“Ti presento un mio amico. È un ingegnere, però è simpatico”: una frase che tanti avranno sentito ed è una delle battute chiave dei libri di Bellucci il quale, tra il serio ed il faceto, ha preso un po’ in giro il proprio mestiere ed i luoghi comuni che l’accompagnano, traendone un utile vademecum per tutti coloro che si apprestano ed iscriversi ad Ingegneria, o che ingegneri già sono, del quale riportiamo qualche estratto.
Nell’immaginario comune, un ingegnere è “riconosciuto come un genialoide di cui ci si fida ogni qualvolta si prende un aereo, ma, nella lista delle persone con cui si gradirebbe passare una serata, l’ingegnere viene poco prima del mostro di Milwaukee”, a causa del suo dichiarato fanatismo verso motori, progetti, impianti. La sua è una predisposizione indotta dall’ambiente familiare, che lo incoraggia a seguire questa strada, screditando tutte le altre, per vanità di prestigio, per entrare più facilmente nel mondo del lavoro, “salvo scoprire che le statistiche erano sbagliate e che sarebbe stato molto più conveniente iscriversi a Geologia o, meglio ancora, fare un corso da parquettista”. C’è chi lo fa perché “al liceo aveva 8 in Matematica e Fisica e chi perché, nelle stesse materie, aveva 4, ma era tutta colpa dei professori”.
Nell’immaginario comune, un ingegnere è “riconosciuto come un genialoide di cui ci si fida ogni qualvolta si prende un aereo, ma, nella lista delle persone con cui si gradirebbe passare una serata, l’ingegnere viene poco prima del mostro di Milwaukee”, a causa del suo dichiarato fanatismo verso motori, progetti, impianti. La sua è una predisposizione indotta dall’ambiente familiare, che lo incoraggia a seguire questa strada, screditando tutte le altre, per vanità di prestigio, per entrare più facilmente nel mondo del lavoro, “salvo scoprire che le statistiche erano sbagliate e che sarebbe stato molto più conveniente iscriversi a Geologia o, meglio ancora, fare un corso da parquettista”. C’è chi lo fa perché “al liceo aveva 8 in Matematica e Fisica e chi perché, nelle stesse materie, aveva 4, ma era tutta colpa dei professori”.
Notti di sonno,
peso e capelli: il
dazio da pagare
per Analisi I
peso e capelli: il
dazio da pagare
per Analisi I
Il benvenuto alle matricole arriva attraverso discipline come Analisi I nome indovinato, dal momento che: “non si contano gli aspiranti ingegneri che finiscono in analisi dopo il dodicesimo tentativo di passare l’esame. Chi riesce a passarlo solo allora perderà notti di sonno, peso e capelli. Chi lo passa al primo tentativo, in compenso, perderà gli amici: l’invidia è una gran brutta bestia”. In entrambi i casi, affrontare l’esame di Analisi I “ha un che di epico, è un po’ come una grande battaglia e, come le grandi battaglie, ha i suoi eroi”. Studenti a cui capita sempre la domanda sulla quale sono meno preparati e che, nonostante tutto, lottano fino alla laurea senza mollare mai.
Anni per superare
Scienza delle
Costruzioni
Scienza delle
Costruzioni
Scienza delle Costruzioni, contrariamente ad Analisi, si supera al primo tentativo, “la variabile è il tempo necessario per prepararsi e superare lo scritto: si va da tre settimane (il figlio del rettore) ad alcuni anni” e, comunque sarà andata, diventerà il parametro di valutazione per tutti gli altri docenti: “Ha preso solo 18 a Scienza delle Costruzioni, io non posso darle di più”; “Ma come, ha preso 30 a Scienza delle Costruzioni e non sa rispondere ad una domanda?”; “Non ha ancora fatto Scienza delle Costruzioni e si presenta da me?”. Con il passare del tempo, si allungano anche i nomi degli esami, per cui da Fisica si passa a Meccanica Applicata alle Macchine, a Ingegneria del Reattore Nucleare a Fusione, per concludere con Principi e Metodologie della Progettazione Meccanica. Unica cosa più o meno certa è che, comunque si chiami, quando si arriva all’ultimo esame: “il laureando pretende non solo di passare l’esame senza sapere nemmeno di cosa parli, ma se prende meno di 28 si lamenta pure. D’altro canto, applicato alla vita di tutti i giorni, il ragionamento non è del tutto campato in aria: al bar, dopo ventotto birre, si può sperare che almeno la ventinovesima sia offerta dalla casa”.
La tesi, ultimo
capitolo della
saga universitaria
capitolo della
saga universitaria
L’ultimo capitolo della saga universitaria è la tesi di laurea, “una specie di rappresentazione teatrale della vita che verrà. In quanto tale, i primi mesi si passano nell’inattività più assoluta (rappresentazione della disoccupazione). Poi a giocare a Tetris con il potentissimo computer acquistato di proposito (periodo di formazione). Quindi ci si dedica alla stesura della tesi vera e propria, con l’entusiasmo del neoassunto”. Il destino di un ingegnere si compie con dieci minuti di discorso “dall’effetto più potente di un litro di Valium”.