Funzioni specifiche per Piazza Mercato, i progetti degli studenti di Composizione 2

Dall’impiccagione di Eleonora Pimentel Fonseca e dei protagonisti della rivoluzione partenopea del 1799 all’edificazione di Palazzo Ottieri, assurto poi a simbolo del sacco edilizio di Napoli anche per merito del regista Franco Rosi e del suo film “Le mani sulla città”, Piazza Mercato è un luogo nel quale si sono spesso incrociati destini e protagonisti della storia partenopea. Oggi, chiunque attraversi quello spazio percepisce immediatamente caos, disordine – spicca tra l’altro il grande parcheggio abusivo al centro della piazza – commistione di degrado e
preziosità architettoniche, in particolare la basilica del Carmine che spicca con il suo campanile nella limitrofa piazza del Carmine. È, dunque, un luogo estremamente significativo quello al quale hanno dedicato i propri sforzi di progettazione gli studenti del Laboratorio di Composizione Architettonica ed Urbana 2 condotto dai professori Gaetano Fusco e Gioconda Cafiero. Mercoledì 8 febbraio ragazze e ragazzi hanno presentato il risultato del loro lavoro, che è stato discusso e valutato dai professori, i quali hanno composto una sorta di giuria. È stata l’occasione per un confronto a più voci, nel corso del quale sono emersi spunti e proposte interessanti rispetto ai progetti di rivalutazione di quello spazio urbano proposti dagli allievi. “L’idea dalla quale sono partiti gli studenti – spiega il prof. Fusco – è stata di demolire Palazzo Ottieri e creare nella piazza nuove funzioni commerciali e residenziali. Le hanno immaginate con diverse tipologie. Molti hanno sentito la necessità di realizzare una parte commerciale sul fronte mare, ritenendo che fosse un modo per dare a Piazza Mercato quel rapporto con il mare che non c’è mai stato”. Aggiunge: “Nel complesso sono soddisfatto dell’esito del Laboratorio. Mi pare che siamo riusciti a trarre dagli studenti il meglio che si potesse. L’argomento era complesso e difficile, ma hanno seguito tutti con passione e con attenzione”. Alla giornata finale del Laboratorio ha partecipato anche la prof.ssa Valeria Pezza, che insegna Composizione architettonica ed urbana. Prima che iniziassero a scorrere sullo schermo le immagini dei lavori preparati dagli studenti, ha detto: “Il vostro è stato un lavoro da architetti perché l’architettura si occupa, se mi permettete una citazione, di ciò che è possibile, necessario e significativo. È bello che abbiate lavorato sul tema dell’architettura della città. Complimenti a tutti. Sappiate apprezzare questo lavoro, ma siate poi anche in grado di distaccarvene per superarlo, in maniera che, rivedendo questi progetti tra qualche anno, sarete voi stessi a capire cosa eliminare e cosa mantenere”. I progetti sono stati preparati da gruppi di studenti, che hanno lavorato sul tema per circa tre mesi attraverso sopralluoghi, studio dei documenti e quant’altro. Uno dei gruppi era costituito da Maria Francesca Russo e Chiara Ruggiero. “È stata – raccontano – una esperienza estremamente costruttiva
ed abbiamo imparato molto. Il nostro progetto si propone di mettere insieme la funzione pubblica della piazza e la funzione più spiccatamente commerciale. Abbiamo, inoltre, lavorato sulla tipologia degli appartamenti che dovrebbero accogliere le persone che vivono in questo momento a Palazzo Ottieri. Un edificio che rappresenta una barriera nella piazza e che perciò ci siamo proposte di eliminare”. Uno dei tratti comuni ai vari progetti degli studenti, sottolinea il ventunenne Andrea Passaro, “è stato lo sforzo di attribuire funzioni precise e specifiche ad una piazza che, attualmente, non ne ha. Il mio gruppo, relativamente alla parte commerciale, ha pensato ad una struttura a pettine, in parte interrata. Su di essa tre edifici a vocazione residenziale”. Interviene un’altra studentessa, Alessandra De Simone: “È stato certamente un Laboratorio impegnativo perché ci siamo confrontati,
pur essendo solo al secondo anno di Architettura, con un tema molto complesso. Per me è stato molto interessante anche il fatto di lavorare in gruppo, di fare squadra. Una bella palestra in vista del futuro”.
Fabrizio Geremicca
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