Esami subito dopo la fine delle lezioni e nei primi giorni di giugno e luglio, la protesta corre sui social network

Appena quattro giorni dopo la fine delle lezioni – i corsi termineranno mercoledì 29 maggio – si aprirà la sessione estiva d’esami. Solo 96 ore per una ripetizione veloce prima delle prove, almeno per chi non vorrà perdere l’unica possibilità di sostenere esami del mese di giugno. “Siamo alle solite – commenta Giustina Terracciano, studentessa al III anno – La sessione estiva è da sempre quella più bistrattata. Gli esami sono fissati a pochi giorni dalla fine dei corsi e le date non vanno mai oltre il 12 luglio. Insomma, più che due mesi, abbiamo a disposizione una trentina di giorni, dati gli appelli così ravvicinati. Una sessione infruttuosa perché il più delle volte consente di sostenere un solo esame”. “Come si fa a fissare Filosofia del diritto con il prof. Angelo Abignente il 3 giugno? I corsi – fa notare Daniele Simeone – saranno terminati da pochi giorni e non avremo il tempo di ripetere. Perché non si sfrutta l’intero mese? Filosofia non è una materia difficilissima, ma richiede comunque del tempo per essere assimilata”. Cambia la cattedra, quella del prof. Fabio Ciaramelli, ma le cose non vanno meglio perché la prova è ugualmente prevista per il 3 giugno. “Non avremo neanche il tempo di approntare uno schema per la ripetizione. Avrei voluto ripiegare su un altro esame del primo anno, ma Storia del diritto medioevale e moderno con la prof.ssa Giorgina Alessi si svolgerà il 5, due giorni dopo! Neanche in questo caso avrei il tempo di capire come agire”, racconta Fabiola Bisonte. I veri guai iniziano se l’insegnamento in questione si chiama Diritto Privato. “Ho l’esame con il prof. Raffaele Caprioli il 10 giugno, dodici giorni dopo la chiusura dei corsi. Non credo sia possibile ripetere una disciplina così vasta in meno di due settimane”, lamenta Valerio Amato. “Tanti studenti – incalza Diego Cacciapuoti – opteranno per la data di inizio luglio. Così facendo, però, si rischia di generare un vero caos nel mese successivo, mentre giugno resta un’opportunità da non poter cogliere. Perché non posticipare tutte le date a fine mese? Così facendo gli appelli diventerebbero realmente due”.
La situazione è simile al secondo anno. “Fissare l’esame di Diritto Commerciale il 10 giugno equivale a costringere a saltare l’appello. Per chi, come me, segue il corso, questa data è improponibile – dichiara Martina Donato – Il prof. Carlo Di Nanni sa quanto sia difficile solo ripetere gli appunti? Eppure sto studiando man mano, ma dodici giorni, fra studio e ripetizione, sono davvero troppo pochi”. “Date senza un senso logico – dice Luigi Mattera – Il prof. Massimo Miola, come il prof. Di Nanni, ha stabilito come prima data il 10 giugno e come seconda data il 1° luglio. Quando ho letto il calendario pensavo fosse uno scherzo. Tra una data e l’altra non intercorre nemmeno un mese di distanza. Questa situazione blocca l’intera sessione estiva. Se dai Commerciale a luglio devi studiare solo quello, il mese precedente, quindi, non conta”. La sessione estiva si chiude per la maggior parte delle cattedre il 10 luglio. “Siamo consapevoli che in due mesi si riesce a dare un solo esame – continua lo studente – Per questo riteniamo che la sessione estiva sia tra le peggiori”. La sua proposta: “Perché i calendari non possono essere allungati di 10-15 giorni? Che male c’è a sostenere una prova il 25 luglio? Sono al quarto anno e non mi è mai capitato di dare un esame oltre il 10”. 
Una nota negativa arriva anche dal terzo anno: le prove di Diritto Penale e Diritto Internazionale non vanno oltre il 3-4 luglio. “Anche noi del terzo anno non stiamo messi bene – spiega Francesca Iannaccone – In poche parole, vacanze anticipate per tutti e folli corse poi nella sessione autunnale. La storia si ripete: i docenti da sempre non considerano il mese di luglio e a farne le spese siamo solo noi studenti”. Uniche eccezioni, gli esami di Procedura Civile (per la cattedra del prof. Ferruccio Auletta, le date disponibili arrivano al 22 luglio) e Scienza delle Finanze con il prof. Gaetano Stornaiuolo (19 giugno e 18 luglio) e la prof.ssa Francesca Stroffolini (20 giugno e 18 luglio). “Per fortuna c’è ancora chi pensa alle nostre esigenze – commenta Ludovica Mazzella – Scienza delle finanze è un esame veramente tosto e poterlo affrontare dopo due settimane dalla fine dei corsi mi rincuora. La prof.ssa Stroffolini ha compreso che avevamo bisogno di tempo e ha preferito prevedere gli appelli a fine mese. In questo modo, la sessione non sarà di sicuro disertata”. “Ogni tanto una buona notizia – racconta Mario Antonia – Procedura a fine luglio è una benedizione, mi permetterà di dedicare parte del tempo ad un esame minore, senza perdere di vista la meta principale”. 
Pareri discordanti al IV anno per Procedura Penale. Quasi tutte le cattedre hanno posizionato la prova a metà mese, sia a giugno che a luglio. “Dare l’esame il 13 giugno, a 14 giorni di distanza dalla fine delle lezioni, è un po’ un rischio – afferma Vincenzo Belvini – Se da un lato vale la pena di tentare, dall’altro per una disciplina simile non bastano due settimane per ripetere. Procedura non si improvvisa, credo che la maggior parte degli studenti si riverserà nel mese di luglio”. “Il prof. Guido Pierro – racconta Ernesto D’Alessandro – tiene la prima prova il 18 giugno. Credo sia un’ottima data: da un lato permette di poter ripetere dopo il corso, dall’altro dà la possibilità di fare un ulteriore esame a luglio. La sessione così è pienamente adattabile alle diverse esigenze”. 
Qualche lamentela arriva anche dal V anno, gli esami di Diritto Ecclesiastico avranno luogo cinque giorni dopo la fine delle lezioni. “È una vergogna. Ci ritroveremo catapultati agli esami – dice Stefania Zaccaro – So che lagnarsi per discipline considerate ‘minori’ può sembrare eccessivo. Ma ogni prova ha bisogno del suo tempo”. “Anche se si studia durante il corso – continua Sarah Scamardella – non è detto che si è preparati dall’inizio alla fine. Il manuale va riletto alla luce delle conclusioni tratte dalle lezioni. Altrimenti che senso avrebbe seguire? Cinque giorni sono veramente pochi per ripetere il manuale. Poi i professori si lamentano che non siamo all’altezza delle aspettative”. 
La questione è diventata, nelle ultime settimane, oggetto di discussione su diversi social network. “Abbiamo aperto una pagina su Facebook – spiega Maria Rita Girolamo – in cui ognuno può raccontare le difficoltà che incontra nel dover affrontare esami ravvicinati nel tempo. Sottoporremo, poi, il problema ad alcuni docenti, nella speranza di essere ascoltati”. In rete, l’opinione più diffusa è che “basterebbe semplicemente rendere la sessione estiva più lunga, evitando di posizionare esami ad inizio luglio o a ridosso della fine dei corsi. Vorremmo che la storia non si ripetesse più”, conclude la studentessa. 
Susy Lubrano
 
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