Gli studenti, orfani dell’appello di marzo, hanno difficoltà a programmare gli esami

Dura lex, sed lex… lo sanno bene gli studenti di Giurisprudenza che con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Didattico hanno visto ridursi gli appelli della sessione straordinaria. Non più marzo, ma solo gennaio e febbraio. Due date d’esame che in realtà si sviluppano nell’arco temporale di un mese. “Adattarsi ad un cambiamento richiede del tempo – dice Valeria Scontrino, studentessa al V anno – Sviluppare i propri piani su 30 giorni anziché 70-80 è una grossa novità. Soprattutto per chi si deve laureare a breve come me. Non credo di riuscire a finire in tempo per febbraio, dovrò provare qualche esame a maggio e pagare di nuovo le tasse”. Situazione identica la vive Andrea Sinuolo, anche lui studente all’ultimo anno: “Ci siamo adattati alla nuova situazione ma abbiamo fatto male i calcoli. Non ho pagato le tasse lo scorso ottobre, pensavo di laurearmi a marzo. Invece, sono stato bocciato a Procedura Civile. Un imprevisto ed il mio piano è andato a farsi benedire. Marzo per noi laureandi era fondamentale, ora siamo costretti a ripagare le tasse con un aggravio economico sulle famiglie”. “Questa situazione è comune a tanti colleghi – racconta Tommaso Nucci – Avevamo pensato di chiedere il mese di marzo come sessione straordinaria per i soli laureandi. L’appello di settembre ora è aperto a tutti gli studenti, chi si deve laureare ormai non ha più agevolazioni. Sarebbe auspicabile ripristinare marzo come recupero per chi ha la seduta di laurea a breve. In questo modo si eviterebbe il pagamento delle tasse, con tanta gratitudine da parte dei ragazzi”.
Qualche problemino lo avvertono anche le matricole. Gli esami incalzano e l’inesperienza fa il suo. “Non so come siano messi gli altri studenti, ma a noi matricole non butta bene – dichiara Attilio Vagnoni – Al rientro delle vacanze potevo sostenere Storia il 12 gennaio e Costituzionale il 16 ma… ho lasciato stare. Non mi sentivo per nulla preparato e ho deciso di tentare Istituzioni il 24. A febbraio, se dovesse andarmi bene Istituzioni, potrei dare un solo esame. Non credo Costituzionale che è previsto dopo 15 giorni, sono orientato per Storia. Ma non so. Questo gioco ad incastri mi manda in confusione perché non sono abituato a sentirmi così sotto pressione”. “È davvero molto dura stare al passo con i tempi – spiega Adele Cantarelli – A volte mi sento una contabile perché regolo il mio studio in base ai giorni a disposizione. Ovviamente ne risente in qualche modo l’attenzione. Purtroppo, per discipline come Costituzionale anche 7 giorni in più di ripetizione fanno la differenza. La mia cattedra a febbraio prevede Costituzionale il 20 e Istituzioni il 21. A ventiquattro ore di distanza. Come si fa? Non so com’era con l’organizzazione precedente quando c’erano esami a marzo, a naso credo che con un mese in più si stava decisamente meglio”. “Ci rendiamo conto che stiamo sperimentando una situazione delicata, proveniamo da mesi di adattamento. Abbiamo affrontato lo studio del diritto per la prima volta, ci può stare che cumuliamo un po’ di ritardo – sostiene Lucia – Purtroppo dobbiamo solo adattarci e correre. Mi rendo conto che lo studio compresso non porta molti benefici in termini di voti, ma preferisco andare avanti che rischiare il fuoricorso già nei primi mesi. Ho preso 21 all’esame di Storia sostenuto il 10 gennaio, forse non ero pronta, forse me ne pentirò ma per ora preferisco puntare alla quantità piuttosto che alla qualità”. In qualunque modo la si voglia raccontare, secondo Alice D’Amore, iscritta al terzo anno, “è importante andare avanti senza farsi abbattere dal nuovo calendario delle date d’esame. A Giurisprudenza eravamo già abituati, ora con la riduzione della sessione straordinaria, dobbiamo diventare dei maratoneti. Questa prassi è comune in altri Dipartimenti, ho amici ad Ingegneria che hanno esami concentrati in due settimane, meglio non lamentarci”. “Per noi del III anno – obietta Giovanna Colandrea – pensare di sostenere Diritto Penale, Internazionale e Procedura Civile in 30 giorni è da folli. Con il mio gruppo di amici abbiamo optato per una scelta soft: ci dedicheremo ad Internazionale e Penale tralasciando Civile che è di sicuro il più difficile dei tre. Per sostenere queste due prove, ci vuole tanta forza di volontà ed una capacità di concentrazione notevole. Però occorre farlo, visto che poi gli esami ci saranno direttamente a maggio. Con un periodo di tempo così lungo si può pensare di sostenere discipline più complesse, secondo semestre permettendo”. I cambiamenti fanno sempre un po’ paura: “perché tendono a sconvolgere la routine consolidata durante gli anni – ammette Gianfranco Russo, studente al IV anno – Ho sostenuto Diritto Civile il 10 gennaio. Non è stato semplice, ho sacrificato le vacanze natalizie ma in qualche modo bisognava pur fare. All’appello non eravamo in molti. Credo che a gennaio ci sia stata una scarsa affluenza agli esami. Ho difficoltà a trovare amici che abbiano già sostenuto una disciplina. Il mese di febbraio sarà un gran calderone. C’era da aspettarselo. Ogni novità ha bisogno di tempo per essere digerita, soprattutto da chi era abituato diversamente. Quest’anno è andata così. Sono sicuro che col tempo le cose miglioreranno”. 
Susy Lubrano
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