Gli scritti di Lingua, carneficine a gogò

Fine gennaio. In piena sessione invernale, centinaia di studenti indaffarati nel ripasso matto e disperatissimo per gli esami imminenti tentano la sorte agli scritti di Lingua. “A giugno sarò di nuovo qui per sostenere la prima annualità
di Inglese”, afferma scoraggiata Giovanna Schirato, studentessa al secondo anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Risultato della tornata dello scorso 25 gennaio: “48 bocciati, 18 promossi. Come al solito, si salvano in pochi. Eppure stavolta credevo di averla spuntata. Invece, saltare a piè pari un esercizio di linguistica mi è costato l’ennesima bocciatura”. Delusi dall’insuccesso riportato nelle prove scritte anche i 31 esaminandi rimandati all’esame di Lingua Russa I del 27 gennaio. In realtà, “solo un terzo della classe non ha superato il test. Tuttavia, molti dei superstiti ce l’hanno fatta per un pelo. Fioccano 18 a non finire. Ma è meglio di niente, se si considera che almeno 50 persone erano lì per la terza volta”. Questa la riflessione amareggiata di Francesca Di Giuda, al secondo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. Nella stessa data, gli iscritti ad altri Corsi di Laurea, quelli che consentono la scelta di lingue orientali, hanno sostenuto Cinese II: “117 i presenti in aula, di cui soltanto 74 hanno portato l’esame a casa. Più della metà i bocciati, tra cui anche me, e per di più abbiamo dovuto recarci in sede per vedere affissi i risultati, non disponibili sul sito”, riferisce Lucia Cacciapuoti.
Orale obbligatorio per Storia della Cina
Alcuni dei suoi colleghi si lamentano, invece, per l’oneroso carico didattico correlato allo scritto di Storia della Cina. “Negli anni passati, si poteva andare a convalidare solo il voto dello scritto. Ma da quest’anno è obbligatorio sostenere pure l’orale. Non vedo l’ora di togliermelo dai piedi, non ne posso più di imperi, regni e dinastie”, racconta Luigia Saviano, iscritta a Lingue e Culture Orientali e Africane. Versano nello stesso stato i suoi compagni intenti a preparare Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente. “La difficoltà principale è memorizzare il corso di alcuni
avvenimenti e le corrispondenti dinamiche geopolitiche. All’orale chiedono quasi sempre le date di inizio e fine delle dinastie cinesi. Oppure pongono domande su un determinato periodo in Giappone e possono chiedere un confronto con la situazione simultanea in altri paesi”, chiarisce Francesca Tuoro. Un altro esame che richiede la conoscenza di eventi storici importanti unita a fattori culturali, antropologici e sociali è Etnolinguistica. I ragazzi
iscritti al terzo anno di Mediazione Linguistica l’hanno sostenuto il 30 gennaio presso la sede di Palazzo Giusso. “Le domande più ricorrenti sono state quelle sulle famiglie linguistiche e i sottogruppi – rileva Rita Mauro, l’unico 30 – Comunque, niente di impossibile. L’importante è non fare mai scena muta. Al di là della risposta mirata, molti
quesiti prevedono un ragionamento individuale e critico, anche in relazione all’attualità, che non si trova neppure sui libri”. Al quarto piano, corridoio opposto, alcuni studenti di Scienze Politiche s’interrogano sulla fattibilità di un esame. “Vorremmo sostenere Economia il 7 febbraio, ma i docenti tendono a promuovere dal 27 in su. Perciò rimanderemo l’esame al 21 del mese. Se si vuole mantenere una buona media, bisogna studiare pronostici vincenti”, puntualizza Adele Tufano.
Linguistica generale, il più temuto dalle matricole
Intanto, allo scoccare di febbraio, si avvicendano le prime prove per i neoiscritti. Il test di Linguistica generale è quello più temuto in virtù della sua fama. “Esercizio fisso, il più ‘macchinoso’, è la trascrizione fonetica. Merita un’attenzione particolare anche l’analisi delle frasi attraverso i diagrammi ad albero. Un’altra decina di quesiti, invece, richiede l’approfondimento di vari autori e i corrispettivi approcci linguistici”, illustra Anna Sambuco, iscritta al secondo anno di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe, che lo ha superato l’anno scorso al primo colpo. Argomenti da ripetere a più non posso sono: gli universali linguistici, i livelli di strutturazione della lingua, l’arbitrarietà del segno linguistico, le differenze tra linguaggio verbale e animale. “Studiate bene gli appunti. Ho trovato più utili quelli che i libri. Soprattutto per chi ha nel compito molte domande aperte e meno esercizi tecnici”, prosegue la collega Margherita Esposito. Tuttavia, contrariamente alle aspettative, è Linguistica Italiana nell’appello del 14 gennaio ad aver stroncato più studenti del previsto. “Nel gruppo S-Z, una carneficina. Su circa 150 candidati solo 80 promossi. Non ce l’aspettavamo per niente”, commenta Luciano Russo. “Noi di A-L stiamo ancora aspettando i risultati. Ma quelli dell’altro gruppo mi lasciano sospettare: solo tre 30 su 82 promossi. Il resto dei voti oscilla tra il 18 e il 20. E io non voglio accontentarmi”, riporta Renata Castiello.
Gioco di squadra per Russo
“Fonetica, morfologia, sintassi e testualità: queste sono le macro-categorie dell’esame. Poi occorre discernere
per ognuna i tormentoni più discussi: la variazione dell’italiano in relazione al contesto sociale, i dialetti, le lingue minoritarie o di immigrazione presenti sul suolo nazionale, e simili. Schematizzare il manuale può essere un buon punto di partenza”, il consiglio di Eliana, laureanda. Per lei l’unica ansia del momento è non riuscire a superare l’ultimo esame di Lingua, altrimenti dovrà necessariamente pagare la seconda rata delle tasse per ritentare a giugno. “L’ultima volta che ho tentato Russo III, a settembre, 23 non ammessi su 45. Perciò io e i miei colleghi sconfitti abbiamo giocato di squadra: da mesi ci incontriamo in biblioteca, ci assegniamo esercizi reciproci, proviamo a chiarire i dubbi dell’altro. È stato demotivante all’inizio, ma ho imparato molto e sento di potercela fare stavolta. La tesi è pronta, aspetto solo di riuscire a varcare l’ultima soglia”.
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