“La nostra Università è stata una delle prime in Italia ad attivare il servizio di counseling per gli studenti. Nel 2003, quando ad un incontro tenuto a Novara si è discusso su questo tema, solo tre o quattro atenei italiani erano partiti con questo progetto tra cui la Federico II e noi. Oggi, invece, è un servizio che ha preso corpo e si è diffuso in tutte le università”. Il prof. Luigi Mascilli Migliorini, Presidente del CAOT dell’Orientale (Centro di Ateneo per l’Orientamento e il Tutorato), sottolinea non solo lo stato di approfondimento e di avanzamento delle attività del Centro, ma anche l’importanza che quest’attività di sostegno e di indirizzo agli studenti ha acquisito negli anni. “Siamo tutti convinti che il passaggio da un mondo chiuso e ordinato quale è quello delle scuole superiori, ad una realtà aperta come quella universitaria, crei nei giovani un certo disorientamento, dovuto non solo alla scelta che si trovano ad operare, ma anche alle nuove modalità di studio e all’autodisciplina che devono riuscire ad imporsi per portare a termine il loro percorso”.
Le attività del Caot per gli studenti in itinere sono, dunque, dirette a tutti gli universitari e sono rivolte su due fronti: sostegno di tipo didattico e approfondimento di tipo esistenziale. “I risultati più evidenti li abbiamo con gli studenti fuori corso. – sottolinea il prof. Migliorini – Sono diversi i fuori corso con cui intraprendiamo un percorso di counseling e con i quali abbiamo riscontri importanti, perché avviene un reale acceleramento della loro carriera universitaria, magari abbandonata da due o tre anni. I fuori corso hanno una demotivazione crescente, e quanto più è il tempo che si allontanano dall’università, tanto più vedono difficile recuperare, tornare a studiare, andare a sostenere un esame, anche perché in alcuni casi ormai lavorano o hanno dei figli. Ma quanto più è forte l’allontanamento dagli studi, tanto più è straordinario il recupero che si riesce ad ottenere, perché li si riporta davanti ad un progetto di vita, nel quale si erano sentiti sconfitti”.
L’approccio ai fuori corso avviene attraverso le banche dati preparate dall’Ateneo che, come afferma Migliorini, “sono il cuore del nostro lavoro”: attraverso dei segnalatori di allarme, infatti, vengono man mano individuati gli studenti che non danno più esami da alcuni mesi, da un anno, due, tre, etc… e quindi si parte con una campagna di informazione mirata per blocchi, in modo da informare i ragazzi sul servizio. Il lavoro degli operatori del Caot con gli interessati, poi, si svolge su due piani, “forniamo loro – commenta, infatti, il Presidente – le due gambe sulle quali appoggiarsi”. Da un lato si parte con un sostegno didattico, attraverso il progetto ‘Atlante’, dall’altro lato si attua un accompagnamento di carattere psicologico-emozionale, per superare le barriere di scoraggiamento e di sfiducia.
Presso il Caot, come ogni anno, già da gennaio 2009 sono ripartite le attività dello sportello di counseling – indirizzato verso un approccio di tipo individuale per chi ha bisogno di esprimere un proprio disagio o una difficoltà – ed i Laboratori tematici e gruppi di aiuto legati allo sviluppo, in gruppo, di tematiche di tipo esistenziale. “Si affrontano le grandi questioni che interessano tutti i ragazzi, anche quelli con tutti 30 e lode. – evidenzia il prof. Migliorini – Si cerca, attraverso gruppi di 30-40 studenti guidati da uno psicologo o da un counselor, di approfondire e superare quelli che sono i dubbi che tutti noi ci siamo posti da ragazzi. Il nostro è modello di counseling esistenziale, vicino anche al tipo di studi umanistici che si svolgono presso il nostro Ateneo, e che fa leva sulle esperienze di vita dei giovani e sui percorsi che si aprono davanti alle loro giovani vite”. Identità e Storia familiare, Programmazione Neurolinguistica e Cambiamento, Intelligenza Emozionale, L’idea di sé: ‘Chi sono io?’, Rompere il ciclo dell’ansia e prevenire le conseguenze dello stress, Armonia nella sessualità: sono i titoli dei Laboratori tematici organizzati fino a maggio. “Ogni Laboratorio si sviluppa su tre incontri, di cui nei primi due si discute del problema e il terzo è dedicato ad un confronto ‘peer to peer’ con ogni studente per capire cosa questa esperienza è riuscita a smuovere”. Ai ragazzi, dunque, è lasciata la scelta di partecipare fino in fondo a questa esperienza e di valutare quanto sia servita per risolvere i propri dubbi esistenziali o le proprie difficoltà; nei casi, in cui esista, poi, un disagio più manifesto, che andrebbe risolto attraverso un percorso di tipo analitico, assicura Migliorini che “questo non crea discontinuità con il counseling, ma sono gli stessi operatori che decidono, magari, un approccio più attento e più lungo”.
Per tutte le informazioni si può consultare il sito: www.old.unior.i/tutor
Valentina Orellana
Le attività del Caot per gli studenti in itinere sono, dunque, dirette a tutti gli universitari e sono rivolte su due fronti: sostegno di tipo didattico e approfondimento di tipo esistenziale. “I risultati più evidenti li abbiamo con gli studenti fuori corso. – sottolinea il prof. Migliorini – Sono diversi i fuori corso con cui intraprendiamo un percorso di counseling e con i quali abbiamo riscontri importanti, perché avviene un reale acceleramento della loro carriera universitaria, magari abbandonata da due o tre anni. I fuori corso hanno una demotivazione crescente, e quanto più è il tempo che si allontanano dall’università, tanto più vedono difficile recuperare, tornare a studiare, andare a sostenere un esame, anche perché in alcuni casi ormai lavorano o hanno dei figli. Ma quanto più è forte l’allontanamento dagli studi, tanto più è straordinario il recupero che si riesce ad ottenere, perché li si riporta davanti ad un progetto di vita, nel quale si erano sentiti sconfitti”.
L’approccio ai fuori corso avviene attraverso le banche dati preparate dall’Ateneo che, come afferma Migliorini, “sono il cuore del nostro lavoro”: attraverso dei segnalatori di allarme, infatti, vengono man mano individuati gli studenti che non danno più esami da alcuni mesi, da un anno, due, tre, etc… e quindi si parte con una campagna di informazione mirata per blocchi, in modo da informare i ragazzi sul servizio. Il lavoro degli operatori del Caot con gli interessati, poi, si svolge su due piani, “forniamo loro – commenta, infatti, il Presidente – le due gambe sulle quali appoggiarsi”. Da un lato si parte con un sostegno didattico, attraverso il progetto ‘Atlante’, dall’altro lato si attua un accompagnamento di carattere psicologico-emozionale, per superare le barriere di scoraggiamento e di sfiducia.
Presso il Caot, come ogni anno, già da gennaio 2009 sono ripartite le attività dello sportello di counseling – indirizzato verso un approccio di tipo individuale per chi ha bisogno di esprimere un proprio disagio o una difficoltà – ed i Laboratori tematici e gruppi di aiuto legati allo sviluppo, in gruppo, di tematiche di tipo esistenziale. “Si affrontano le grandi questioni che interessano tutti i ragazzi, anche quelli con tutti 30 e lode. – evidenzia il prof. Migliorini – Si cerca, attraverso gruppi di 30-40 studenti guidati da uno psicologo o da un counselor, di approfondire e superare quelli che sono i dubbi che tutti noi ci siamo posti da ragazzi. Il nostro è modello di counseling esistenziale, vicino anche al tipo di studi umanistici che si svolgono presso il nostro Ateneo, e che fa leva sulle esperienze di vita dei giovani e sui percorsi che si aprono davanti alle loro giovani vite”. Identità e Storia familiare, Programmazione Neurolinguistica e Cambiamento, Intelligenza Emozionale, L’idea di sé: ‘Chi sono io?’, Rompere il ciclo dell’ansia e prevenire le conseguenze dello stress, Armonia nella sessualità: sono i titoli dei Laboratori tematici organizzati fino a maggio. “Ogni Laboratorio si sviluppa su tre incontri, di cui nei primi due si discute del problema e il terzo è dedicato ad un confronto ‘peer to peer’ con ogni studente per capire cosa questa esperienza è riuscita a smuovere”. Ai ragazzi, dunque, è lasciata la scelta di partecipare fino in fondo a questa esperienza e di valutare quanto sia servita per risolvere i propri dubbi esistenziali o le proprie difficoltà; nei casi, in cui esista, poi, un disagio più manifesto, che andrebbe risolto attraverso un percorso di tipo analitico, assicura Migliorini che “questo non crea discontinuità con il counseling, ma sono gli stessi operatori che decidono, magari, un approccio più attento e più lungo”.
Per tutte le informazioni si può consultare il sito: www.old.unior.i/tutor
Valentina Orellana