Dopo aver discusso la tesi, il curriculum che racconta gli studi compiuti, le esperienze acquisite, dagli stage all’Erasmus, e le aspettative rispetto al lavoro, viaggia in rete. Sono un milione e 120mila ad oggi i laureati che si presentano nella banca dati AlmaLaurea e si fanno così conoscere alle aziende italiane ed estere (i curricula sono tradotti anche in inglese) che vogliono assumere. E’ il servizio offerto dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, ente pubblico a cui aderiscono 51 Atenei, tra cui la Seconda Università di Napoli, le Università di Salerno e del Sannio, e che rappresenta il 70% dei laureati italiani. Lo scopo è quello di facilitare ai laureati l’inserimento lavorativo, o la progressione di carriera, offrendo a tutti uguali possibilità di accesso e visibilità nel mondo del lavoro. “Come garantire a tutti, figli di operai e figli di medici, le stesse opportunità dopo la laurea? In un Paese dove la mobilità sociale è bloccata, dove ancora contano le conoscenze e la rete familiare per trovare lavoro, abbiamo voluto offrire uno strumento per facilitare e rendere democratico questo passaggio: una banca dati on line, certificata dalle stesse Università” spiega il direttore di AlmaLaurea Andrea Cammelli, docente di Statistica. “Siamo nati quando in America muoveva i primi passi Monster e in Italia, ma anche a livello internazionale, rappresentiamo un servizio ancora ineguagliato per dimensioni, qualità e tempestività”.
Al momento della domanda di laurea le Università aderenti al Consorzio chiedono la compilazione del questionario AlmaLaurea. A cosa serve? Una parte consistente della documentazione è necessaria al Ministero dell’Università per l’accertamento del giudizio degli studenti sui percorsi compiuti e della qualità della formazione impartita, parametri utilizzati per la distribuzione dei fondi agli Atenei; i laureandi possono inoltre dare il consenso per entrare nella banca dati AlmaLaurea, con i propri dati tutelati nel rispetto della privacy. Il servizio è gratuito per i laureati: ad AlmaLaurea contribuiscono fondi ministeriali, le stesse Università aderenti e le imprese che accedono alla banca dati. Un’opportunità messa a disposizione dei giovani formati ai più alti livelli: solo nel 2007 la banca dati AlmaLaurea ha ceduto alle aziende 460mila curricula. “Un risultato concreto che ci spinge a fare ancora di più, consapevoli che non possiamo permetterci di bruciare una generazione dopo averla istruita: non c’è sviluppo senza i giovani”, spiega il professor Cammelli. Lo strumento operativo della banca dati è affiancato dai rapporti annuali che AlmaLaurea realizza per restituire elementi di conoscenza e valutazione empirica sia sulle performance dei laureati, sia sugli sbocchi occupazionali. L’ultima indagine su laureati e lavoro conferma la maggiore spendibilità della laurea rispetto al diploma di scuola secondaria. Con difficoltà però evidenti per i giovani universitari: precarietà e redditi bassi. “La ripresa – conclude Cammelli – passa attraverso la valorizzazione dei tanti talenti che escono dalle nostre università, forse più numerosi e migliori di quanto non siamo in grado di formare nelle nostre aule”.
Informazioni, banca dati e rapporti: www.almalaurea.it.
Al momento della domanda di laurea le Università aderenti al Consorzio chiedono la compilazione del questionario AlmaLaurea. A cosa serve? Una parte consistente della documentazione è necessaria al Ministero dell’Università per l’accertamento del giudizio degli studenti sui percorsi compiuti e della qualità della formazione impartita, parametri utilizzati per la distribuzione dei fondi agli Atenei; i laureandi possono inoltre dare il consenso per entrare nella banca dati AlmaLaurea, con i propri dati tutelati nel rispetto della privacy. Il servizio è gratuito per i laureati: ad AlmaLaurea contribuiscono fondi ministeriali, le stesse Università aderenti e le imprese che accedono alla banca dati. Un’opportunità messa a disposizione dei giovani formati ai più alti livelli: solo nel 2007 la banca dati AlmaLaurea ha ceduto alle aziende 460mila curricula. “Un risultato concreto che ci spinge a fare ancora di più, consapevoli che non possiamo permetterci di bruciare una generazione dopo averla istruita: non c’è sviluppo senza i giovani”, spiega il professor Cammelli. Lo strumento operativo della banca dati è affiancato dai rapporti annuali che AlmaLaurea realizza per restituire elementi di conoscenza e valutazione empirica sia sulle performance dei laureati, sia sugli sbocchi occupazionali. L’ultima indagine su laureati e lavoro conferma la maggiore spendibilità della laurea rispetto al diploma di scuola secondaria. Con difficoltà però evidenti per i giovani universitari: precarietà e redditi bassi. “La ripresa – conclude Cammelli – passa attraverso la valorizzazione dei tanti talenti che escono dalle nostre università, forse più numerosi e migliori di quanto non siamo in grado di formare nelle nostre aule”.
Informazioni, banca dati e rapporti: www.almalaurea.it.