Erasmus+, si parte. Gli studenti della Federico II hanno tempo fino al 9 aprile per rispondere presente alla procedura di selezione per l’assegnazione di borse di studio finalizzate ad una esperienza formativa in un Ateneo straniero nell’Anno Accademico 2015/2016. Possono partecipare tutti gli studenti, compresi gli iscritti a Master, Scuole di Specializzazione e Dottorati di ricerca. Porte chiuse solo per le matricole dei Corsi Triennali e di quelli Magistrali a ciclo unico. Possibilità di scegliere la meta di destinazione, la durata di permanenza all’estero e i corsi da seguire. Questi alcuni degli aspetti salienti di un Erasmus che ormai è stabilmente accompagnato dal segno più. Il motivo della dicitura – Erasmus+, appunto – è spiegato dalla dottoressa Fernanda Nicotera, capo dell’Ufficio Relazioni Internazionali: “il programma raccoglie tutte quelle attività internazionali che prima avevano una vita propria”. Per inoltrare la domanda di partecipazione, è necessario seguire la procedura informatica sul sito web dell’Ateneo. Difficile confondersi: “abbiamo cercato di fare uno sforzo per rendere la procedura il più trasparente possibile. In tutte le tabelle sono state inserite le matrici del numero di matricola degli studenti che possono partecipare a quella specifica borsa”. In palio ci sono “più di mille borse, ma in genere ogni anno partono circa 750 ragazzi”. A scoraggiare le partenze, in alcuni casi, è l’entità del supporto economico, che oscilla tra i 230 e i 280 euro mensili definiti in base al costo della vita del paese di destinazione. Non manca, però, un ulteriore aiuto: “l’università integra le borse. Il Rettore cerca sempre di mettere a disposizione delle quote, che di solito ammontano a 400mila euro l’anno. Ovvio che, se aumenta il numero degli studenti, il reddito pro capite si riduce”. Occhio al portafogli quando si sceglie il tempo da trascorrere all’estero. La mobilità, infatti, può variare da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno, ma non sempre il finanziamento copre l’intero periodo: “vengono finanziati cinque mesi di un semestre e nove mensilità nel caso di permanenza all’estero di un anno. Per il tempo restante bisogna provvedere da soli”. Da non sottovalutare anche un altro aspetto: “la lingua straniera spesso non viene guardata con attenzione, ma le università partner avanzano delle richieste in merito al raggiungimento di un livello di conoscenza adeguato”. A tal proposito, il Centro Linguistico di Ateneo organizza dei corsi intensivi di francese, spagnolo e tedesco per gli assegnatari. Proprio a questi ultimi, una volta accertata l’acquisizione della borsa, viene fatta un’ulteriore richiesta, ossia presentare il Learning Agreement, il piano di studio contenente gli esami che si intende sostenere durante il periodo lontano da Napoli. Attenzione alla scelta, perché “è obbligatorio dare un esame per ciascun semestre, altrimenti la borsa va restituita”.
L’offerta di borse è consistente in tutti i Dipartimenti e le Scuole dell’Ateneo. Gli studenti per ricevere informazioni sugli scambi attivati possono rivolgersi ai delegati di Dipartimento oppure ai docenti promotori. I consigli dei delegati di Agraria e Scienze Politiche.
L’offerta di borse è consistente in tutti i Dipartimenti e le Scuole dell’Ateneo. Gli studenti per ricevere informazioni sugli scambi attivati possono rivolgersi ai delegati di Dipartimento oppure ai docenti promotori. I consigli dei delegati di Agraria e Scienze Politiche.
Ad Agraria l’Erasmus “snellisce” la carriera
“Attualmente sono una trentina gli studenti che stanno facendo esperienza all’estero. Nell’ultimo anno abbiamo triplicato il numero dei partecipanti”. L’interesse nei confronti dell’Erasmus cresce e, ad Agraria, si prova ad assecondare l’incremento delle richieste. A sottolinearlo è la delegata Erasmus del Dipartimento, la prof.ssa Virginia Lanzotti: “l’offerta è aumentata rispetto al passato. Per il prossimo bando sono previste circa cento borse. Gli studenti hanno mostrato una grande volontà di spostarsi, così noi stiamo attivando collaborazioni con altri partner stranieri. Già da quest’anno abbiamo come nuove destinazioni Valencia, Murcia, Atene e Parigi”. Meta preferita: la Spagna, “perché lì, nel campo dell’alimentazione, la ricerca è molto avanzata”, ma sta recuperando posizioni anche la Repubblica Ceca. “Praga ha registrato una grossa richiesta soprattutto per l’intenzione di approfondire la lingua inglese”. Dove andare? Questo il consiglio: “l’Erasmus è una maturazione di vita, quindi i ragazzi devono scegliere un paese che piace, tenendo presente la lingua che andranno a studiare”. L’esperienza all’estero può avere dei risvolti positivi anche in seduta di laurea. Non garantisce dei voti in più, ma almeno consente di “snellire” la propria carriera. I mesi vissuti all’estero, infatti, verranno sottratti al tempo impiegato per laurearsi. Questo permetterebbe “a uno studente fuoricorso di rientrare in corso, beneficiando, quindi, dei punti di bonus previsti dal nostro regolamento. L’esperienza, comunque, è importante per il voto di laurea, ma soprattutto per gli sbocchi occupazionali futuri, perché numerose statistiche dimostrano che chi la fa trova lavoro più facilmente e si colloca a livelli più elevati di retribuzione”. Le partenze sono previste per settembre o per febbraio dell’anno prossimo. Attenzione alle tempistiche: “in base al periodo scelto, i beneficiari della borsa hanno un tempo massimo per la preparazione del learning agreement. Questo piano di studi deve essere presentato entro giugno per chi parte a settembre oppure entro ottobre per le partenze di febbraio”. Si tratta di compilare un modulo con l’aiuto del promotore dello scambio: “nella tabella A verranno segnati gli esami che si intende sostenere all’estero. In quella B, invece, si riportano gli esami corrispondenti riconosciuti in Italia”. Non manca la possibilità di cambiare idea. In tal caso, sarà necessario compilare altri due moduli, un primo che riporti il nuovo esame scelto e un secondo relativo sempre all’esame corrispondente in Italia. Un consiglio agli studenti: “presentare la domanda e fare del proprio meglio, perché questa è un’esperienza importante”.
Scienze Politiche arriva in Turchia
“Le borse a disposizione sono 52. C’è un trend positivo che sta crescendo negli anni, quindi ci aspettiamo un notevole incremento di richieste”. Scienze Politiche si prepara al programma di mobilità che, a detta della prof.ssa Daniela La Foresta, è fondamentale per i Corsi di studio del Dipartimento: “ritengo che per i nostri ragazzi tale esperienza debba essere obbligatoria. Alla base della loro formazione c’è l’internazionalizzazione, quindi è indispensabile confrontarsi con altri sistemi istituzionali e culturali. Peccato che in passato alcune borse siano andate perse perché i vincitori non sono più partiti”. Uno l’ostacolo principale individuato dalla delegata Erasmus del Dipartimento: “la maggiore difficoltà dei ragazzi riguarda la conoscenza linguistica. Spesso non c’è un livello sufficientemente alto, quindi gli studenti, vinta la borsa, devono impegnarsi per ottenere le competenze richieste dall’università ospitante. Di solito la certificazione richiesta è un B1 o un B2 – i livelli intermedi definiti dal Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue”. Un aiuto in tal senso può venire da due fronti. Uno è quello universitario: “il Centro Linguistico di Ateneo organizza dei corsi gratuiti”. L’altro, invece, porta la firma della Commissione Europea che “per i vincitori di borsa organizza dei corsi online”. Fondamentale la conoscenza dell’inglese per poter scegliere la new entry dell’offerta del Dipartimento: la Turchia. “È una nuova meta che abbiamo scelto perché intendiamo porci come centro di riferimento per tutto il Mediterraneo. Vedremo quali saranno le richieste. Credo che il rapporto con quest’area si intensificherà sempre di più. Al momento ospitiamo già degli studenti turchi”. Le esperienze passate danno un’idea di quali siano le destinazioni più gettonate: “Spagna ed Europa dell’Est per l’inferiore costo della vita. Anche la Francia è scelta spesso”. Minore l’appeal delle università tedesche, “però chi sceglie la Germania è di solito molto motivato, quindi non c’è il pericolo di perdere le borse”. Sulla scelta dei corsi da seguire arriva un consiglio: “è importante individuare con il promotore i corsi che piacciono di più, però sarebbe molto interessante sostenere all’estero anche esami che non ci sono in Italia”. Esami, ma non solo: “è possibile anche spostarsi per preparare la tesi, sebbene serva un accordo pregresso tra i promotori. Molti ragazzi scelgono questa opzione”. La spinta all’internazionalizzazione, che potrebbe a breve portare il Dipartimento ad attivare percorsi congiunti con università straniere finalizzati all’acquisizione di un doppio titolo, dovrebbe, secondo la docente, coinvolgere tutti: “vorremmo che questo percorso diventasse un patrimonio sia per gli studenti sia per i docenti. L’invito a partire è rivolto anche ai miei colleghi”.
Ciro Baldini
Ciro Baldini