Diritto Privato, uno degli esami più critici per le matricole di Economia

Cercare di imparare a memoria quante più nozioni possibile, a volte senza capire bene il significato, nella speranza, poi, di ricordare tutto per filo e per segno in seduta d’esame. Spesso può sembrare il metodo più veloce per superare le prove, ma, in realtà, non c’è tecnica più sbagliata. A ribadirlo sono i docenti di Diritto privato, insegnamento tra i più critici per le matricole di Economia, e materia teorica per eccellenza. “Una preparazione, come quella che si fa sui manuali, su testi normativi astrattamente considerati, serve davvero a poco e, oltretutto, crea una situazione di sconcerto nello studente che si rapporta alla realtà pratica – spiega il prof. Filippo Nappi, docente di Diritto Privato al Corso di Laurea in Economia e Commercio da più di vent’anni – ho visto tanti giovani, al loro ingresso nel mercato del lavoro, ribadire che la pratica è tutt’altra cosa rispetto a quello che hanno appreso all’Università. A mio avviso, lo studente deve essere addestrato alla professione, all’applicazione tecnica del diritto”. Il professore, da anni, sperimenta una didattica diversa che si scontra con la visione tradizionale legata allo studio dei manuali. “Partiamo dall’analisi di una controversia, che è molto più facile di quello che può sembrare, – spiega – per, poi, risalire alle nozioni teoriche che guidano alla soluzione. Gli studenti si appassionano e arrivano alla conclusione, per una strada tutta loro. In altri termini, offro un punto di vista pratico per poter leggere tutte le nozioni astratte”. Le controversie possono assumere molteplici aspetti ed essere di varie tipologie: quelle prese in considerazione dal docente sono relative alla divisione ereditaria, alla compensazione, ad un caso di polizze fideiussorie. Anche l’esame parte da lì. 
Il prof. Nappi
“La mia severità 
è esercizio
 di serietà”
“È molto dialogico, in quanto non mi interessa verificare la conoscenza di specifiche nozioni, tanto valorizzate dai nostri Maestri, quanto la capacità di ragionamento attraverso l’uso del linguaggio artificiale, quello giuridico, che, ovviamente, si approssima a quello comune”. E a qualcuno che ancora pensa di superare gli esami imparando articoli del Codice a memoria, riferendo date e numeri di legge, senza un minimo di ragionamento, il professore ribadisce: “È ridicolo. Ciò significa che non hanno capito cosa sia la preparazione giuridica. Chi studia a memoria prende in giro se stesso”. C’è da dire, comunque, che “gli studenti che seguono il corso si trovano molto bene con il mio metodo e superano l’esame”. In ogni caso, continua ad essere considerato uno dei docenti più severi. “Vorrei che gli studenti, i quali ancora mi conoscono solo molto superficialmente, sappiano che la mia severità non è pretenziosa esibizione di un potere – conclude il professore – ma esercizio di serietà e manifestazione di affetto nei loro confronti, ai quali servirà una buona preparazione molto più di un titolo di studio frettolosamente acquisito”. 
Il prof. Cesaro
Occorre insistere 
sul contratto
C’è un argomento, però, che, più degli altri, provoca difficoltà nell’apprendimento: secondo il prof. Vincenzo Maria Cesaro, docente al Corso di Management delle imprese internazionali e allievo di Nappi alla Scuola di specializzazione in Diritto civile, è il contratto. “È una parte ampia ma viene studiata poco”, afferma Cesaro, che, per rendere le cose più semplici, elimina dal programma il Diritto di famiglia e i Contratti tipici, “in quanto non li reputo necessari nella preparazione di un laureando in Economia”. La lezione è resa il più concreta possibile con l’inserimento di casi pratici ed esemplificativi, e al termine del corso “è prevista una prova intermedia scritta (tre o quattro domande aperte) che, oltre a testare la propria preparazione, serve ai ragazzi del primo anno per cominciare a comprendere il metodo di valutazione e la struttura dell’esame universitario”. Per prepararsi, “occorrono almeno due o tre mesi di studio assiduo – sottolinea Cesaro – Di solito, consiglio agli studenti di ripetere ad alta voce insieme ai loro colleghi, e di studiare con il Codice Civile alla mano, in modo da apprendere al meglio il linguaggio giuridico”.
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