Commissione Didattica: eletto alla Presidenza il prof. Aurelio Cernigliaro

È il prof. Aurelio Cernigliaro il nuovo Presidente della Commissione Didattica paritetica. Eletto il 6 maggio, il docente di Storia del diritto medioevale e moderno ha già stilato un elenco delle priorità da affrontare. “Mi occupo di didattica dal 1972, sono consapevole che dovrò muovermi su un terreno tutt’altro che semplice. Per questo motivo – afferma – l’attività pedagogica che svolge la Commissione paritetica deve essere qualitativamente la migliore possibile. Dobbiamo creare degli stimoli e dei percorsi che risultino particolarmente vantaggiosi per gli studenti, cercando di non commettere errori”. Attenzione alla cultura e accento sugli sbocchi professionali: i primi passaggi. “In questo periodo storico – spiega il neo Presidente – la didattica dev’essere aderente al contesto sociale. Occorre, infatti, insegnare non solo tecniche di diritto, ma avere a cuore una cultura più ampia, capace di passare dai processi economici alla vita sociale”. Gli stessi professori: “dovranno essere più moderni. I docenti, pur conservando lo stesso rigore metodologico, devono cambiare linguaggio, rendendolo attuale e quindi maggiormente fruibile dai ragazzi”. Solo così: “si potrà ridurre la piaga dell’abbandono. Il numero dei laureati è molto inferiore rispetto a quello degli immatricolati. Il problema non si contrasta rendendo le prove più semplici, ma migliorando la qualità dell’offerta formativa. Occorrono corsi di recupero, seminari ed esercitazioni, per evitare i ritardi”. Da qui l’idea di proporre un corso introduttivo al linguaggio giuridico per aiutare le matricole a familiarizzare con il mondo del diritto. “Il progetto è in una fase embrionale – spiega il docente – Lo presenteremo nelle prossime riunioni delle Commissioni e dei Consigli di Dipartimento. È una iniziativa a cui tengo molto. Mi piacerebbe che gli studenti del primo anno fossero accompagnati nella conoscenza del linguaggio giuridico”. È impensabile, infatti, “dover sostenere dopo 3 mesi di lezioni gli esami con termini e locuzioni appropriate. È qui che si innescano le prime preoccupazioni ed i primi ritardi”. Il prof. Cernigliaro auspica orizzonti più ampi con l’apertura “al linguaggio del cinema e del teatro. Basti pensare che nel teatro sono nate le parti dell’attore e del convenuto, fulcri centrali del diritto”. 
Il Dipartimento è coinvolto nel progetto TECO, iniziativa promossa da dodici università italiane volta ad analizzare il livello, la distribuzione e la qualità delle competenze generaliste acquisite dagli studenti nel corso degli studi universitari attraverso dei test. “Sono stati selezionati 958 studenti selezionati fra il III e IV anno di corso”. Dovranno rispondere “non solo a domande di diritto ma anche a quesiti sull’attualità e di cultura”. 
La Commissione didattica, intanto, è già al lavoro. “Ci siamo riuniti il 16 maggio. In quella sede c’è stata l’esigenza di preparare la scheda SUA (Scheda Unica Annuale) che fotografa l’offerta didattica realizzata quest’anno nel nostro Dipartimento. La scheda permette di progettare, realizzare, autovalutare e riprogettare il Corso di studi, assicurando la qualità della formazione”. Si è anche discusso “della trasformazione che stiamo vivendo e delle difficoltà di adattamento. Purtroppo si sono verificati tanti problemi burocratici che devono essere sollecitati un poco per volta”. 
Accanto al prof. Cernigliaro, sono stati eletti nella Commissione paritetica: il prof. Fiorenzo Liguori, docente di Diritto Amministrativo – “un ottimo avvocato che porterà riscontri pratici e non solo teorici” -, il ricercatore Francesco De Vita, per il personale il dott. Paolo Lista e rappresentanti degli studenti Alessio Savarese, Eugenio Ranieri e Costantino Diana. Nella prossima riunione, prevista per inizi giugno, il prof. Cernigliaro porterà all’ordine del giorno la questione concernente i cultori della materia. “Mi piacerebbe partire da queste figure ‘ibride’ presenti nel nostro Dipartimento. I cultori della materia possono partecipare solo agli esami, coadiuvando il lavoro di valutazione della cattedra, ma non alla didattica perché non possono svolgere altre attività in relazione agli studenti. In questo modo, però, i ragazzi rischiano di trovare in sede di prova un perfetto sconosciuto, con cui non hanno stabilito mai un contatto”. Da qui la necessità di trovare una soluzione: “Occorre stabilire un legame fra i cultori e gli studenti, impiegando queste risorse in altri campi della didattica. I ragazzi hanno bisogno di stabilità e di una maggiore comunicazione per superare i disagi correlati alla valutazione”.
Susy Lubrano 
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