Gli studenti: la disciplina, prevista al II anno, andrebbe posticipata

“L’esame di Diritto Finanziario mi ricorda il film di Forrest Gump. Durante la prova non sai mai quale domandina particolare può capitarti fra le tante.
Fra un debito fluttuante ed un’imposta, non è sempre facile districarsi e trovare la risposta giusta”, dichiara Erminio Nitro, studente al III anno. “Il fatto – continua – è che la disciplina così strutturata ti frega. All’inizio la preparazione sembra fattibile perché pensi che senza grafici le cose di sicuro possono
andare solo bene. In sede di prova accade, invece, l’impensabile. Magari quella domandina un po’ contorta che non si sa da dove debba arrivare la risposta. Questa è la seconda volta che preparo l’esame, non sono stato bocciato ma proprio non potevo accettare un 21”. Secondo gli studenti la disciplina presenta delle criticità non adeguate a giuristi inesperti. “Ho seguito il corso dall’inizio – afferma Nadia Storzziero, studentessa al secondo anno – e fin da subito mi è apparso troppo ‘spinto’ per ragazzi che ancora si sentono un po’ matricole. Studiare Diritto Tributario quando non si ha un’infarinatura della materia economica, credo sia deleterio. La disciplina viene vista come un ostacolo e non come un’occasione di arricchimento”. Secondo Nadia: “Queste nozioni vanno studiate dopo il Diritto Amministrativo e di sicuro non al secondo anno. Per ora ho rinunciato all’idea di preparare la prova in questa sessione, non mi sento pronta e sicura”. Per Niccolò Vetrano, iscritto al terzo anno, il cattivo esito della prova è scaturito da una preparazione poco adeguata. Racconta: “Nella scorsa sessione, dopo mesi di tentennamento, ho sostenuto l’esame cercando di concentrarmi sui lati salienti del programma: imposte e applicazione delle norme giuridiche inerenti. Pensavo bastasse. Invece, durante la prova, l’infarinatura generale non conta. Alle domande come obblighi formali IVA, solidarietà dipendente e accertamento, ho dovuto fare un passo indietro e ammettere l’impreparazione. In questa disciplina conta il saper concatenare gli Istituti e siccome questi sono tanti, particolari e non sempre conosciuti, occorre studiare bene”. Nulla di trascendentale, invece, per Maria Varriale, studentessa al secondo anno: “Come ogni esame tecnico, ha bisogno di uno studio accurato. La materia in sè non è nulla di drammatico, comparata ad altre discipline. Il Tributario è un campo particolare di studio e può non piacere, oppure può scontrarsi con pregiudizi inutili e dannosi. Darò l’esame a luglio, i ‘mostri minacciosi’ sono altri nel percorso di studio”.
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