Donazione degli organi: un’Ade per gli studenti di Medicina

Da alcuni anni in tutto il mondo si organizza la giornata del rene, dedicata ad incontri, iniziative e convegni per sensibilizzare sulla prevenzione delle malattie renali, sulla necessità di una diagnosi precoce e sulla cultura del trapianto. Nel 2019 la data prevista è il 14 marzo ed in previsione dell’evento la Società Italiana di Nefrologia, d’intesa con la Fondazione Italiana del Rene Onlus, promuove in tutta Italia la “Settimana della prevenzione sulle malattie renali”. Dall’11 al 17 marzo nelle piazze delle più importanti città italiane e nelle scuole secondarie superiori che hanno aderito all’iniziativa va in scena la campagna di sensibilizzazione “Salute dei reni per tutti, ovunque”. Obiettivo: ridurre il numero di pazienti affetti da malattia renale cronica (7-10% della popolazione mondiale) anche attraverso attività di prevenzione che interessino la popolazione. Nel quadro di questi appuntamenti l’Università Vanvitelli ha organizzato il 14 marzo all’Istituto italiano per gli studi filosofici – Palazzo Serra di Cassano, al Monte di Dio – un seminario che rientra nelle Attività Didattiche Elettive (Ade) aperte agli studenti di Medicina dal quarto anno in su ed al quale parteciperanno anche gli allievi di una scuola superiore di Marcianise. “L’evento – spiega la prof.ssa Alessandra Perna, che è Ordinario di Nefrologia – ha lo scopo di sensibilizzare sulla cultura della donazione degli organi e di contribuire al dibattito su alcune tematiche di attualità. Per esempio, quella della possibilità di una modifica normativa che consenta l’incontro, qualora ce ne sia la volontà da entrambe le parti, dei parenti del donatore e del ricevente. Si parlerà, naturalmente, anche delle nuove frontiere della medicina che oggi prevedono, per esempio, la possibilità di trapianto da donatori Hiv positivi a pazienti Hiv positivi e tra persone di differenti gruppi sanguigni. La manifestazione è in continuità ideale con la campagna ‘Sopravvivere non basta’ curata dal professore Natale De Santo”. 
Le testimonianze di “due eroi dei nostri tempi”
Parteciperanno alla iniziativa di metà marzo due persone le quali hanno sperimentato in prima persona la tragedia di perdere un figlio e che, in quell’abisso di dolore, hanno avuto l’altruismo, la forza e la volontà di donare gli organi del ragazzo scomparso affinché potessero far vivere qualcun altro. Uno è Reginald Green, il padre di Nicholas, vittima a sette anni di un assassinio sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nei pressi dell’uscita di Serre (vicino a Vibo Valentia), mentre durante un viaggio in Italia era diretto in Sicilia con i genitori e la sorellina Eleanor, di 4 anni. L’auto fu assaltata da alcuni malviventi che credevano appartenesse ad un gioielliere ed il tentativo di rapina degenerò in tragedia. Nicholas fu ricoverato in gravissime condizioni a Messina e morì dopo qualche giorno. I genitori autorizzarono il prelievo e la donazione degli organi. Ne beneficiarono sette italiani, di cui tre adolescenti e due adulti, mentre altri due riceventi riacquistarono la vista grazie al trapianto delle cornee. L’altro padre che sarà presente il 14 marzo all’Istituto degli studi filosofici è Marco Galbiati, che nel 2017 vide morire il figlio Riccardo su una pista da sci quando il ragazzo aveva 15 anni.
“Sono due eroi dei nostri tempi – dice la prof.ssa Perna – ed entrambi hanno cercato di sublimare il proprio dolore e di rendere un servizio ad altri che hanno potuto vivere grazie al loro gesto di altruismo. Non avremmo potuto scegliere di meglio per promuovere la cultura della donazione degli organi che da noi, per varie ragioni, stenta ancora ad affermarsi”. Nel caso del rene, la possibilità di trapiantare un organo ad un ammalato affetto da insufficienza renale cronica rappresenta in alcuni casi l’unica alternativa alla dialisi, che ha costi molto elevati – assorbe circa il tre per cento della spesa pubblica sanitaria – e condiziona pesantemente la routine dei pazienti che devono sottoporsi a questa pratica, sia che la svolgano a casa (dialisi peritoneale) sia che la effettuino nei centri esterni (emodialisi). “Quando si effettua un trapianto di rene – spiega la docente – il prelievo avviene da un donatore che sia morto, ma c’è pure la possibilità che la donazione di un rene sia tra viventi, se parenti stretti. Il caso tipico è quello della madre che dona il rene ad un figlio. Il dieci per cento circa delle donazioni di rene in Italia avviene tra viventi”. 
Nel corso dell’Attività Didattica Elettiva in programma il 14 marzo si affronterà naturalmente anche il tema della prevenzione della malattia renale che, se non trattata, sfocia nella insufficienza renale. “È una patologia subdola ed è diffusa come il diabete, ma spesso è sottovalutata – avverte la nefrologa – Ipertensione, diabete, glomerulonefrite (una patologia infiammatoria) sono alcune delle condizioni che, se trascurate, possono portare il rene a non funzionare più correttamente e a perdere la capacità di depurare l’organismo. Per questo è fondamentale che i campanelli di allarme siano correttamente interpretati. Prima si corre ai ripari, più possibilità ci sono di evitare problemi seri”. Conclude: “Proprio in questi giorni è ricoverato da noi un giovane di 24 anni per problemi piuttosto seri ai reni. Ebbene, questo ragazzo un anno fa aveva effettuato una serie di esami per motivi di lavoro. Era emerso un livello di creatinina molto elevato. Nessuno vi ha dato peso. Sarebbe stato opportuno, invece, che si approfondissero analisi ed esami perché quello era un sintomo iniziale di una patologia renale”.
Fabrizio Geremicca
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