Con il naso in su a studiar le stelle

Viaggio di istruzione per gli studenti della Laurea Magistrale in Astrofisica e Fisica dello Spazio, ospiti per tre notti, dal 2 al 4 ottobre, dell’Osservatorio di Asiago, posto a 1350 metri di altezza, un luogo ‘con più mucche che abitanti’, perfetto, quindi, per osservazioni astronomiche. Quando fu inaugurato nel 1946 era il più grande d’Europa e il principale dei tre telescopi di cui l’Osservatorio dispone, con i suoi 182 centimetri, è ancora il più grande d’Italia. La sua incredibile collezione di lastre fotografiche emulsionate con bromuro d’argento, sostituite alla fine degli anni ’60 da quelle in silicio, antenate delle moderne fotocamere, rappresenta una testimonianza importante della recente storia scientifica italiana. Oggi vi si svolgono ricerche di routine e laboratori per studenti, ma in passato è stato un centro d’avanguardia, per il quale sono passati molti dei più importanti scienziati italiani. “Compreso Massimo Capaccioli, il nostro professore. Abbiamo trovato il suo nome nei registri. Doveva venire con noi, ma non gli è stato possibile”, dicono gli studenti. Sebbene automatizzato, è ancora possibile osservare il funzionamento originale del telescopio. “Mai vista una cosa del genere. Abbiamo fatto un percorso storico, lavorando come gli astronomi fino ad una trentina d’anni fa”. Nessuno scienziato lavora più guardando attraverso un telescopio, ma è interessante apprendere quanto fosse estenuante fare delle osservazioni. “Nuvole e luna piena non sono gli unici problemi; si poteva lavorare per ore e scoprire poi in camera oscura di non aver raccolto niente”, concludono i ragazzi raccontando la loro esperienza. 
“Visto il successo dell’iniziativa, pensiamo di ripeterla ogni anno. Nell’astronomia moderna, raramente si sta al telescopio. Per tutti loro è stata la prima esperienza con un telescopio professionale”, dice il dott. Giovanni Covone che ha accompagnato il gruppo. L’iniziativa è stata possibile grazie ai fondi messi a disposizione dalla Fondazione Banco di Napoli per la promozione della didattica in Astrofisica. Parte dell’investimento ha finanziato l’acquisto di cinque portatili che saranno dati in prestito agli studenti della Magistrale durante la tesi.
Scienza ma anche 
filosofia e poesia
Giovani, appassionati ai loro studi e pieni di interessi – “per sfatare il mito che i fisici studiano e basta” -, amano l’arte, la letteratura. In tanti descrivono i loro studi associandovi le parole ‘filosofia’ e ‘poesia’. Sognano di fare ricerca, ma non nel nostro Paese. Meglio l’estero, perché “l’Italia è un paese miope e provinciale, senza progetti a lungo termine. Qui non abbiamo futuro, ma altrove la nostra formazione è molto apprezzata”, dicono. Conosciamo meglio questo gruppo di studenti.
Guido Avvisati è ‘l’intruso’ perché studia Fisica Teorica al Corso specialistico. Ha 22 anni. Si è unito al gruppo degli astrofisici perché “le stelle sono sempre state la mia fissazione. Fin da piccolo leggevo articoli e guardavo videocassette sull’argomento. In futuro mi piacerebbe restare in un ambito cosmologico”. Della Fisica gli piace “che c’è sempre qualcosa che non ti aspetti e man mano che si va avanti le cose si complicano sempre di più”. Segue con interesse la politica, perchè come la scienza “ti sorprende sempre”. Legge libri di storia e letteratura.
Alessia Longobardi, 22 anni, napoletana, studentessa al secondo anno di Magistrale, è entusiasta della visita all’Osservatorio, “perché affrontiamo solo aspetti teorici e la pratica ci manca molto”. Si è avvicinata alle stelle grazie al padre astrofilo. “Questi studi ti permettono di scoprire la realtà con occhi diversi, non critici e nemmeno cinici. Più vado avanti e più sono contenta”. Sogna di diventare astronauta, o per lo meno di fare ricerca. Ha studiato violino al Conservatorio e segue la squadra del Napoli.
Marco Soranno, 23 anni, passione per il cielo, a diciotto anni si è iscritto ad Ingegneria Aerospaziale. “Il primo anno, in cui si affrontano esami non caratterizzanti, è andato tutto bene, ma dopo non riuscivo più ad aprire un libro. Odio gli aerei. Mi sono informato su Fisica ed ho scoperto che era appena nata la Laurea Magistrale in Astrofisica ed ora sono contentissimo di stare qui. Il Corso è ottimo, ma spero di fare il dottorato fuori”. Gioca a pallacanestro per passione, suona la chitarra e ascolta tanta musica rock: “mi raccomando scrivi che ascolto i Led Zeppelin”.
Demetra De Cicco, 27 anni, ha deciso cosa fare nella vita a nove anni, quando ha iniziato ad osservare le costellazioni con il padre. Per problemi personali si è iscritta all’Università due anni dopo la fine della scuola. “Vorrei diventare ricercatrice. Spero di restare qui senza rinunciare a quello che mi piace”. La caratteristica che ama dei suoi studi: “rispondono ad un sacco di quesiti e combinano bene scienza e poesia”. Suona la chitarra da autodidatta e studia altre lingue, in particolare francese e tedesco, “ma sotto esame devo sempre lasciare”. 
Il sogno? 
Fare l’astronauta
Federica Cersullo, 22 anni, è al primo anno della Laurea Magistrale. “Il viaggio ad Asiago è stata un’esperienza molto romantica – dice – per il telescopio e l’individualità del lavoro”. Le piacerebbe fare l’astronauta per vedere la Terra da lontano e dire ‘io un tempo ero lì’. Vorrebbe continuare il lavoro di tesi sulla deflessione della luce ‘per capire i perché’. Ama la pallavolo, che ha praticato in passato, “finché non ho perso l’allenamento per gravi problemi di studio”. Gioca ancora una volta la settimana e legge romanzi, soprattutto quelli introspettivi del primo ’900.
Angelo Limone, per tutti il ‘secchione’, si è laureato a luglio del terzo anno senza nemmeno un 29 ed ha già cominciato a lavorare alla tesi magistrale. Ventitré anni, originario di Sant’Arpino in provincia di Caserta, si è iscritto a Fisica per sfida e curiosità. “Dall’Astrofisica arrivano più risposte che dalla Fisica stessa. Fin da bambino alzavo la testa e guardavo il cielo; eppure la Fisica era l’unica materia che non capivo al liceo”. Da una decina d’anni suona la chitarra classica e gli piace disegnare. Nel suo futuro spera “di emigrare al più presto e non tornare mai più in questa nazione”.
Marianna Nunziatella, 22 anni, secondo anno di Astrofisica, si è avvicinata alla scienza incoraggiata dalla madre. È una ‘smanettona, più un’informatica che altro’. “Quando pensi di essere arrivata ad una conclusione, in un attimo le tue certezze crollano e devi ricominciare daccapo”. Alle sue compagne che vorrebbero diventare astronaute, dice: “potrei guidarvi da Terra perché io sto bene qui, ma desidero andare fuori e trasferirmi a Parigi. Non voglio nemmeno provare a fare domanda per un dottorato in Italia”. Si è laureata da poco alla triennale e “se penso che tra un po’ mi devo laureare un’altra volta mi viene l’ansia”. 
Anna Maria Di Costanzo, napoletana, 24 anni, secondo anno della Magistrale. Racconta: “al liceo Fisica e Matematica erano le uniche discipline che studiassi, anche quando non dovevo. Poi ho scelto le stelle perché mi affascina l’universo”. Fino a qualche tempo fa voleva scappare dall’Italia per dedicarsi alla ricerca: “adesso non so più se mi va, ma credo che sarà inevitabile”. Ama gli animali ed ha un hobby unico: addomesticare pappagallini (“hanno personalità diverse, dipende dalle razze. In me riconoscono la madre”), a casa ne ha ‘solo’ tre. Giocano con lei, volano liberi in casa e rispondono ai suoi richiami. 
Il futuro è
all’estero
A Cristina Barbarino, 24 anni di Cicciano, la passione per la scienza è arrivata tardi. “Alle medie volevo fare la giornalista o la scrittrice, ma la professoressa di Matematica e Fisica del liceo ha saputo trasmettermi la sua grande passione”. Va in piscina, le piacciono i fumetti e il teatro, da piccola suonava il pianoforte. “Il mio obiettivo è andare all’estero, perchè non mi piace l’ambiente italiano. Mio fratello ha fatto il dottorato qui e si è trovato bene, ma è stato negli Stati Uniti ed ha notato la differenza”.
Chiara Spinello, 24 anni, in qualità di unica laureata è la ‘capopullman’. Ha realizzato il suo sogno di andare all’estero. A novembre, infatti, si trasferirà in Olanda, a Groninga, per il dottorato. Ha frequentato il liceo linguistico. “Non mi interessava la scuola, feci scegliere a mia madre. Io volevo solo frequentare il Conservatorio, suono il flauto traverso”. Le stelle l’hanno sempre appassionata, ma “non come oggetti romantici”. Durante gli studi è stata in Spagna all’Osservatorio delle Canarie con il Progetto Erasmus.  Nel suo lavoro di tesi si è occupata di una nuova tecnica spettroscopica che vorrebbe integrare con altri studi sulla luce, per indagare la materia oscura.
Simona Pasquale
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