Diritto Privato, come affrontare (in remoto) la disciplina più ostica del primo anno

Didattica on-line anche a Giurisprudenza. Armati di pc, smartphone e tablet, gli studenti hanno accolto la formazione a distanza, consci che al tempo del Covid-19 il diritto corre sul filo telematico. Le matricole sono alle prese con l’insegnamento più arduo del primo anno: Istituzioni di diritto privato. Nozioni filtrate da uno schermo e classi formate via web: le lezioni procedono spedite. Come ci si approccia ad una disciplina così complicata se tutto passa attraverso un filtro virtuale? L’abbiamo chiesto ai docenti di Diritto Privato, che, alla stregua degli studenti, hanno dovuto ‘riordinare’ (in breve tempo) la didattica per renderla fruibile tramite web. “Sono più di 300 gli studenti che seguono le lezioni grazie alla piattaforma Federica – spiega il prof. Giuseppe Recinto, ordinario della I cattedra (D-F) – Ho scelto di non tenere il corso in diretta, ma di caricare le lezioni in piattaforma, al fine di agevolare le famiglie nella fruizione del prodotto. I genitori lavorano in smart working, i fratelli seguono le lezioni dei vari ordini di scuola, ho pensato che potesse essere comodo avere il prodotto finito da utilizzare quando si vuole”. La scelta, sottolinea il docente, “è stata di carattere personale perché ogni piattaforma si equivale. Accanto ai miei video di presentazione, c’è materiale scritto, slide da poter consultare. Occorre pensare anche a chi ha delle fragilità e ha bisogno di percorsi personalizzati. Per questo, carichiamo il materiale, per poi avere un confronto con lo studente”. Il ricevimento avviene attraverso “mail, Skype, Teams, insomma i sistemi sono tanti. Dobbiamo renderci conto che è in atto un cambiamento e con esso cambia la didattica. Attraverso il web i concetti devono essere più specifici ed immediati, non abbiamo il tempo di lezioni troppo nozionistiche”. Per questo motivo “dobbiamo adeguarci, senza ‘forzare’ la didattica o pretendere che sia come prima. Se accettiamo il tutto con fare positivo, l’esito sarà ottimo anche per le matricole”. D’altronde “i ragazzi sono molto tecnologici e la pluralità di strumenti a disposizione rende facile la connessione e lo scambio, evidenzia la duttilità di docenti e discenti. Siamo un team e lo stiamo confermando in queste settimane”. Ha preferito la lezione ‘dal vivo’ la prof.ssa Oriana Clarizia: “Faccio lezione il lunedì, martedì e mercoledì grazie all’utilizzo della piattaforma Microsoft Teams perché è quella più vicina alle lezioni frontali”, dichiara la docente della III cattedra (N-R). I ragazzi sono collegati in diretta: “Scorro i nomi mentre loro mi ascoltano in contemporanea. Per evitare rumori di sottofondo, l’audio dei ragazzi è disattivato, ma chi deve porre delle domande lo può fare nell’immediato, accendendo il proprio microfono. L’alternativa sarebbe stata la possibilità di registrare la lezione e lasciarla in piattaforma, mi sono resa conto che non era quello che volevo e ho preferito prendere un’altra strada”. Un’incognita che si è rivelata positiva: “In questa fase di emergenza avverto un forte senso di responsabilità degli studenti. Si svegliano presto e ogni mattina, in 200 circa, si ritrovano in questa classe virtuale. La puntualità è dovuta anche al fatto che nessuno si deve spostare da casa propria e quindi forse c’è più attenzione. Ad inizio e fine lezione mi dedico alle domande sospese, quando magari le matricole mi chiedono in chat (sempre inserita in piattaforma) di dissolvere i dubbi su concetti poco chiari”. Il ricevimento: “Avviene tramite mail privata. Se è possibile chiarire il dubbio in forma scritta si risponde alla mail. Altrimenti il dubbio viene dissipato a lezione il giorno seguente, o si fanno colloqui individuali e di gruppo”. La didattica a distanza certo non colma la distanza: “Mi mancano le lezioni frontali, poter guardare gli studenti e capire dai loro sguardi se ci sono perplessità. Però, grazie alla didattica a distanza, i più timidi riescono a vincere la timidezza. Inoltre, i ragazzi riescono a condividere materiale, schemi, mappe concettuali nell’immediato, sul loro desktop, senza perdite di tempo. Sento che gli studenti sono motivati e che vivono con impegno l’esperienza on-line”. Arrivata all’insegnamento di Diritto Privato quest’anno, la prof.ssa Luciana D’Acunto, già titolare in precedenza di materie complementari come Diritto privato dell’economia, ha dovuto da subito affrontare la sfida della didattica a distanza. “Ho preferito le lezioni dal vivo rispettando l’orario del semestre – commenta la docente della IV cattedra (S-A) – I ragazzi seguono per due ore giornaliere e, grazie alla piattaforma Microsoft Teams, partecipano attivamente. I loro microfoni sono aperti e se hanno dubbi mi possono interrompere. Devo dire che sono molto rispettosi, pongono domande, chiedono consigli e commentano le slide. Oltre alla voce, utilizzo slide di supporto, in modo che possiamo guardare la stessa cosa. Poi inserisco schemi, qualche passaggio di sentenza, in modo da rendere vivo il contatto con il diritto. In piattaforma siamo a 200 presenze al giorno, un bel numero”. Le indicazioni su come studiare: “Il Diritto privato è, come tutto il diritto, una scienza pratica. È un diritto che ‘risolve’ i problemi che nascono all’interno della società e quindi occorre studiare in modo intelligente, ovvero quali sono le norme che vanno a disciplinare quel determinato conflitto d’interesse. L’approccio che richiedo deve essere critico, bisogna porsi delle domande”. Il consiglio: “Leggere il manuale più volte aiuta. In una seconda lettura si capiscono molte cose che non si erano colte in precedenza”. La docente ha potuto, come tutti, tenere solo alcune lezioni dal vivo prima dell’emergenza: “Avere gli studenti di fronte aiuta moltissimo. Però anche a distanza si ha la possibilità di intervenire. Una volta che saranno terminati i corsi, ci dedicheremo, sempre in piattaforma, a confronti e dialoghi su temi già affrontati. Anche ora consiglio di studiare prima la lezione, è un modo per mettere a fuoco quello che verrà detto on-line”. In futuro: “Credo che questo modo di fare didattica ci cambierà tutti profondamente. Magari non sostituirà la didattica frontale, però la piattaforma potrà agevolare gli studenti lavoratori, i pendolari e i ragazzi con disabilità”. Anche la prof.ssa Barbara Salvatore è al primo anno di titolarità dell’insegnamento di Diritto Privato (V cattedra B-C). “Svolgo regolarmente lezione grazie alla piattaforma Microsoft Teams – racconta la docente, titolare in precedenza della disciplina di Diritto dei contratti – Nell’aula virtuale siamo in 200, la partecipazione è molto elevata. Di sicuro l’esperienza frontale è diversa, via web possono interagire 250 ragazzi, ma non è come averli di fronte. L’interazione però c’è: aprendo il microfono, gli studenti possono porre domande, scrivere in chat contemporaneamente alla spiegazione, e si può eliminare qualsiasi forma di timidezza e dare spazio ai dubbi. Quesiti che per lo più vengono chiariti a fine lezione”. Per il ricevimento: “Un primo contatto avviene tramite la mail istituzionale, poi si può passare alla piattaforma con chat individuali o collettive. I ragazzi sono molto attivi in questo senso, durante il corso ho l’abitudine di far leggere loro articoli del Codice Civile e devo dire che mi seguono attentamente”. La docente aveva in programma una prova intercorso da svolgere prima delle vacanze di Pasqua che “avrebbe avuto ad oggetto una parte del programma. A causa dell’emergenza, abbiamo però dovuto annullarla. Gli esami si affronteranno allo stesso modo anche se la speranza è quella di tornare in aula”. Un errore che gli studenti del primo anno non devono commettere: “imparare l’esame a memoria. Lo studio mnemonico, oltre ad essere impossibile, è inutile. Diritto Privato è una materia rivolta alla risoluzione di casi concreti. I ragazzi devono imparare a porsi delle domande sulle ragioni che l’ordinamento vede in quella data composizione d’interesse. Poi, occorre ragionare sul testo e sul Codice Civile, se si vogliono ottenere risultati soddisfacenti”.
Susy Lubrano
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