I candidati sono centotrentatré, divisi in gruppi che vanno dalle otto alle dodici unità per sedute di laurea in calendario dal 30 marzo al 3 aprile. Dietro i numeri ci sono storie dall’epilogo bloccato a casa dal coronavirus, una circostanza eccezionale che rende forse ancora più memorabile il traguardo laurea in Medicina e Chirurgia. Dietro i numeri c’è uno studio matto e disperatissimo, c’è l’Università vissuta a tutto tondo, ci sono passioni difese a denti stretti, famiglie nuove costruite lontano dalla propria casa d’origine. Dietro quei numeri ci sono uomini e donne adulti che, zuppi di fatica, si voltano indietro e rivedono nella memoria dei ragazzini felici per aver superato il test ai quali sussurrerebbero nell’orecchio ‘è la scelta migliore che potessi fare’.
Gianluca, un medico pianista
Se lo ripete Gianluca Pagano, l’anima artistica di un Corso di Laurea che spesso si è riunito accompagnato dal suono del suo pianoforte. Fedele alla sua arte, Gianluca non ha mai rinunciato a battere le dita sui tasti: “sotto esame suonavo almeno un’ora al giorno. È poco, soprattutto a ridosso dei concerti. In altri momenti più lontani dalle sessioni, però, ho suonato anche tre ore al giorno. Per me è stata una salvezza riuscire a conciliare le mie due grandi passioni”. Gianluca ha suonato per il Policlinico e per tutta la Federico II. È direttore artistico insieme a Valerio Rosiello, studente di Ingegneria federiciano, di FederiPiano, la stagione concertistica tenuta da studenti e docenti dell’Ateneo che, prima del ‘restate tutti a casa’, ha visto accademici suonare in alcuni dei luoghi più suggestivi dell’Ateneo, come la sede storica del Corso Umberto e il Real museo mineralogico: “è la punta dell’iceberg della mia attività concertistica all’Università. Come pianista ho partecipato alla ‘Notte dei ricercatori’, ho suonato diverse volte in Aula Magna al Policlinico e preso parte al Piano city Napoli”. Da studente per oltre due anni ha lavorato a una tesi sulle malattie infiammatorie croniche intestinali. Relatore il prof. Gaetano Luglio, correlatore il prof. Luigi Bucci: “circa cinque anni fa il prof. Bucci ha iniziato uno studio sul tema con le Unità Operative dirette dal prof. De Palma e dalla prof.ssa Castiglione. I risultati prodotti dal gruppo di ricerca col quale sto collaborando da studente sono stati pubblicati sulla rivista Annals of Surgery, molto prestigiosa in ambito chirurgico”. Era con loro la prima volta in sala operatoria per assistere a un intervento per una patologia neoplastica: “sicuramente la prima volta al tavolo operatorio è stato un momento indimenticabile”. Nella stessa sessione saluta i panni di studente Marco Micillo, nome tornato spesso nelle pagine di Ateneapoli per il suo impegno da rappresentante degli studenti: “ho iniziato dal secondo mese di Università e da allora non ho più smesso. È stata un’esperienza che mi ha dato molto. Ho capito come far fronte a diverse problematiche, come ascoltare le necessità dei pochi senza danneggiare i molti. Ne ho perso di tempo a cercare di risolvere problemi, ma l’ho fatto con piacere e spero possa tornarmi utile in futuro”. Impegnato anche con il SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) e con un’associazione dedita all’organizzazione di viaggi low cost per studenti, per la tesi e, in generale, per la specializzazione futura, Marco ha scelto di concentrarsi sulle malattie dell’apparato cardiovascolare: “quando entri nel reparto che ti piace sul serio, te ne accorgi. Sei spinto a farti domande, a tornare. Fabio Abbate (altro rappresentante) mi portò a Cardiologia. Mi innamorai di quel reparto”.
Filomena, tesi in rianimazione
Si è innamorata di Anestesiologia e rianimazione, invece, Filomena Rosaria Corrado, una branca catapultata in prima linea dalla lotta al coronavirus: “sono molto orgogliosa che si stia parlando tanto di noi, spesso sottovalutati dall’ambiente medico. Restare dietro la tv sapendo di non poter fare nulla è devastante. Emotivamente mi sentirei pronta ad affrontare l’emergenza”. Argomento di tesi: “la ventilazione, manco a farlo apposta. Ho studiato l’utilizzo dei bassi flussi per valutare le complicanze polmonari post ventilazione invasiva”. Al Policlinico Filomena ci è arrivata dopo due anni trascorsi a Farmacia: “ho superato il test d’ingresso al terzo tentativo. All’inizio è stata dura perché ero più grande dei miei colleghi, ma poi ho superato le difficoltà iniziali”. Originaria di Salerno, a Napoli in questi anni ha trovato “una seconda famiglia. Da fuorisede ho instaurato rapporti con coinquiline e amici. È stata una lezione di vita oltre lo studio”. A proposito di lezioni di vita, indimenticabili i tre mesi negli Stati Uniti per Michele Persico che negli ultimi anni si è dedicato a un’intensa attività di ricerca sul tumore al cervello, argomento di tesi (relatrice la professoressa Marialaura Del Basso De Caro). Nel curriculum un mese alla Indianapolis University e due, da novembre a gennaio scorsi, ad Harvard per dedicarsi all’attività clinica: “è stata un’esperienza molto pratica e formativa”. Il ricordo più nitido è legato a un’anziana paziente polacca: “non si riusciva a capire bene cosa avesse (probabilmente una miopatia). Parlandoci, ho scoperto che era stata in Polonia durante l’esplosione di Chernobyl e non aveva preso le precauzioni per le radiazioni. Ho capito quanto possa essere importante nel definire una diagnosi spendere tempo con i pazienti e dargli spazio per parlare”. Si è occupata di una malattia parassitaria del fegato, relatore il prof. Carlo De Werra, Francesca Romana Di Palo. Colpo di fulmine con la Chirurgia generale al terzo anno, durante il tirocinio di Metodologia clinica con il prof. Salvati: “ci insegnò l’esame obiettivo dell’addome di un paziente con calcoli biliari e ci permise di assistere all’intervento. Ho trovato quello che cercavo quando ho scelto questa professione. Da allora, ogni volta che c’era la possibilità di tirocinio in una branca chirurgica, partecipavo”. Alle spalle sei anni: “lunghi, difficili e con tanti sacrifici. Ho rinunciato a molto tempo libero”. Soddisfazione più grande sui libri: “l’ultimo esame, Ginecologia, perché è andato molto bene nonostante non fosse una prova facile. È stato un bel modo per congedarsi in pace dall’Università”.
Ciro Baldini