Edgar Morin: “bisogna riappropriarsi della poesia della vita”

“Bisogna riappropriarsi della poesia della vita”. Questo l’antidoto contro l’incertezza profonda dell’epoca in cui viviamo, consigliato da Edgar Morin, a cui è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze dell’educazione, lo scorso 1 dicembre, presso l’Aula Magna dell’Università Suor Orsola Benincasa. Morin è uno tra i più prestigiosi pensatori europei, uno dei maggiori scienziati viventi, filosofo, sociologo, scrittore, uomo che ha saputo trarre dalla sua passione e dal suo amore per l’umanità l’antidoto contro ogni cecità, menzogna, arroganza. La sua opera non si lascia facilmente classificare nelle tradizionali divisioni dei generi, perché contamina molteplici stili e punti di vista.
Tra le motivazioni della Laurea ad honorem, il suo impegno in prima linea nel cercare di ridefinire il concetto di conoscenza e di istruzione. Negli ultimi anni, su commissione dell’Unesco e del Ministero fran­cese dell’educazione, Morin ha dedicato alcune opere a prospet­tive esplicitamente pedagogiche (La testa benfatta, 1999; Relier les connaissances, 1999; I sette saperi necessari ali’educazione del futuro, 2000), affrontando il problema della riforma dei saperi scolastici e dei modi di trasmissione di questi stessi saperi.
Alla presenza del Preside di Scienze della Formazione, prof. Lucio D’Alessandro, e dei docenti e ricercatori dell’Ateneo, Morin ha tenuto una Lectio Magistralis sull’importanza di distinguere, anche nell’approccio didattico, tra l’aspetto pratico della vita e quello più istintuale e, perché no, folle. “L’insegnante – per il pensatore francese – deve aiutare a vivere, più che educare alla vita”. 
La spasmodica ricerca per la verità, iniziata fin da bambino, quando gli fu nascosta la morte della madre, si traduce nella ricerca costante di antidoti contro ogni forma di cecità, menzogna e arroganza. Morin, che ha origini francesi, spagnole ed ebree, sintetizza l’unione tra il pensiero mediterraneo, la storia dei perseguitati e la militanza politica (iscritto e poi espulso dal partito comunista francese). Il suo esame tocca anche il tema della conoscenza, che non può essere parcellizzata. “I saperi – precisa – diventano connettivi, non è importante la qualità delle informazioni, ma la loro contestualizzazione. Si pensi alla tragedia di Mumbai, bisogna sempre chiedersi dove, come, quando e quali motivi alla base”.
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