“Non credevo che la proverbiale fuga all’apertura dei cancelli fosse vera. Sono arrivata molto presto e già la fila era enorme. Purtroppo non sono stata capace di cogliere l’attimo. E oggi sono ai confini dell’aula”, dice Giusy Nardi, matricola di Nola, accorsa in Facoltà per il primo giorno di lezione lunedì 3 ottobre. “C’è molta curiosità in giro – afferma Michele Scotto di Perta – La prima lezione è sempre un’emozione forte. Siamo in tantissimi, l’aula è gremita, per fortuna ci sono ancora posti a sedere. Ma non sono ancora le 8.00”. Dopo un po’, l’aula diventa ‘incontinente’. Alcuni ragazzi, pur di non sedersi per terra, si dirigono nell’aula video collegata. “Che peccato! – esclama Federica Ruggiero – Il primo giorno non possiamo assistere alla lezione dal vivo. Dobbiamo accontentarci di un proiettore, speriamo si riesca a capire bene”. Ore 8.30, il prof. Sandro Staiano apre la prima lezione di Diritto Costituzionale. “Non disperate, i primi giorni sono i più duri – dice rivolgendosi alla platea – La maggior parte di voi andrà via dopo qualche settimana, fra un po’ in aula saranno presenti solo le persone realmente interessate”. Un sospiro di sollievo per Marika e Cinzia: “Siamo troppo lontane e non riusciamo a seguire bene, speriamo che il professore abbia ragione”. Dopo le prime ore di lezione, un break fuori dall’aula. “Finalmente un po’ d’aria – dichiara Valentino Amoroso – In quell’aula vi saranno più di 30 gradi, si soffoca. Seguire in questo modo è difficile, siamo accalcati uno sull’altro, non c’è spazio nemmeno per poggiare una borsa”. “Per fortuna la lezione del prof. Lucio De Giovanni è stata scorrevole perché la nostra aula era una delle più piene – racconta Nunzio Tiano, studente della II cattedra – C’erano anche ragazzi della I cattedra perché molti non hanno atteso le 12.30, ora in cui il docente tiene lezione per loro”.
“Mi sento
strapazzata”
strapazzata”
Quando un docente copre due cattedre, gli studenti non seguono gli orari istituzionali ma scelgono quelli a loro più comodi. “Sono un’abusiva – confessa Caterina Fascelli appartenente alla IV cattedra – In realtà dovrei seguire il corso del prof. Massimo Villone alle 12.30 in un’altra aula. Non mi va di aspettare e così approfitto dell’orario della I cattedra. So che non è giusto ma quest’ora è sicuramente più consona alle mie esigenze”. Nonostante qualche disagio iniziale, non sembra vi sia però quel via vai frenetico degli scorsi anni. “Molti studenti hanno avuto difficoltà a raggiungere la sede stamattina – afferma Mario Netti, studente di Quarto – I mezzi di trasporto non sono efficienti e ci sono continui scioperi. Per noi che veniamo dalla provincia è un bel problema. Credo ci sia poca gente anche perché questa è una settimana nera per muoversi in città”. “Mi sento strapazzata – racconta Benedetta Sorio – La corsa per arrivare qui, capire l’ubicazione dell’aula, trovare posto a sedere, seguire 6 ore di diritto: insomma, sono esausta. Come primo giorno è stato davvero faticoso. C’erano colleghi già pronti ad intervenire a lezione, preparatissimi. Mi sono sentita un pesce fuor d’acqua”. Spaventata e disillusa Francesca Sannino: “È stato difficile trovare posto in aula, alcuni ragazzi hanno seguito la lezione in piedi, arrivare dopo le 8.00 può provocare questo disagio. Quello che però mi ha più delusa è stato il clima. In aula ognuno pensava a sé, nessun amico, solo tentativi per mettersi in mostra. Io sono venuta a lezione per farmi un’idea dei corsi. Oggi, invece, ho trovato gente molto preparata”. Ancora indecisa sulla scelta Annamaria Di Francia: “Volevo iscrivermi a Sociologia ma ho timore per gli sbocchi occupazionali. Sono venuta a Giurisprudenza per ascoltare qualche lezione di diritto. Ho due settimane di tempo per decidere cosa seguire: mente o cuore?”.
Diritto Penale,
due cattedre
insieme e in
aula si scoppia
due cattedre
insieme e in
aula si scoppia
Le lezioni sono iniziate anche per gli studenti degli anni successivi. Qualche problema si registra al terzo anno: il corso di Diritto Penale, prof. Sergio Moccia, si svolge contemporaneamente per la I e II cattedra (12.30-14.30). “Siamo tantissimi, l’aula è super affollata, c’è gente in piedi, per terra, ovunque. L’accorpamento di due cattedre trasforma la lezione in una bolgia. Ci sono studenti che arrivano due ore prima, pur di poter assistere al corso, e siamo solo al primo giorno”, racconta Luciano Alvino, studente al quarto anno. “C’è tanta confusione – commenta Ludovica Rubicondi – L’aula sta per scoppiare. Sarà difficile seguire così, occorre doppia attenzione per non deconcentrarsi. In più, Penale è una materia difficile, speriamo che dopo le prime settimane le cose vadano meglio”. Disagi anche per l’altra disciplina del terzo anno: Diritto Internazionale. Su quattro cattedre vi sono solo due docenti. “Seguiamo il corso con il prof. Massimo Iovane (I e IV cattedra) – spiegano Vincenzo e Maurizio – Stessa aula e stessi orari per due cattedre. Situazione insostenibile. Ci ritroviamo praticamente uno sull’altro, seguire equivale a resistere”. “Siamo del corso del prof. Emilio Pagano (II e III cattedra) – dice un gruppo di studentesse presente nell’Aula Ottagono – Qui non ci sono banchi singoli ma lunghe panche. Cerchiamo di stringerci il più possibile, per evitare che qualcuno resti sui gradini. Purtroppo con questo caldo diventa ancora più difficile”. “Sono arrivata tardi – racconta Patrizia Urbino – e per ora sono costretta a sedermi per terra, nella speranza che qualcuno, vedendomi in difficoltà, mi faccia spazio. Che stress seguire in questo modo. Come si fa a prendere appunti?”. Lezioni super affollate anche per Procedura Civile. “Non è un esame ‘normale’ e se non segui difficilmente riesci a superarlo – commenta Giuliano Sartore, primo anno fuori corso – Tanti ragazzi affollano l’aula Ottagono per seguire il corso del prof. Angelo Scala che spiega benissimo. Vale realmente la pena essere presenti”. “Si va avanti facendo un po’ a gomitate – scherza Claudio Manfellotti – Per prendere posto devi essere un po’ prepotente, altrimenti rischi di sederti per terra e non capire nulla. Per fortuna ci sono abituato, fin da matricola ho dovuto scalpitare per farmi spazio. Siamo rassegnati, chi segue a Giurisprudenza sa che tutto questo è semplicemente normale”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano