Si apre la sessione estiva di esami, tutti a studiare

Passo accelerato per gli studenti di Giurisprudenza: terminato il secondo semestre, è già tempo di esami. Le prove sono previste a soli 4 giorni dalla conclusione dei corsi. Quindi proprio non ci si può rilassare. Stress, timori e speranze: il mix di emozioni degli studenti. “Ormai i giochi sono fatti – dice Luca Barone, matricola – A 72 ore dalla fine delle lezioni dovrò sostenere l’esame di Filosofia del diritto, prof. Fabio Ciaramelli. È una vera sfida. Purtroppo non avrò il tempo di ripetere tutto, ma voglio provarci perché nel primo semestre le cose non sono andate benissimo”. “Possiamo puntare solo agli esami considerati mediamente abbordabili – afferma Cristina Cacciaguerra, al primo anno – Abbiamo terminato il corso di Privato da pochissimo (senza toccare nemmeno tutti gli argomenti), sarebbe impossibile ripetere il tutto in dieci giorni. Per ora affronterò l’esame di Storia del dritto medioevale e moderno, prof.ssa Giorgia Alessi. Ho solo 5 giorni per ripetere, ma meglio rischiare con esami minori che restare a guardare”. La fine delle lezioni e l’immediato inizio delle prove rendono le scelte degli studenti quasi obbligate. “I miei esami – dichiara Raffaella Perone, matricola – sono concentrati, a giugno, in dieci giorni. Ho l’appello di Storia medioevale e quello di Filosofia 24 ore l’uno dall’altro. Poi c’è Privato dopo una settimana, in poche parole se si volesse dare più di un esame sarebbe impossibile”. “In primis – incalza Imma Sarracino – dobbiamo combattere con il poco tempo a disposizione per ripetere. Poi gli esami si concentrano tutti nella prima decade, così da lasciare poca possibilità di scelta. I professori lamentano che gli studenti rimandano Privato dopo il primo anno. Ma come si fa a prepararlo in dieci giorni? I corsi, per quanto utili, non sono esaustivi, il grosso del lavoro tocca a noi, a casa”. La situazione è simile anche per altre cattedre: “Ho gli esami di Costituzionale, Storia ed Istituzioni di diritto romano a 24 ore l’uno dall’altro – spiega Francesco Quatrini – In 72 ore termina il mese di giugno per gli esami del primo semestre. So che non ci sono state le lezioni per questi insegnamenti, ma se uno studente volesse recuperare il tempo perso, con questo calendario proprio non potrebbe”. Al secondo anno, gli studenti alle prese con Diritto Commerciale hanno seri dubbi sulla buona riuscita della sessione. “Se ci fosse la possibilità – commenta Andrea Lastarina – le lezioni di Commerciale dovrebbero durare sei mesi anziché tre. Il corso del prof. Massimo Miola, per quanto dettagliato, non ha assolutamente fugato i dubbi della materia. L’esame è il 10 giugno, un’utopia per chi ha seguito”. La data, continua lo studente, “sarà utilizzabile per chi ha seguito le lezioni lo scorso anno. Sfido chiunque a ripetere la disciplina in così poco tempo. Presentarsi all’orale sarebbe un suicidio”. Poco soddisfatto del corso Alessandro Denobili: “In tre mesi la disciplina viene solo sviluppata per grandi linee. A fine maggio mi ritrovo con una catasta di appunti, un manuale ancora da studiare bene e l’incapacità di gestire una mole di materiale così vasta. L’esame a dieci giorni dalla fine dei corsi è solo la punta dell’iceberg. Seguendo le lezioni, mi sono reso conto che i docenti non forniscono un metodo per affrontare le discipline più complicate. Sarà veramente difficile sfruttare la sessione nel migliore dei modi”. 
Procedura Civile e
Penale, le eccezioni
Una nota positiva arriva dalle lezioni di Procedura Civile: “Il prof. Giuseppe Olivieri ha cercato di dare il massimo in breve tempo – racconta Manuela Sollai – A fine corso mi ritrovo con una buona preparazione per affrontare la prova. Certo, quando si va a sostenere Procedura civile, è sempre un terno a lotto”. “Quest’anno – dice Lucio Calvagna – i docenti si sono passati una mano per la coscienza. Gli esami di questa disciplina vanno tutti dopo il 18 giugno o il 20 luglio. È più semplice ripetere ed affrontare il problema quando si ha un bel po’ di tempo. La sessione, per chi deve sostenere uno degli esami più difficili della carriera, è molto ricca, basta solo sapersi organizzare”. Proprio come ha già fatto Tullio Guerriero: “Ho seguito le lezioni fino all’ultima settimana, anzi se fossero continuate tutto giugno sarei stato felice. Sto studiando seriamente da quando è stato pubblicato il calendario d’esami. Prima avevo accantonato l’idea di poter dare la materia nei mesi estivi”. Invece, dopo la pubblicazione del calendario d’esami, “ho notato che le date sono fattibili e non ho perso più tempo. Poter sostenere Procedura a fine luglio è un lusso che non sempre viene concesso. Per questo, come me, tanti colleghi ne approfitteranno. La sessione estiva non sarebbe ‘inutile’ se tutte le date garantissero almeno un minimo di distacco fra fine corsi, ripetizione ed esame”. Fine corsi anche per Procedura Penale al IV anno. “È stato un percorso molto bello, ho potuto conoscere una disciplina affascinante – racconta Valeria Vela – I corsi sono stati istruttivi e mi hanno insegnato a districarmi nel marasma delle informazioni. In più gli esami non sono così vicini nel tempo (dopo il 17 giugno) e questa cosa mi rincuora maggiormente. Avrò il tempo necessario di rimettere a posto gli appunti e studiare”. Esperienza positiva anche per Sara Miglietta: “La disciplina non è così difficile come vogliono far credere e le lezioni aiutano molto. Gli appunti danno un senso logico al percorso da seguire e permettono di sostenere l’esame con maggior fiducia”. Invece, ad inizio semestre, “ignara di quello che mi aspettava – continua la studentessa – non avevo intenzione di seguire. Venire in Dipartimento tutti i giorni, fermarsi il pomeriggio per i seminari mi sembrava una gran perdita di tempo. Con il passare dei mesi ho dovuto ricredermi. Se oggi riuscirò a dare l’esame a 18 giorni dalla fine delle lezioni, lo devo alle lezioni, alla mia costanza e all’impegno profuso”. Un po’ di amaro in bocca per gli studenti del V anno, Diritto Ecclesiastico: “La materia non è di per sé difficile – spiega Lucia Cappelli – però sostenere la prova a quattro giorni dalla fine del corso lascia perplessi. Il prof. Raffaele Balbi è molto pignolo, non si accontenterà di una semplice ripetizione. Queste date così ravvicinate nel tempo rendono impossibile anche ciò che non lo è”. “Il mio esame è a più cinque giorni dalla fine delle lezioni – dice Dario Merola – In cinque giorni si deve ripetere, studiare, fare ordine negli appunti e soprattutto nella propria testa. Purtroppo, ogni anno, pur chiedendo di rispettare un certo lasso temporale fra corsi e prove, nessuno ci ascolta. Peccato dover studiare frettolosamente. Il corso mi è piaciuto molto e la materia potrebbe avere risvolti lavorativi interessanti”. I giorni, seppur limitati, “questi sono – afferma Giuseppe Marotta – Inutile recriminare. Da bravi studenti, dobbiamo far bastare quello che abbiamo, altrimenti a rimetterci saremo sempre e solo noi”. 
Susy Lubrano
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