“Linguistica è un esame che va affrontato sin dall’inizio, seguendo il corso con costanza. Secondo me è uno degli scogli principali per le matricole. Un altro segreto è di non rifiutare gli esami, anche se il voto non è proprio quello che ci si aspettava. Per come è strutturato il percorso universitario, tra crediti, moduli, laboratori, non c’è tempo per ritornare su un esame. Meglio andare avanti”. Maddalena Piscopo racconta la Facoltà di Lingue, che frequenta ormai da tre anni, alle colleghe ed ai colleghi più giovani.
Promuove i servizi: “La biblioteca in particolare funziona bene”. Voto alto pure per i laboratori: “Direi che offrono buone opportunità sia quelli di Informatica, sia quelli di Scrittura e Traduzione”.
Giovanni Baratta, 24 anni, I fuori corso, sottolinea invece un aspetto negativo, quello della mancanza di informazione: “Chi arriva in questa Facoltà al suo primo anno incontra notevoli difficoltà perché è difficile reperire le notizie essenziali, dall’aula dove si svolge il corso all’orario di ricevimento del docente”. Tra le materie del primo anno, la più difficile ritiene che sia lingua francese: “Io sono ormai al primo fuori corso e devo ancora superare l’esame. Allo scritto sono sufficienti 4 errori perché la docente non ti ammetta all’orale”. La più interessante tra le materie che affrontano le matricole, secondo Giovanni, è invece Letteratura francese.
Riguardo allo studio delle lingue, prosegue: “nei laboratori potremmo fare una buona pratica, ma tra corsi, seminari, altre attività obbligatorie e la necessità di studiare non è che rimanga molto tempo per frequentare il Centro Linguistico di Ateneo. Peccato, perché la struttura è molto bella, uno dei fiori all’occhiello dell’Università L’Orientale”.
Chiara Barbato ricorda così il suo primo anno di studentessa in Lingue: “Tante corse da una sede all’altra dell’Università, per non perdere i corsi. Molta disorganizzazione, ma anche docenti bravi e materie interessanti. La materia più ostica per me fu senza dubbio Linguistica generale”.
Simona Liparelli, un’altra studentessa che frequenta adesso il terzo anno, raccomanda: “Seguite le lezioni, è fondamentale. Non mi riferisco solo ai corsi di lingua, dove la presenza in aula è direi quasi scontata. Va seguito tutto, o quasi, anche se l’organizzazione e la dislocazione dei corsi costringono a volte a fare i salti mortali”. Tra i laboratori, promuove quello di Informatica e quello di Traduzione.
Dimitri Pianese esprime invece una valutazione diversa e più negativa: “Il laboratorio di Traduzione ed Interpretariato è uno di quelli che più mi ha deluso. Ho avuto occasione di frequentarlo solo per 25 ore al terzo anno e in una Facoltà di Lingue mi sembra che sia davvero un paradosso”.
Francesca Criscillo, che frequenta il II anno, suggerisce: “all’inizio è importante chiedere consigli, indicazioni ai colleghi più grandi. Le difficoltà che incontra uno studente al primo anno sono più o meno le stesse per tutti: disorientamento, problema a organizzare i ritmi della propria vita in base alle esigenze universitarie, mancanza di informazioni. Chi ha già affrontato questo percorso può essere una guida utile per chi si appresta a farlo”.
Promuove i servizi: “La biblioteca in particolare funziona bene”. Voto alto pure per i laboratori: “Direi che offrono buone opportunità sia quelli di Informatica, sia quelli di Scrittura e Traduzione”.
Giovanni Baratta, 24 anni, I fuori corso, sottolinea invece un aspetto negativo, quello della mancanza di informazione: “Chi arriva in questa Facoltà al suo primo anno incontra notevoli difficoltà perché è difficile reperire le notizie essenziali, dall’aula dove si svolge il corso all’orario di ricevimento del docente”. Tra le materie del primo anno, la più difficile ritiene che sia lingua francese: “Io sono ormai al primo fuori corso e devo ancora superare l’esame. Allo scritto sono sufficienti 4 errori perché la docente non ti ammetta all’orale”. La più interessante tra le materie che affrontano le matricole, secondo Giovanni, è invece Letteratura francese.
Riguardo allo studio delle lingue, prosegue: “nei laboratori potremmo fare una buona pratica, ma tra corsi, seminari, altre attività obbligatorie e la necessità di studiare non è che rimanga molto tempo per frequentare il Centro Linguistico di Ateneo. Peccato, perché la struttura è molto bella, uno dei fiori all’occhiello dell’Università L’Orientale”.
Chiara Barbato ricorda così il suo primo anno di studentessa in Lingue: “Tante corse da una sede all’altra dell’Università, per non perdere i corsi. Molta disorganizzazione, ma anche docenti bravi e materie interessanti. La materia più ostica per me fu senza dubbio Linguistica generale”.
Simona Liparelli, un’altra studentessa che frequenta adesso il terzo anno, raccomanda: “Seguite le lezioni, è fondamentale. Non mi riferisco solo ai corsi di lingua, dove la presenza in aula è direi quasi scontata. Va seguito tutto, o quasi, anche se l’organizzazione e la dislocazione dei corsi costringono a volte a fare i salti mortali”. Tra i laboratori, promuove quello di Informatica e quello di Traduzione.
Dimitri Pianese esprime invece una valutazione diversa e più negativa: “Il laboratorio di Traduzione ed Interpretariato è uno di quelli che più mi ha deluso. Ho avuto occasione di frequentarlo solo per 25 ore al terzo anno e in una Facoltà di Lingue mi sembra che sia davvero un paradosso”.
Francesca Criscillo, che frequenta il II anno, suggerisce: “all’inizio è importante chiedere consigli, indicazioni ai colleghi più grandi. Le difficoltà che incontra uno studente al primo anno sono più o meno le stesse per tutti: disorientamento, problema a organizzare i ritmi della propria vita in base alle esigenze universitarie, mancanza di informazioni. Chi ha già affrontato questo percorso può essere una guida utile per chi si appresta a farlo”.