FISICA PROSEGUE IL TRASLOCO

Il 21 febbraio è iniziata la seconda fase del trasferimento del Dipartimento di Fisica dalla Mostra d’Oltremare a Monte S. Angelo. I “teorici”  raggiungono gli “sperimentali”, che avevano preso possesso della struttura di Monte S. Angelo circa due anni fa. Per avere una idea della complessità dell’intera operazione basti dire che da solo, il Dipartimento, equivale ad una intera facoltà. Ad esso afferiscono qualcosa come 160 tra docenti e ricercatori, oltre al personale amministrativo ed agli studenti. “Prioritariamente trasferiamo la biblioteca ed i laboratori didattici, in maniera che le lezioni del secondo semestre possano cominciare, come programmato, in via Cinthia”, sottolinea la signora Camilla Cutillo, segretaria amministrativa del Dipartimento. “Poi sarà il turno degli studi dei docenti e dei tre laboratori di ricerca che ancora afferivano alla Mostra d’Oltremare”. A trasloco ultimato saranno quattro gli edifici del complesso di Monte S. Angelo che ospiteranno il Dipartimento di Fisica: G, H, M, N. Cosa cambierà per gli studenti di Fisica, con il trasferimento in via Cinthia? Sincero come di consueto, il presidente di corso di laurea Alberto Simoni si fa interprete delle perplessità degli iscritti. “Forse staremo più stretti che alla Mostra ed in ogni caso direi che in termini di vivibilità degli spazi per gli studenti il trasloco coincide con un peggioramento. Alla Mostra disponevano di spazi utili a studiare per piccoli gruppi, che a Monte S. Angelo mancano. In biblioteca non si può fare e comunque ci vorrebbe una lavagna. Poi ci sono i problemi ben noti che riguardano in generale l’intero complesso universitario di via Cinthia, a cominciare dalla mancanza di una mensa. Sono deficienze che sinceramente, a questo punto, non saprei neanche come qualificare”. 
Trasferimento a parte, la novità principale a Fisica è l’entrata in vigore del sistema di tesi breve, quello elaborato dal Corso di laurea per venire incontro alle esigenze degli studenti i quali per i motivi più vari – esigenze lavorative, situazioni personali e familiari – abbiano interesse a svolgere un lavoro di tesi meno approfondito ed innovativo, rispetto a quello che generalmente fanno i laureandi in Fisica. Ovviamente il modello differenziato penalizza sotto il profilo del punteggio di valutazione della tesi stessa. “Il primo ad optare per la tesi più leggera è stato uno studente a febbraio”, spiega Simoni. “Potrebbe farlo anche un laureando che lavora ed ha una media particolarmente alta, dunque non ha bisogno di punteggio elevato per raggiungere il 110. Non so se opterà per il sistema tradizionale oppure per questo; in ogni caso la tesi differenziata è una opportunità ulteriore, certamente non la regola”. Anche Fisica, nel frattempo, deve fare i conti con la riforma Zecchino, quella della laurea triennale di primo livello. “Il 22 febbraio si è svolta una riunione dei Fisici e dei Matematici che afferiscono alla facoltà di Scienze”, riferisce il professor Simoni. “Sarà la facoltà, in definitiva, a decidere sul da farsi, ma se noi non andiamo con una proposta chiara la facoltà non decide”. Tra gli altri problemi connessi all’argomento, ne ricorda uno: “l’anno prossimo dobbiamo partire con la riforma oppure no? Al momento non si sa ancora bene che cosa fare. Potremmo anche partire, il prossimo anno, con il sistema tradizionale, modificato però in maniera che assomigli al nuovo. Questo per fare in modo che poi quando entrerà in vigore la riforma – nell’anno accademico 2001/2002 – avremo già studenti i quali abbiano fatto il primo anno con il nuovo sistema”. Fisica, in ogni caso, non è tra i corsi di laurea dove si respira particolare entusiasmo nei confronti della ristrutturazione della didattica su una laurea triennale di primo livello ed una laurea quinquennale di secondo livello. Oltre un anno fa furono i ragazzi  del collettivo Pi greco, dati e cifre alla mano, a realizzare uno studio che dimostrava l’impraticabilità del modello dei 180 crediti  per uno studente medio. Da tempo, a sua volta, il professor Simoni non nasconde le sue perplessità. “Se dovessi dire che sono ansioso di attuare questa riforma mentirei, perché confesso che a me non piace moltissimo. Se ne parla come di un passaggio verso la modernizzazione ed il mercato, ma il concetto, di per sé, non significa nulla. Se i Fisici corrono dietro al mercato  diventano Ingegneri, ma allora fanno un altro mestiere”. 
Il 24 febbraio, infine, si è svolto il Consiglio di Corso di Laurea. “Pratiche studenti e nulla di essenziale”, riferisce il docente.
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