È senza dubbio uno dei prodotti più consumati e amati dell’estate. È il gelato industriale, amico di passeggiate in riva al mare, compagno di spuntini o post cena. Chi non ha familiarità con nomi come Cornetto, Magnum, Carte d’Or o, in generale, Algida? Peccati di gola confezionati composti per l’ottanta
percento di ghiaccio e aria. A fare il resto sono grassi e matrice, ovvero l’insieme di zuccheri, emulsionanti e stabilizzanti. Alla scoperta di processi
produttivi, operazioni di marketing e ingredienti alla base del gelato, i ragazzi del corso di Processi dell’Industria alimentare, al terzo anno di Tecnologie Alimentari (TAL), si sono confrontati con la dott.ssa Cristina Trulli, Senior Ice Cream di Unilever, azienda impegnata in food, igiene e cura della persona, tra i primi laureati federiciani in Tecnologie alimentari. Nel ‘93 la corona d’alloro: “mi fa piacere tornare qui, innanzitutto perché la Federico II è stata la mia Università e poi è bello confrontarsi con ragazzi interessati e intelligenti. Ai miei tempi in aula eravamo in venti, adesso il numero è cresciuto”. Fino a superare abbondantemente la soglia dei cento che, il 22 maggio, hanno riempito l’aula dieci del Dipartimento di Agraria a Portici, partecipando al seminario dal titolo “Il processo di produzione del gelato industriale”. Qualche disagio tecnico – il microfono era inservibile e il pc ha richiesto tempi di riavvio più lunghi del previsto – non ha limitato l’incontro, caratterizzato da una parentesi sui cambiamenti del prodotto protagonista di giornata: “l’innovazione parte dal marketing”, ha commentato la relatrice, che ha spiegato: “in base ai bisogni del consumatore ci viene chiesto di fare qualcosa in particolare”. In sintesi, il mercato chiede e l’industria risponde con prodotti al passo con i tempi come “il Cornetto vegano o il Carte d’Or con il latte Zymil, senza lattosio”. Logiche di mercato alla base anche di una riduzione della grandezza del gelato, sul quale si è soffermata una studentessa nel momento finale delle domande. Un “classico dell’approccio industriale” che ha due ragioni: “il prezzo resta lo stesso e il prodotto migliora da un punto di vista nutrizionale. Porzione più piccola significa meno calorie. Questo, secondo il marketing, è un punto a favore”. Spiegazioni scientifiche e curiosità per conoscere i segreti di un prodotto tanto famosoe le prospettive professionali. Cosa non può mancare al laureato? “L’inglese. Per una multinazionale, ma non solo, è la chiave d’ingresso. Mi è capitato di non poter selezionare persone brave perchè non conoscevano la lingua”. Sui ruoli in azienda: “il Product Technologist si occupa di tutta la parte di formulazione, dalle prove in laboratorio fino a quelle industriali in fabbrica, confrontandosi con il marketing, con la supply chain, con l’ufficio acquisti e altro. È una figura a 360 gradi”. L’intervento della dott.ssa Trulli ha chiuso il ciclo di seminari organizzati dalla prof.ssa Annalisa Romano, docente di processi dell’industria alimentare al corso di TAL: “ho voluto introdurre dei seminari aziendali incentrati su filiere
che tratto durante il corso per dare un’altra chiave di lettura sulle tecnologie alimentari attraverso esperti aziendali”. Gli studenti hanno così conosciuto Buitoni, per i prodotti da forno, il pastificio Ferrara e l’azienda Indaco, impegnata nella produzione di caramelle e chewing gum. Incontri pensati per “aiutare
i ragazzi a capire cosa possono fare da grandi e qual è il ruolo dei tecnologi nelle piccole e grandi aziende. Gli studenti hanno risposto benissimo”. Obiettivo raggiunto se si ascoltano le parole di Gilda, studentessa del terzo anno: “è stato interessante capire cosa possiamo affrontare nel futuro lavorativo. Quello di oggi dei gelati mi è piaciuto moltissimo, per l’argomento e per una spiegazione dei processi industriali che ho trovato molto chiara. È emerso che il lavoro del tecnologo è molto richiesto. È stato un sollievo visto il periodo di crisi generale”. Ha già esperienza la sua collega, Regina: “i relatori ci hanno fatto capire il nostro ruolo in azienda. Io lavoro in una fabbrica di pomodori e sono già indirizzata verso il controllo di qualità. Il seminario ha confermato la mia vocazione”. Francesco: “qui studiamo la teoria, ma il mondo del lavoro è altra cosa. Gli incontri ci hanno permesso di capirlo sempre più. Alcuni relatori ci hanno mostrato dei video e delle foto per farci capire com’è l’attività in azienda”. Non smetterà di mangiare gelato un suo collega: “oggi è stato sottolineato che puntano sulla qualità del prodotto. Ne è a mio avviso un esempio l’uso di coloranti vegetali”. Di certo non ne farà a meno Gianluca Coppola che in aula ha sfoggiato una T-shirt con su stampato il disegno del Cucciolone, il famoso gelato con due biscotti a fare da parentesi alla crema centrale a tre gusti: “l’ho indossata per ironia, era adatta al tema di oggi. È stata un’esperienza bella che ci ha permesso di conoscere un alimento che, soprattutto in questo periodo, viene molto consumato”.
Ciro Baldini
percento di ghiaccio e aria. A fare il resto sono grassi e matrice, ovvero l’insieme di zuccheri, emulsionanti e stabilizzanti. Alla scoperta di processi
produttivi, operazioni di marketing e ingredienti alla base del gelato, i ragazzi del corso di Processi dell’Industria alimentare, al terzo anno di Tecnologie Alimentari (TAL), si sono confrontati con la dott.ssa Cristina Trulli, Senior Ice Cream di Unilever, azienda impegnata in food, igiene e cura della persona, tra i primi laureati federiciani in Tecnologie alimentari. Nel ‘93 la corona d’alloro: “mi fa piacere tornare qui, innanzitutto perché la Federico II è stata la mia Università e poi è bello confrontarsi con ragazzi interessati e intelligenti. Ai miei tempi in aula eravamo in venti, adesso il numero è cresciuto”. Fino a superare abbondantemente la soglia dei cento che, il 22 maggio, hanno riempito l’aula dieci del Dipartimento di Agraria a Portici, partecipando al seminario dal titolo “Il processo di produzione del gelato industriale”. Qualche disagio tecnico – il microfono era inservibile e il pc ha richiesto tempi di riavvio più lunghi del previsto – non ha limitato l’incontro, caratterizzato da una parentesi sui cambiamenti del prodotto protagonista di giornata: “l’innovazione parte dal marketing”, ha commentato la relatrice, che ha spiegato: “in base ai bisogni del consumatore ci viene chiesto di fare qualcosa in particolare”. In sintesi, il mercato chiede e l’industria risponde con prodotti al passo con i tempi come “il Cornetto vegano o il Carte d’Or con il latte Zymil, senza lattosio”. Logiche di mercato alla base anche di una riduzione della grandezza del gelato, sul quale si è soffermata una studentessa nel momento finale delle domande. Un “classico dell’approccio industriale” che ha due ragioni: “il prezzo resta lo stesso e il prodotto migliora da un punto di vista nutrizionale. Porzione più piccola significa meno calorie. Questo, secondo il marketing, è un punto a favore”. Spiegazioni scientifiche e curiosità per conoscere i segreti di un prodotto tanto famosoe le prospettive professionali. Cosa non può mancare al laureato? “L’inglese. Per una multinazionale, ma non solo, è la chiave d’ingresso. Mi è capitato di non poter selezionare persone brave perchè non conoscevano la lingua”. Sui ruoli in azienda: “il Product Technologist si occupa di tutta la parte di formulazione, dalle prove in laboratorio fino a quelle industriali in fabbrica, confrontandosi con il marketing, con la supply chain, con l’ufficio acquisti e altro. È una figura a 360 gradi”. L’intervento della dott.ssa Trulli ha chiuso il ciclo di seminari organizzati dalla prof.ssa Annalisa Romano, docente di processi dell’industria alimentare al corso di TAL: “ho voluto introdurre dei seminari aziendali incentrati su filiere
che tratto durante il corso per dare un’altra chiave di lettura sulle tecnologie alimentari attraverso esperti aziendali”. Gli studenti hanno così conosciuto Buitoni, per i prodotti da forno, il pastificio Ferrara e l’azienda Indaco, impegnata nella produzione di caramelle e chewing gum. Incontri pensati per “aiutare
i ragazzi a capire cosa possono fare da grandi e qual è il ruolo dei tecnologi nelle piccole e grandi aziende. Gli studenti hanno risposto benissimo”. Obiettivo raggiunto se si ascoltano le parole di Gilda, studentessa del terzo anno: “è stato interessante capire cosa possiamo affrontare nel futuro lavorativo. Quello di oggi dei gelati mi è piaciuto moltissimo, per l’argomento e per una spiegazione dei processi industriali che ho trovato molto chiara. È emerso che il lavoro del tecnologo è molto richiesto. È stato un sollievo visto il periodo di crisi generale”. Ha già esperienza la sua collega, Regina: “i relatori ci hanno fatto capire il nostro ruolo in azienda. Io lavoro in una fabbrica di pomodori e sono già indirizzata verso il controllo di qualità. Il seminario ha confermato la mia vocazione”. Francesco: “qui studiamo la teoria, ma il mondo del lavoro è altra cosa. Gli incontri ci hanno permesso di capirlo sempre più. Alcuni relatori ci hanno mostrato dei video e delle foto per farci capire com’è l’attività in azienda”. Non smetterà di mangiare gelato un suo collega: “oggi è stato sottolineato che puntano sulla qualità del prodotto. Ne è a mio avviso un esempio l’uso di coloranti vegetali”. Di certo non ne farà a meno Gianluca Coppola che in aula ha sfoggiato una T-shirt con su stampato il disegno del Cucciolone, il famoso gelato con due biscotti a fare da parentesi alla crema centrale a tre gusti: “l’ho indossata per ironia, era adatta al tema di oggi. È stata un’esperienza bella che ci ha permesso di conoscere un alimento che, soprattutto in questo periodo, viene molto consumato”.
Ciro Baldini