e richiede appunto la specializzazione dopo la laurea di secondo livello”. Che cosa si studia a Psicologia, hanno chiesto molti dei presenti. La Preside Labella ha messo in guardia da un approccio superficiale: “c’è uno zoccolo duro di discipline scientifiche che a volte mette in difficoltà, specie all’inizio. Mi riferisco, per esempio, a materie come Statistica. Ovviamente le varie branche della Psicologia sono presenti e rappresentano la dorsale del Corso, soprattutto dopo il primo anno”. Psicologia è a numero chiuso, sia alla Seconda Università, sia alla Federico II. A chi è restato fuori dopo il test di selezione la prof.ssa Labella sconsiglia di immatricolarsi ad un corso di laurea affine per poi chiedere la convalida degli esami l’anno prossimo, sempre che si passi la prova d’ingresso: “rischiate solo di perdere un anno, sia perché le materie che vi saranno riconosciute non sono molte, sia perché nulla garantisce che tra 12 mesi supererete il test di ammissione”. 
Come si diventa giornalisti? E’ stata questa la più ricorrente domanda che gli studenti hanno rivolto al Preside Lucio d’Alessandro. “Distinguete tra comunicazione e giornalismo – ha invitato il docente- Il comunicatore può lavorare anche in un’azienda, in una casa editrice, in un ente pubblico. Il giornalista è cosa diversa. La facoltà forma comunicatori. Per il giornalismo c’è poi il master che si può frequentare dopo la laurea ed è sostitutivo del praticantato nelle redazioni. Dura due anni, offre opportunità di stage nelle redazioni e permette poi di accedere all’esame di giornalista professionista”. Una studentessa gli ha chiesto, invece, che cosa sia Scienze dello spettacolo. D’Alessandro ha risposto: “è un corso di laurea magistrale che unisce l’esperienza di Scienze della comunicazione e del Dams di Bologna. Tra le materie: Cinema, Teatro, Estetica, Storia dei media, Storia del cinema”. 
Molti quesiti anche per Sociologia. In particolare, non pochi studenti hanno chiesto informazioni riguardo alle materie che affronta chi scelga questo percorso formativo. La prof.ssa Zaccaria ha citato le principali: “Sociologia generale, Storia, Metodologia della ricerca sociale, Statistica della ricerca sociale. Dopo il primo anno dipende dal curriculum che si sceglie. In linea di massima, alcuni insegnamenti gravitano nell’orbita della comunicazione, altri dell’antropologia, altri ancora della politica”.
Tra le domande per il prof.Varvaro, relative a Scienze del Servizio sociale, una sull’obbligo di frequenza. “Non c’è ma ciò non vuol dire che non sia vivamente consigliato assistere alle lezioni”, ha risposto il docente. “Abbiamo una bella sede alla Doganella, dove troverete aule capienti e spazi per studiare. Tra poco anche una mensa in zona”. Come si diventa assistenti sociali nei Tribunali? il quesito di una studentessa. Varvaro: “periodicamente sono emessi bandi di concorso. Anche per formare chi aspiri a questa professione, il corso di laurea ha in curriculum esami di diritto penitenziario e di procedura penale”.    
Fabrizio Geremicca
- Advertisement -




Articoli Correlati