Quasi duemila studenti hanno affollato la Facoltà di Giurisprudenza per prendere parte agli “Incontri Introduttivi allo studio del diritto”, manifestazione che ha messo in evidenza il ruolo del giurista e il contributo del suo lavoro al progresso della società. Relatori d’eccellenza – tra gli altri il senatore Anna Finocchiaro -, riflettori accesi sulle diverse funzioni esercitate da un laureato in Giurisprudenza, in una cinque giorni (dal 24 al 28 settembre) di incontri dedicata all’accoglienza delle matricole. “Un messaggio forte e autentico che deve darvi il senso di comunità. L’Università è fatta di persone che vanno avanti insieme”, ha detto il Preside Lucio De Giovanni, nel dare il benvenuto agli studenti. La Facoltà: “Oltre a formare studenti, attraverso la tecnica e la conoscenza dei fondamenti del diritto, ha lo scopo di formare i giovani come persone, cittadini che sappiano accostarsi al fenomeno sociale, risvegliando l’interesse per il mondo politico, per il territorio. I giovani per troppo tempo si sono tenuti lontani dal sociale, cosa che ha prodotto pessimi risultati”. Per questo: “calatevi pienamente nel mondo che ci circonda. Iniziamo quest’avventura insieme e cerchiamo di batterci affinché il nostro Paese, grazie al lavoro dei giuristi, diventi migliore”, ha concluso il Preside scatenando un entusiasmo contagioso. A dare il benvenuto alle matricole anche il prof. Mario Rusciano, Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali: “come professore ‘scadente’ (a novembre andrò in pensione) di questa Facoltà (insegno Diritto del Lavoro), posso dirvi che questi non sono tempi in cui potete lasciarvi andare alle emozioni. Ci vuole molta razionalità per affrontare gli studi giuridici e non c’è spazio per l’indecisione”. Perché: “Il giurista è chiamato a svolgere funzioni vitali. Nessuna insicurezza quando si parla di cambiare la realtà che ci circonda. Vi auguro di condurre studi serrati che possano contribuire alla vostra crescita e alla crescita della società”. Altro intervento significativo quello del primo cittadino di Napoli. Il sindaco Luigi de Magistris ha ripercorso le tappe della sua carriera universitaria: “È sempre un’emozione ritornare nel luogo dove ormai, 22 anni fa, mi sono laureato. Da studente ero indeciso, volevo iscrivermi a Filosofia, non pensavo minimamente di fare il magistrato. Eppure cambiai idea ed ho trovato il mio percorso, strada facendo. Oggi le cose sono un po’ cambiate, ci sono molte meno certezze, ma il mondo giuridico apre a diverse opportunità. In questi anni, lasciatevi infiammare dalla passione”. Grazie agli studi giuridici: “Ho imparato a sentirmi libero e a non essere conformista, l’Università mi ha insegnato a sentirmi indipendente e coraggioso. Alimentate la fiammella che, giorno dopo giorno, sentite crescere dentro di voi”. Pensiero condiviso dal Presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Buonaiuto: “La stagione odierna è quella più importante, sarete la generazione che dovrà concorrere alla formazione di una nuova Italia. Sarete gli amministratori del domani, abbiamo bisogno che siate garanti della legge. Ci vuole molta tenacia, spero troviate la forza del cambiamento, attraverso gli studi intrapresi”. L’Assessore regionale all’Università, ex Rettore della Federico II, Guido Trombetti, da matematico, sottolinea: “E’ ormai passato il tempo della distinzione fra saperi scientifici e saperi umanistici. Il sapere deve crescere tutto se si vuole far progredire la società. Non c’è sviluppo senza la crescita della conoscenza, e solo il progresso e buoni studi portano alla vera cultura. Per questo non posso che augurarvi un ottimo percorso, rendete questi anni speciali”. Ha messo in risalto la sinergia fra Facoltà e Tribunale il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Francesco Caia: “Da anni abbiamo rapporti concreti con l’Università, permettendo ai ragazzi di assistere ad udienze, di svolgere stage e tirocini presso le nostre strutture. Curiamo l’inserimento degli studenti, stanando le formazioni approssimative, facendo emergere i talenti”.
Tanto studio,
tensione morale,
umiltà: quello
che serve per
diventare magistrato
tensione morale,
umiltà: quello
che serve per
diventare magistrato
A concludere la prima giornata, un oratore straordinario, Ernesto Lupo, Primo Presidente della Corte di Cassazione, chiamato a discernere del giurista nell’esercizio della funzione giurisdizionale: “Questo per me è un ritorno alle origini – racconta – e mi fa piacere ritrovare lo stesso entusiasmo. Quell’entusiasmo che cerco di portare anche nel lavoro, una professione estremamente affascinante che richiede dapprima qualità umane e poi professionali”. Perché, secondo il Presidente Lupo, tre sono le doti che deve avere un buon magistrato: “Un’attenzione culturale, ci si impegna in studi seri e la cultura deve essere sempre aggiornata. Per i giudici gli esami non finiscono mai. Mentre si giudica, si è giudicati”. Poi: “Una forte tensione morale, è un lavoro che non si può svolgere se non si è motivati e se non si ha la vocazione. Il nostro è un servizio alla società”. Infine: “Bisogna essere umili, l’errore è dietro l’angolo e l’umiltà ci rende umani. Per questo occorre sorvegliare su se stessi e sulla propria intelligenza e sensibilità. Per essere forti non bisogna aggrapparsi a gruppi di potere, aggrappatevi alle vostre potenzialità e studiate”. Ad animare i dibattiti delle giornate successive, giuristi d’eccellenza, chiamati a raccontare le loro professioni. Come il giudice della Corte Costituzionale Paolo Grossi, che il 28 settembre ha discusso del giurista nell’esercizio della funzione didattica: “Prima di diventare giudice della Corte Costituzionale ero un ‘maestro di scuola’. Ho insegnato, ho contribuito a formare delle generazioni intere di studenti e spero vivamente di esserci riuscito”. Nei prossimi cinque anni, ha detto rivolto agli studenti, “dovrete cercare di studiare al meglio, per avere una preparazione che, poi, vi permetta di sopravvivere. Approfittate dei vostri maestri, della loro esperienza. Studiate con attenzione e il futuro sarà vostro”. In chiusura della manifestazione, l’appendice “Benvenuti in Facoltà”, quando le matricole hanno avuto modo di conoscere i professori del primo anno e quelli investiti da compiti istituzionali. Il prof. Giovanni Leone, Presidente della Commissione Didattica, ha messo in guardia gli studenti: “Sono docente di un insegnamento del IV anno e per esperienza vi dico che molti di voi non arriveranno indenni alla fine del percorso. Non voglio scoraggiarvi ma sappiate che il primo anno è il più difficile, basti pensare che il 50% degli studenti lascia la Facoltà o non riesce a superare nemmeno un esame. L’unica arma che avete è la frequenza”. Il prof. Francesco Santoni, delegato all’orientamento, ha aggiunto: “Imparate a chiedere aiuto, solo così possiamo combattere le insicurezze e i dubbi che vi attanaglieranno durante il primo semestre”. Poi i consigli di alcuni docenti del primo anno. “Non studiate mandando giù a memoria testi e nozioni – spiega il prof. Fernando Bocchini, Diritto Privato – La memoria non serve a nulla e non fidatevi troppo di ciò che avete solo memorizzato. Dovete nutrire il sogno del diritto con l’entusiasmo e la passione, eccitando la vostra ansia del futuro, giorno dopo giorno”. “Imparate a conoscere il testo Costituzionale – suggerisce il prof. Vincenzo Cocozza, Diritto Costituzionale – per far crescere la vostra conoscenza e semplificare i primi giorni di lezione”. Il diritto romano “non lo vedrete nei tribunali o in un codice da applicare al caso concreto. Questo diritto però va studiato con attenzione – sottolinea il prof. Settimio di Salvo, Istituzioni di diritto romano – perché vi darà la base necessaria per affrontare le conosce future”. Ed infine, “Siate semplicemente voi stessi, solo così farete strada nel mondo, essendo sempre orgogliosi delle vostre azioni”, conclude il prof. Aurelio Cernigliaro, docente di Storia del diritto medioevale e moderno, disciplina del primo anno, i cui corsi, però, si terranno nel secondo semestre.
Susy Lubrano
Susy Lubrano