Workshop dell’architetto Riccardo Blumer per le matricole della Facoltà aversana

Architettura dà il benvenuto alle matricole dei Corsi di Laurea in Architettura e Design industriale e per la moda, dedicando loro il seminario-workshop “Esercizi fisici di architettura e di design”, tenuto dall’architetto Riccardo Blumer, docente presso l’Accademia di Architettura della Svizzera a Bellinzona, lo scorso 6 novembre, presso l’Aula Magna della sede aversana della Facoltà. Un momento di aggregazione voluto e promosso anche dai rappresentanti degli studenti, “per coinvolgere i ragazzi, far capire loro che hanno scelto una Facoltà viva – afferma Carmine Lampitiello, rappresentate degli studenti – e che, oltre allo studio e agli esami, proporrà anche altri eventi ed iniziative culturali come questo…”.
Blumer, personaggio poliedrico che spazia dall’architettura al design, ha compiuto i suoi studi al Politecnico di Milano, dove si è laureato nel 1982, si è formato presso lo studio dell’architetto Mario Botta, a Lugano, dove si è occupato di progetti, mostre e pubblicazioni. Ha ricevuto significativi riconoscimenti – il premio ‘Design Preis Schweiz’ nel 1997, il ‘Compasso d’oro’ nel ’98, l’‘Observeur du Design’ nel 2000. Tra le sue realizzazioni più importanti: ‘LaLeggera’, attualmente parte della collezione permanente del Metropolitan Museum of Art di New York, del Centre Pompidou a Parigi e della Triennale di Milano; la sua sedia ‘LimitEdition’ in legno di balsa e fibra di vetro, presentata al Salone del mobile 2003; altre quattro sedie, co-firmate con l’arch. Matteo Borghi e presentate per il Salone del mobile nel 2007, sul tema delle resistenze strutturali.
“Ci eravamo chiesti se questo evento avesse senso nel momento in cui l’Università intera è in agitazione – ha detto la prof.ssa Cettina Lenza, Preside della Facoltà – L’avevamo programmato tempo addietro e ci abbiamo creduto fortemente nel confermarlo, perché l’Università pubblica è un luogo di cultura, dove bisogna venire con gioia e trasferire energia…”. Iniziative del genere, secondo il prof. Marino Borrelli, Presidente del Corso di Laurea in Architettura U.E., “sono il segno di quanto la Facoltà può offrire agli studenti”. La partecipazione attiva a queste occasioni, per la prof.ssa Isabella Amirante, Presidente del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura, diventa “un importante momento di formazione”. 
La lezione di Blumer parte dai temi della luce e dell’aria. “Il designer – afferma – può lavorare a rendere visibili le cose invisibili, come l’aria…”. E per far comprendere e sentire la presenza dell’aria, si dà il via ad alcuni esercizi di Fisica, con tutta una strumentazione annessa. Un sottile tubo lungo dodici metri, con alle estremità due siringhe. Se allentiamo e poi spingiamo lentamente uno dei due tamponi, vediamo che l’altro, all’estremità opposta, comincia ad alzarsi. Questo è il segnale dell’esistenza di una pressione atmosferica che, diversamente, non riusciremmo a percepire. Interesse e meraviglia da parte della platea studentesca, quando Blumer propone: “vediamo quante uova occorrono per sollevare una persona”. Con l’aiuto dell’arch. Matteo Broghi, e di un macchinario di legno costruito da loro stessi, dimostrano come, per qualche secondo, una studentessa, scelta a caso tra il pubblico presente in aula per il suo fisico mingherlino (circa cinquanta chili), riesca a poggiarsi prima su dodici uova, poi su sei e, per finire, su tre. 
Il campo di azione di Blumer risulta amplissimo: gli studenti hanno modo di conoscere e osservare i progetti di alcuni edifici a Milano, fino ad una cantina di vini realizzata in Toscana e poi, ancora, le affascinanti sedie costruite con materiali alimentari, “perché – dice – in cucina si creano grandi alchimie”. Da queste considerazioni, nascono la sedia (una delle tante) realizzata con pezzi di pane e colla di pesce, il divanetto di liquirizia e colla di pesce e la libreria di crackers e zucchero. “Blumer è, essenzialmente, un ricercatore – dice la prof.ssa Patrizia Ranzo, Presidente del Corso di Laurea in Disegno industriale e per la moda – che parte dall’osservazione del mondo che ci circonda. Dunque, questa lezione non è solo per i nostri studenti, ma per tutta l’Università che attraversa un momento di transizione…”.
Maddalena Esposito
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