Centinaia di studenti hanno affollato nella mattinata del 17 maggio l’Aula Magna Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici.Ospiti attesissimi del giorno AlessandroPreziosi, noto attore diteatro, cinema e televisione, al fianco del regista napoletano AntonioCapuano, entrambi prossimamente coinvolti in due assolute anteprime nel Napoli Teatro Festival Italia, giunto alla sua X edizione, la prima diretta da Ruggiero Cappuccio. “Avvicinare gli studenti al teatro”,
l’obiettivo cardine che risalta dalle parole del ProRettore Arturo De Vivo in apertura dell’incontro. In occasione della kermesse, “ospiteremo durante l’anno le ulteriori iniziative di ‘Festival Campus’ in cui gli studiosi di Discipline dello Spettacolo avranno modo di dialogare con autori, registi e attori per interrogarsi sui grandi temi di interesse inerenti alla messinscena”, commenta Edoardo Massimilla, Direttore del Dipartimento. In particolare, questo rendez-vous si inserisce in una dimensione laboratoriale destinata agli studenti del Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia volta a stimolare una riflessione critica sul rapporto tra scrittura e rappresentazione, dal testo alla scena. “Portare il teatro nelle aule universitarie senza sipario significa portare i giovani nelle sale teatrali e dunque formare la prossima generazione di drammaturghi e critici addetti ai lavori”, afferma il prof. Pasquale Sabbatino, Coordinatore del Master. Per tutti gli spettacoli in programma (più di 50) gli specializzandi del Master vestiranno, inoltre, proprio i panni dei critici teatrali redigendo articoli per un blog, o meglio “un diario di bordo critico”, come lo definisce il docente di Letteratura Italiana, che sarà poi ospitato sul
sito ufficiale del NTFI 2017. “L’arte è uno stimolo per la vita, o è la vita a produrre gli stimoli del creare arte?”, l’interrogativo marzulliano lanciato dalla regista Nadia Baldi, consulente della direzione artistica del Festival, a entrambi gli ospiti, i quali hanno fornito nel corso del dibattito risposte complementari più che opposte. Il primo a prendere la parola è Preziosi, impegnato come interprete nello spettacolo ‘Vincent van Gogh. L’odore assordante del
bianco’, che andrà in scena il 27 e il 28 giugno presso il Palazzo Reale di Napoli. “Il sentire è la linfa vitale dell’artista”, risponde senza esitazioni l’attore campano. Poi aggiunge: “Teatralizzare un testo non è mai un’operazione scontata”. La finalità è quella di raccontare una storia “ma non più con i mezzi squisitamente letterari. A far parte della drammaturgia concorre tutta una serie di eventi, interpretazioni, scene, costumi, scenografie e suoni”. Ciascuno spettatore, poi, “dovrà trovare la propria chiave di lettura. In cosa consiste il processo creativo? Essere inondati da una valanga di colori o omologarsi al biancore delle cose?”. Senza esclusione di colpi il dibattito tutto partenopeo che presto s’affaccia tra Preziosi e Capuano, il quale porterà invece in scena il 29 e il 30 giugno al Teatro Sannazaro una sua riscrittura de ‘Le serve’ di Jean Genet. “L’arte in sé predica la sovversione. Van Gogh non eraaffatto pazzo, aveva il genio, l’allucinazione e insieme la lucidità di un visionario. Non si può parlare di lui senza le sue tinte vivaci”, replica con vena critica e romantica il regista teatrale. Quest’ultimo stravolge il capolavoro originale per ricostruire un testo complesso e articolato, tradotto per l’occasione dal francese al napoletano. “Nell’affrontare la riscrittura non poche sono state le difficoltà. Per questo voi studenti di Drammaturgia dovreste studiare i lavori contemporanei, di adattamento, attualizzazione e rilettura dei testi cosiddetti classici o ideali”. Per il regista il teatro potrebbe fare a meno di luci, musiche, scenografie. “Ciò che lo anima e lo vivifica è solo l’attore, il cui unico interlocutore deve essere il pubblico, perché allo spettatore si deve restituire non il testo, ma la visione”. Insomma, è stata questa “un’occasione perfetta per offrire ai nostri studenti non un sapere cristallizzato sulle pratiche e tecniche teatrali, bensì l’idea di un teatro vivo, di un’arte in cui possono convivere punti di vista differenti”, chiosa infine il prof. Francesco Paolo De Cristofaro, docente di Letterature Moderne Comparate.
l’obiettivo cardine che risalta dalle parole del ProRettore Arturo De Vivo in apertura dell’incontro. In occasione della kermesse, “ospiteremo durante l’anno le ulteriori iniziative di ‘Festival Campus’ in cui gli studiosi di Discipline dello Spettacolo avranno modo di dialogare con autori, registi e attori per interrogarsi sui grandi temi di interesse inerenti alla messinscena”, commenta Edoardo Massimilla, Direttore del Dipartimento. In particolare, questo rendez-vous si inserisce in una dimensione laboratoriale destinata agli studenti del Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia volta a stimolare una riflessione critica sul rapporto tra scrittura e rappresentazione, dal testo alla scena. “Portare il teatro nelle aule universitarie senza sipario significa portare i giovani nelle sale teatrali e dunque formare la prossima generazione di drammaturghi e critici addetti ai lavori”, afferma il prof. Pasquale Sabbatino, Coordinatore del Master. Per tutti gli spettacoli in programma (più di 50) gli specializzandi del Master vestiranno, inoltre, proprio i panni dei critici teatrali redigendo articoli per un blog, o meglio “un diario di bordo critico”, come lo definisce il docente di Letteratura Italiana, che sarà poi ospitato sul
sito ufficiale del NTFI 2017. “L’arte è uno stimolo per la vita, o è la vita a produrre gli stimoli del creare arte?”, l’interrogativo marzulliano lanciato dalla regista Nadia Baldi, consulente della direzione artistica del Festival, a entrambi gli ospiti, i quali hanno fornito nel corso del dibattito risposte complementari più che opposte. Il primo a prendere la parola è Preziosi, impegnato come interprete nello spettacolo ‘Vincent van Gogh. L’odore assordante del
bianco’, che andrà in scena il 27 e il 28 giugno presso il Palazzo Reale di Napoli. “Il sentire è la linfa vitale dell’artista”, risponde senza esitazioni l’attore campano. Poi aggiunge: “Teatralizzare un testo non è mai un’operazione scontata”. La finalità è quella di raccontare una storia “ma non più con i mezzi squisitamente letterari. A far parte della drammaturgia concorre tutta una serie di eventi, interpretazioni, scene, costumi, scenografie e suoni”. Ciascuno spettatore, poi, “dovrà trovare la propria chiave di lettura. In cosa consiste il processo creativo? Essere inondati da una valanga di colori o omologarsi al biancore delle cose?”. Senza esclusione di colpi il dibattito tutto partenopeo che presto s’affaccia tra Preziosi e Capuano, il quale porterà invece in scena il 29 e il 30 giugno al Teatro Sannazaro una sua riscrittura de ‘Le serve’ di Jean Genet. “L’arte in sé predica la sovversione. Van Gogh non eraaffatto pazzo, aveva il genio, l’allucinazione e insieme la lucidità di un visionario. Non si può parlare di lui senza le sue tinte vivaci”, replica con vena critica e romantica il regista teatrale. Quest’ultimo stravolge il capolavoro originale per ricostruire un testo complesso e articolato, tradotto per l’occasione dal francese al napoletano. “Nell’affrontare la riscrittura non poche sono state le difficoltà. Per questo voi studenti di Drammaturgia dovreste studiare i lavori contemporanei, di adattamento, attualizzazione e rilettura dei testi cosiddetti classici o ideali”. Per il regista il teatro potrebbe fare a meno di luci, musiche, scenografie. “Ciò che lo anima e lo vivifica è solo l’attore, il cui unico interlocutore deve essere il pubblico, perché allo spettatore si deve restituire non il testo, ma la visione”. Insomma, è stata questa “un’occasione perfetta per offrire ai nostri studenti non un sapere cristallizzato sulle pratiche e tecniche teatrali, bensì l’idea di un teatro vivo, di un’arte in cui possono convivere punti di vista differenti”, chiosa infine il prof. Francesco Paolo De Cristofaro, docente di Letterature Moderne Comparate.