Medici e docenti della Seconda Università formano il personale sanitario palestinese, grazie ad un progetto di cooperazione messo a punto dall’Ateneo e proposto al Ministero degli Affari esteri. Nato a seguito di una prima esperienza svoltasi tra il 2010 e il 2013, il progetto, presentato il 19 aprile dal Rettore prof. Francesco Rossi ed il delegato all’Internazionalizzazione prof. Alfonso Barbarisi nell’Aula Conferenze della Scuola di Medicina, ha una durata di tre anni, durante i quali la Sun consoliderà le conoscenze mediche del personale negli ospedali di Hebron e Nablus in Palestina, Jenin, Beit Jala e Jerico, con l’introduzione di tecniche avanzate ed endoscopiche specialistiche. Dal valore di un milione di euro, è finanziato per il settanta per cento dalla Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli esteri, e per la parte rimanente dalla Sun (circa 150mila euro) e dall’Autorità Palestinese. La Sun, capofila dell’iniziativa, coinvolgerà a pieno istituti universitari e istituzioni scientifiche sia italiani che palestinesi, al fine di permettere, da un lato, ai giovani medici palestinesi di sviluppare le proprie conoscenze professionali e, ai medici senior e docenti palestinesi, di partecipare direttamente alle attività formative. “Il progetto prevede la partecipazione di venti docenti universitari, dieci della Sun ed altri dieci provenineti da Atenei che collaborano al progetto”, ha spiegato Barbarisi, durante la presentazione. Oltre a quest’ultimo, saranno impegnati, tra gli altri, i proff. Gennaro Galizia, Eva Lieto, Giovanni Conzo, Francesco Iovino, Silvestro Canonico, Domenico Parmeggiani. Molteplici le attività previste nel corso del progetto: dall’assistenza tecnica per la progettazione e l’organizzazione di percorsi formativi certificati a beneficio di medici all’organizzazione di missioni di esperti dall’Italia per coordinare in loco le attività formative e di ricerca e specializzazione post-laurea, fino alla fornitura di attrezzature per laparoscopia chirurgica e ginecologica, indispensabili per svolgere la formazione teorico/pratica negli ospedali. Soddisfazione nelle parole del Rettore. “Si tratta di un progetto importante che rientra nell’ambito del processo di internazionalizzazione dell’Ateneo, da cui nascerà una grande cooperazione internazionale dal carattere umanitario”, ha detto.