Giornata per la ricerca sul cancro, partecipata manifestazione a Medicina

Grande partecipazione alla giornata per la ricerca sul cancro promossa dalla Facoltà di Medicina della Federico II e l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), svoltasi l’11 novembre nell’Aula Magna. Il concetto chiave dell’incontro, dal titolo ‘Dal genoma alla cura. La ricerca corre’, è stata l’accelerazione che ha vissuto negli ultimi dieci anni il progresso della ricerca, in particolare quella oncologica, e che ha accorciato le distanze tra gli studi svolti in laboratorio e il loro impatto sulla diagnosi e la cura della malattia, grazie anche alle grandi innovazioni tecnologiche. “E’ un’iniziativa bellissima e di grande valore culturale – ha detto il Preside di Medicina prof. Giovanni Persico – L’obiettivo principale di questa giornata è promuovere la cultura della ricerca del cancro, il cui ruolo è fondamentale, durante l’intero percorso che va dagli studi di base fino alla cura. Dovrebbe essere il primario interesse del nostro Governo”. Secondo la prof.ssa Paola Izzo, Presidente del Corso di Laurea in Medicina, “è importantissimo finanziare i gruppi di ricerca. Invito l’AIRC a portare avanti sempre più la ricerca su argomenti di fondamentale importanza”. Il folto numero di studenti presenti in aula, tanti rimasti in piedi, ha suscitato emozione in tutti i relatori. “L’AIRC – ha detto Persico – ha battuto Verdone: c’è più gente di quando la Facoltà ha ospitato Carlo Verdone, e questa è una grande conquista”. In apertura dell’incontro, i saluti del Rettore Massimo Marrelli: “La società civile deve capire l’importanza della ricerca”, e rivolto ai giovani: “Impegnatevi perché siete la nostra speranza”. L’assessore regionale all’Università Guido Trombetti ha ricordato che “la ricerca si fa in larghissima parte negli Atenei. La Campania ha raggiunto buoni livelli e molti settori di questa Facoltà sono leader europei e internazionali, ciò dovrebbe essere una garanzia per coloro che hanno scelto di frequentare questo corso di studi”. Una proposta dal prof. Marco Salvatore, docente di Diagnostica per immagini in Oncologia: l’istituzione di un indirizzo per la ricerca biomedica all’interno del Corso di Laurea della Federico II. “Ho la sensazione che negli ultimi anni i medici non siano molto dediti alla ricerca – ha affermato – Quest’ultima dà tante soddisfazioni”. Anche la Seconda Università si è associata all’entusiasmo per i temi trattati. “Vedere tanti giovani apre il cuore alla speranza e, in questo periodo, non è poco”, ha detto il prof. Riccardo Pierantoni, Pro-Rettore alla ricerca dell’Ateneo. Con il prof. Giancarlo Vecchio, organizzatore della giornata e membro del Comitato Airc Campania, si è entrati nel vivo delle tematiche. “L’Airc ha distribuito circa 90milioni di euro per progetti di ricerche di tipo scientifico e clinico-molecolare, grazie anche alle donazioni del cinque per mille – ha spiegato il professore – La Campania è al terzo posto: riceve finanziamenti solo dopo Lombardia e Lazio”. La ricerca, però, non può fermarsi e aspettare i finanziamenti. “Circa l’80 per cento dei fondi, ottenuti dalle donazioni di privati, vanno attribuiti molto rapidamente ai gruppi di ricerca”. La prof.ssa Elisabetta Dejana, dell’Università di Milano, ha illustrato l’ultima scoperta relativa alle cellule tumorali. “Il tumore è una guerra, – ha continuato – bisogna sempre studiare e lavorare per prevedere una terapia su misura per ogni paziente. Fare ricerca, anche in un Paese complicato come il nostro, non è bello, è bellissimo, perché permette di dedicare la propria intelligenza per migliorare malattie terribili e, allo stesso tempo, comprendere come si sviluppa la patologia. Dovete mettere un po’ di voi stessi in questo mestiere e impegnarvi al massimo”. Uno sguardo al passato con il dott. Francesco Perrone, dell’Istituto Pascale, che fa ricerca da venticinque anni: “Quando ho cominciato, a Napoli c’era un entusiasmo incredibile per la terapia ormonale e la chemioterapia. Avevo la sensazione che ci fossero tanti pezzi staccati nella ricerca di base e stentavo a capire come si sarebbero tradotti in qualcosa di utile per i pazienti. Poi, all’improvviso, quei pezzi si sono uniti e le conoscenze si sono ridotte in farmaci”. Oggi esistono una trentina di farmaci intelligenti, “frutto di una rivoluzione culturale, utili a contrastare malattie per le quali non avevamo nulla. Purtroppo, i tumori sono in grado di mettere in moto meccanismi di resistenza, dunque, abbiamo ancora molta strada da fare”.
Forte l’interesse degli studenti presenti, non solo iscritti a Medicina. “Si discute di temi importanti – ha detto Alfonso, 26enne laureando in Ingegneria bio-medica – che dovrebbero interessare tutti. A breve, conseguirò la laurea e la partecipazione a queste iniziative non può che arricchire il mio curriculum”. Federica Marzano, al terzo anno di Medicina, ritiene “importante essere aggiornati sui nuovi studi, per capire il grado di avanzamento della ricerca, anche perché le nostre lezioni, al terzo anno, non sono molto specifiche”. “Ci inseriscono in un mondo che, in futuro, sarà il nostro”, dice Melania Fatigati, altra studentessa. Un gruppetto di ragazze al primo anno di Ostetricia ha deciso, per un giorno, di rinunciare alle lezioni per partecipare all’incontro. “E’ molto interessante – dicono Paola, Alessandra, Anna e Francesca, che, ogni giorno, puntano la sveglia alle 6.30 per seguire le lezioni che cominciano circa due ore dopo e si concludono alle 17, comprese le visite in reparto – purtroppo il tumore è una malattia molto diffusa ed è bene conoscere le evoluzioni della ricerca”. Antonio e Giusi, entrambi laureati in Medicina da un anno e mezzo, – si definiscono “due volontari del laboratorio di Biotecnologie molecolari”, dove, “se necessario”, trascorrono “anche il sabato e la domenica” – attualmente sono impegnati sull’analisi di un progetto oncologico, erano presenti “per cultura generale”. 
Maddalena Esposito
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