Fabio, in Polonia con Erasmus, trova lavoro prima della laurea e fa da ‘cacciatore di teste’

Giovani, brillanti, intraprendenti: non sono gli yuppies di Luca Barbarossa, ma i giovani laureati in Economia alla Vanvitelli. Fabio Baccari, 26 anni, è l’esempio lampante di giovane in carriera con il suo contratto ad Accenture: laureato alla Triennale in Economia Aziendale alla Federico II, ha poi deciso di seguire la Specialistica a Capua. “Dopo la Triennale ho deciso di trascorrere un periodo di studio in Inghilterra, dove ho lavorato per mantenermi e ho studiato inglese per l’economia, in modo da sviluppare una competenza linguistica specifica nel mio settore – racconta – Tornato a settembre mi sono iscritto ad Economia e Management della Vanvitelli. Ho scelto di cambiare Ateneo per due ragioni: non mi era molto piaciuta l’organizzazione della Federico II, poi qui a Capua ho trovato l’indirizzo specialistico che maggiormente mi interessava, centrato su aspetti manageriali, di gestione di impresa”.
Con le idee molto chiare, ha svolto il primo anno di studio prima di decidere di andare per dodici mesi all’estero: “Ho trovato docenti molto preparati, corsi davvero interessanti e, soprattutto, ho avuto l’occasione di poter svolgere un periodo molto lungo – un anno – di studio con Erasmus a Varsavia. Ho concluso tutti gli esami a luglio, mi laureerò per dicembre. Dall’Ateneo ho ricevuto molto sostegno, non solo attraverso la borsa di studio che, grazie al
costo della vita più basso in Polonia, mi è servita per coprire quasi tutte le spese, ma anche grazie al supporto amministrativo-burocratico per tutta la parte relativa alla documentazione e al riconoscimento degli esami. Adesso sono ancora in contatto con il prof. Mario Ossorio per la stesura della tesi sul tema ‘Fusioni ed acquisizioni di aziende hi-tech’, argomento che posso sviluppare anche attingendo alla mia esperienza ad Accenture”. Ma perché la Polonia e come è iniziata l’avventura in questa grande multinazionale? “Ho scelto Varsavia nel periodo del voto per la Brexit, quando si diceva che molte aziende si sarebbero trasferite nell’Europa continentale e che proprio la Polonia era una meta privilegiata. La mia idea era di sfruttare la mia conoscenza dell’inglese
per l’Erasmus e arricchire il mio curriculum con un’esperienza lavorativa all’estero”. Non conosceva nulla di Varsavia: “è stata una scelta al buio”. Racconta: “Ho trovato una città moderna, multiculturale, molto vivibile, con una qualità della vita alta ed un costo della vita basso. I servizi pubblici funzionano benissimo ed io mi muovo a tutte le ore in tram. Ci sono club e ristoranti di diverse etnie. È stata una sorpresa. Anche l’ambiente universitario è molto attrattivo, ci sono studenti di diverse nazionalità e questo, per chi studia management, è un aspetto molto positivo perché impari a relazionarti con tante culture diverse, così come ti troverai a fare nelle aziende in cui andrai a lavorare. Nel mio corso, ad esempio, c’erano tanti ragazzi indiani”. Pronte a partire anche Valeria e Martina Fedele ai suoi intenti, Fabio non si è perso in chiacchiere e ha sfruttato il suo periodo Erasmus per cercare lavoro: “Qui in Polonia la disoccupazione è molto bassa e io mi sono messo subito alla ricerca di un impiego, inviando il mio curriculum su linkedin o su siti simili polacchi. Dopo un mese sono stato contattato da alcune aziende, tra cui Accenture, la multinazionale di servizi hi-tech, con una proposta molto allettante. Attualmente il mio impiego è nel ciclo order to cash. Si tratta di una sorta di gavetta, un passaggio obbligato nella macro-categoria del business process outsourcing. Dopo tre mesi, però, ho già ricevuto altri incarichi, in parallelo a questo. Si tratta di un’azienda molto vivace, presente in tanti paesi, e la mia idea è di imparare bene quello che sto facendo qui per poter aspirare ad una posizione più alta, magari fuori dalla Polonia. Devo dire che in questo impiego mi è stata molto utile la competenza universitaria maturata in Italia, e anche quegli esami che pensavo non mi sarebbero mai serviti poi mi sono tornati utili. Inoltre, i miei studi mi sono serviti per avere una visuale più ampia su quello che stavo facendo, su quello che mi circonda, sulle prospettive che mi si possono aprire. Poi, avere una buona conoscenza dell’inglese e dell’italiano, che qui viene considerato come seconda lingua, è molto importante”. E in Italia si può pensare di tornare? “In Italia non viene dato spazio ai giovani. Si considerano solo i curriculum di persone già formate, e così non viene mai data la prima opportunità a chi si sta lanciando sul mercato. Qui io ho tutti gli strumenti per crescere. Il mio futuro è ancora un’incognita, ma di sicuro lo vedo in Accenture anche se non so dove”. Nel frattempo, Fabio in Accenture ha portato altre due colleghe napoletane: Valeria Zampella e Martina
Zanfagna. Nello spirito che caratterizza la multinazionale di far largo ai giovani, gli stessi dipendenti vengono, infatti, incoraggiati a far da ‘cacciatori di teste’: “Dedico una parte del mio tempo a sfogliare curriculum. Con Valeria e Martina ci conoscevamo perché sono anche loro della Vanvitelli e hanno svolto entrambe l’Erasmus a Varsavia, sapevo che sono molto preparate. Così ho sottoposto i loro curricula alle risorse umane e dopo un mese sono state  contattate per un colloquio via skype. A novembre saranno qui per iniziare il lavoro. Una cosa del genere da noi è impensabile!”. L’unico problema per le due ragazze “sarà affrontare il rigido inverno polacco con i suoi meno 20 gradi, ma loro, con l’Erasmus, si sono già abituate anche a questo!”.
Valentina Orellana
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