Architettura: dall’urbanistica, all’arredamento, al fashion design

“Quando mi iscrissi ad Architettura, nel 1974, non sapevo nemmeno cosa si studiasse”, dice scherzando il prof. Claudio Gambardella, docente di Architettura degli Interni alla Seconda Università, per ricordare ai ragazzi l’importanza delle manifestazioni di orientamento. E nel corso dell’incontro-dibattito, sono stati messi a confronto i Corsi di Laurea in Architettura del Federico II e quelli della Sun, tutti a numero programmato. Il prof. Claudio Claudi, docente di Progettazione al Federico II, ha esposto in modo molto chiaro i percorsi di laurea quinquennale (Architettura), triennale (Scienze dell’Architettura, Arredamento d’interni, architettonico e design, Edilizia, Urbanistica e Scienze della pianificazione territoriale e ambientale) e specialistici (Progettazione architettonica, Architettura e Città, Restauro), con un accenno ai Master di primo e secondo livello attivati presso l’Ateneo federiciano. Il prof. Gambardella ha invece puntato sul “pezzo forte”, come egli stesso ha detto, “della Facoltà della Sun”: i Corsi di Laurea triennale in Disegno industriale e Disegno industriale per la moda. “Corsi che consentono di diventare operatori nel fashion design” e che attirano sempre l’interesse di tanti ragazzi. Entrambi gli atenei adottano il numero programmato: al Federico II entrano quest’anno 250 matricole per Architettura e 250 a Scienze dell’Architettura, 50 per gli altri corsi di laurea triennale; alla Seconda Università, invece, “seconda solo perché siamo nati dopo” sottolinea Gambardella, entrano 110 studenti per Architettura UE, 160 a Scienze dell’architettura, 100 a Disegno industriale e a Disegno industriale per la Moda.
I test d’ingresso sono una delle preoccupazioni maggiori per gli aspiranti architetti o almeno per coloro che mostrano interesse per questo tipo di studi. La prima domanda che viene posta ai docenti è proprio relativa alle materie da studiare per la selezione in entrata. “Cultura generale, Logica, Matematica, Fisica, Storia, Disegno e rappresentazione. Sono questi gli ambiti di studio  che riflettono gli ottanta quesiti a risposta multipla. Il problema – chiarisce il prof. Claudi – non sta nella preparazione in sé ai quiz, quanto piuttosto nel fatto che le domande sono poste, a mio avviso, in maniera articolata e che non riescono in alcun modo a sondare le qualità personali dei candidati. E’ un terno al lotto, un meccanismo che mi vede assolutamente contrario”. 
Si procede con le domande, i ragazzi approfittano dell’occasione per porre quanti più quesiti possibili a quelli che un giorno, forse, saranno i loro docenti. C’è differenza tra la laurea triennale in Scienze dell’Architettura seguita da una specialistica e la laurea quinquennale in Architettura? “Nessuna differenza”.
“Quanti sono gli esami caratterizzanti della laurea magistrale in Architettura?” “Il numero degli esami necessario al conseguimento della laurea – spiega sempre molto chiaramente Claudi – è venti per la triennale e dieci per la specialistica. Gli insegnamenti sono: Progettazione, Storia dell’Architettura, Restauro, Urbanistica”. 
E dopo la laurea? “Il percorso di studi include un periodo di tirocinio, che non deve assolutamente essere uno strumento per usare manodopera gratuitamente da parte degli studi professionali – dice Claudi – I settori preferenziali convenzionati con il Federico II sono enti pubblici, uffici tecnici e Soprintendenze”. Per la Sun, Gambardella parla di un “rapporto simbiotico tra l’Università e gli enti in convenzione, tra cui l’API, l’Associazione Piccole e Medie Imprese”. Chiarimenti anche relativi agli sbocchi occupazionali che offre la laurea in Disegno Industriale. “Attualmente – spiega Gambardella – non esiste un albo per i dottori in Disegno industriale, ma lo sbocco professionale è immenso soprattutto fuori dalla Campania. I nostri laureati sono formati bene, hanno un notevole livello di preparazione”.
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